Ambrogino ai carabinieri, "assassini" e fischi: il fango della sinistra

  • Postato il 8 dicembre 2025
  • Politica
  • Di Libero Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni
Ambrogino ai carabinieri, "assassini" e fischi: il fango della sinistra

Ventiquattro ore di sfregi. Di attacchi. Di vergogna. Rosso il colore del filo conduttore, dalle prime ore del mattino fino a sera. Nel giorno di Sant’Ambroeus, protettore di Milano, va in scena lo spettacolo dell’odio orchestrato dai soliti noti professionisti del disordine e pure dalla sinistra istituzionale. I due mondi non sono mai stati così uniti come nel disprezzo verso le divise. Ed ecco che la consegna dell’Ambrogino d’Oro, massima onorificenza della città, al Nucleo Radiomobile dei Carabinieri certifica una verità incontrovertibile: i compagni stanno sempre dalla parte opposta a quella della legalità. Ovvero dalla parte di chi non si ferma a un alt e scappa per otto chilometri a tutta velocità tra semafori bruciati e contromani. La morte di Ramy, da quella maledetta notte del 24 novembre del 2024, per qualcuno è di nuovo il feticcio perfetto da agitare contro le forze dell’ordine.

BAGARRE DENTRO E FUORI
Ancora prima che parta la macchina delle premiazioni dei benemeriti, compaiono due poster identici. Uno sulla serranda di un’edicola a pochi passi dal Teatro Dal Verme, sede della cerimonia; l’altro su un muro del Corvetto, la banlieue dove viveva il 19enne egiziano. L’opera porta la firma di Cristina Donati Meyer e ritrae il ragazzo che stringe tra le mani un cartello con sopra scritto “Chiediamo pane e cultura, ci date polizia”. «Un gesto necessario. Sono profondamente in disaccordo con questa scelta istituzionale. Quando la verità è ancora sospesa, celebrare è pericoloso. L’arte può ricordarlo», aveva subito spiegato l’artista. Prima che la bagarre si spostasse in sala. Sul palco, in qualità di membro della Commissione degli Ambrogini c’è il capogruppo dei Verdi Tommaso Gorini che indossa una maglia col volto del ragazzo e la scritta “Ramy vive”. «Suo fratello mi ha regalato questa maglietta e oggi ho deciso di indossarla per continuare a raccontare questa storia. Non si tratta di un gesto polemico per l’Ambrogino al Radiomobile, noi non abbiamo strumentalizzato questo premio», si affretta nelle giustificazioni. Poi arriva il momento della premiazione.

Gli uomini dell’Arma si posizionano tra il sindaco Beppe Sala e il presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi: dalla platea rumoreggia l’ala occupata dai seguaci della Flotilla, l’ong ResQ, e vola pure qualche fischio. Sala, a fine cerimonia, darà un colpo al cerchio e uno alla botte: «Io continuo a pensare che la storia di Ramy meriti giustizia e che la sua famiglia è esemplare. Ma non vorrei correre il rischio di fare classifiche con i buoni e i cattivi. Polemiche? Capisco, però il Radiomobile ha una storia importante. Si può anche sbagliare nella vita, però non bisogna dimenticare che alla fine metterci la faccia vuol dire tanto per la comunità oggi».

Cala il buio su Milano e le luci si spostano su piazza della Scala, dove come ogni anno i centri sociali protestano contro la Prima. Quelli del Cantiere, abusivi in città da più di vent’anni, arringano: «È un’onorificenza che ci ricorda che le forze di polizia possono uccidere in questa città perché non tutti i milanesi contano». Quelli del Lambretta, regolarizzati dopo cinque occupazioni in undici anni, si accodano: «È questo il riconoscimento civico tradizionalmente destinato a “persone meritevoli” per un contributo positivo alla comunità? Per la famiglia di Ramy e per molti abitanti di Milano, questa mossa è sentita come un pericoloso precedente pericoloso». C’è anche la sfumatura pro-Pal. «Hanno dato l’Ambrogino ai carabinieri, ma sono pirati assassini», dice una ragazza dei Giovani palestinesi al megafono. Diventa un coro: «Assassini, assassini!».

 

 

[[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45312964]]

 

CENTRODESTRA UNITO
Il centrodestra, compatto, si schiera con l’Arma. «Inaccettabili e ridicole le proteste da sinistra. Il lavoro di questi uomini e donne in divisa va rispettato: noi siamo, con orgoglio, dalla loro parte e crediamo che questo attestato sia anche un modo per cercare di chiudere un anno di indecenti attacchi», spiegano il vicesegretario della Lega, Silvia Sardone (proprio lei aveva candidato il Nucleo), e il responsabile del dipartimento Sicurezza del partito Davide Ferrari Bardile. «Esprimo piena e convinta solidarietà ai carabinieri. Accusare un intero reparto senza che la verità sia stata ancora accertata è un atto incomprensibile e ingiusto», dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa. «Ramy non deve diventare un testimonial della ideologica e sinistra battaglia contro le divise», attacca il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (Fdi). «Gravissimi gli attacchi ai carabinieri. Milano non può permettersi di delegittimare chi la difende», dichiara la senatrice di Fi Licia Ronzulli.

 

 

[[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45312035]]

 

Continua a leggere...

Autore
Libero Quotidiano

Potrebbero anche piacerti