Alluvione e calcio, Dego nei giorni più duri. Frumento: “Resisto per i ragazzi e chi ci sostiene. Obiettivo, finire la stagione”

  • Postato il 30 settembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Generico settembre 2025

In questi giorni è molto difficile parlare di calcio a Dego. La vittoria di domenica a Pallare contro l’Ospedaletti ha più che altro un significato simbolico: “aver regalato un’ora e mezza di gioia”. Quella partita i biancoblù avrebbero evitato di giocare dopo il disastro causato dall’alluvione di settimana scorsa che ha spazzato via definitivamente il “Perotti”.

Senza aver ancora una dimora definitiva per le partite in casa e con le difficoltà per l’organizzazione settimanale, Ermanno Frumento si trova di fronte ad un’altra montagna da scalare. Ma la società, il gruppo squadra e lo stesso mister non vogliono mollare: il Dego vuole provare ad esserci ma per ora naviga a vista.

Mister, sono giorni molto tristi per voi e domenica avete dovuto giocare

Indubbiamente si sono scontrati due sentimenti molto forti: da una parte la soddisfazione per la vittoria. Sono felicissimo per i ragazzi e per i tifosi, e spero che con questo risultato siamo riusciti a strappare un sorriso alla gente del paese, che in questo momento ha ben poca voglia di sorridere. Dall’altra parte, però, resto convinto che ieri non abbia perso solo l’Ospedaletti: abbiamo perso tutti. Ha perso lo spirito del calcio dilettantistico, lo spirito di mutuo soccorso, di assistenza e comprensione verso le difficoltà altrui. Bastava un po’ di buonsenso: quella partita non si sarebbe dovuta disputare, per rispetto verso un paese colpito da un’alluvione gravissima. Sono stato due volte a Dego la settimana scorsa: le cataste di materiali e oggetti distrutti ai bordi delle strade erano impressionanti. Bisognava esserci per capire. È stato probabilmente il comune più colpito della Val Bormida. Non c’è stato rispetto nel far giocare quella partita. Certo, il risultato ci ha premiato e siamo contenti, ma non si può dimenticare quello che è accaduto. Il freddo regolamento non può sostituire il buonsenso

Come hai trovato la comunità deghese?

Devo dire la verità: non ho mai visto una partecipazione così alta da parte della popolazione verso la squadra. Questa tragedia ha segnato la fine definitiva del campo Perotti: è stato distrutto tutto – terreno di gioco, strutture, materiali. Pensare a chi aveva speso tempo ed energie per rimettere in piedi quel campo dopo la quarta o quinta alluvione in pochi anni fa davvero male. L’unica piccola consolazione è aver regalato un’ora e mezza di gioia con la vittoria.

E la squadra?

Il 90% dei nostri giocatori viene dalla Val Bormida e da Dego: dopo il lavoro e lo studio hanno passato la settimana a spalare fango da case e magazzini. Chiedere loro di andare a giocare è stata una forzatura poco rispettosa. Eppure sono stati capaci di trasformare la rabbia in energia positiva e disputare una partita sopra le nostre possibilità.

Come si riparte? Ci sono già delle idee di organizzazione?

Il difficile comincia adesso. Non sappiamo dove giocheremo la prossima partita in casa, dovremo affrontare sacrifici enormi, soprattutto con l’arrivo dell’inverno. Ringraziamo la Cairese che ci ha dato la possibilità di allenarci sul sintetico rimasto, ma sarà durissima. Se però i ragazzi manterranno questo spirito e questa forza di gruppo, sono convinto che ce la possiamo fare.

Il problema del degrado delle strutture è sempre ricorrente

È reale. In Val Bormida la passione per il calcio non è mai mancata, dalle categorie più basse fino alla Serie D. Ma ci sono campi in zone ormai pericolose, che non possono più ospitare attività sportiva. Crearne di nuovi richiede investimenti enormi e oggi i comuni hanno altre priorità.

Probabilmente quest’anno, come a volte è successo nel tuo passato, non farai solo l’allenatore ma servirà un supporto organizzativo e emotivo. Sei pronto?

Io, personalmente, sono partito con entusiasmo: la partecipazione della gente mi ha caricato. Tempo fa, in un momento particolare della mia vita, mi sono fatto una promessa e voglio mantenerla, anche se questo calcio ormai non fa più parte del mio mondo. Tengo duro soprattutto per i ragazzi e per le persone che ci sostengono. Oggi il nostro primo grande obiettivo deve essere riuscire a portare a termine la stagione.

Foto a sx di Silvano Baccino

Autore
Il Vostro Giornale

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