Alluvione del Fereggiano, l’appello dei familiari delle vittime: “Basta polemiche sulle allerte”

  • Postato il 4 novembre 2025
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  • Di Genova24
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Alluvione del Fereggiano, la commemorazione a 14 anni dal disastro

Genova. “Nostra figlia non c’è più. Vedo sempre tante polemiche sulle allerte: se foste stati al mio posto non fareste tutte queste polemiche“. Sono le parole di Rosanna Cenni, la madre di Serena Costa. Sua figlia aveva 19 anni il 4 novembre 2011, quando è stata inghiottita dalla piena del Fereggiano mentre teneva per mano il fratello 14enne Danilo, appena uscito da scuola.

È lei una delle sei vittime dell’alluvione commemorate oggi nel 14esimo anniversario di una tragedia che ha cambiato le coscienze dei genovesi. O almeno la maggior parte. In quel giorno maledetto persero la vita Evelina Pietranera di 50 anni, Angela Chiaramonte di 40 anni, la 28enne Shpresa Djala con le sue bimbe Janissa e Gioia, rispettivamente 1 anno e 8 anni. Poi, a Borgo Incrociati, il ricordo di Antonio Campanella che trovò la morte tre anni dopo sulle sponde del Bisagno, il 10 ottobre 2014.

Alluvione del Fereggiano, la commemorazione a 14 anni dal disastro

Accanto ai membri del comitato dei parenti delle vittime erano presenti la sindaca di Genova Silvia Salis, l’assessore comunale ai Lavori Pubblici del Comune di Genova Massimo Ferrante, il presidente del Municipio III Bassa Val Bisagno Fabrizio Ivaldi, il console onorario d’Albania Giuseppe Durazzo, numerose figure istituzionali e rappresentanti delle autorità civili e militari. Assente il presidente ligure e commissario per lo scolmatore del Bisagno Marco Bucci, che ha delegato per la Regione il presidente del Consiglio Stefano Balleari.

Salis: “Bisogna avere pazienza con le allerte, così proteggiamo i cittadini”

La sindaca Salis, per la prima volta alla cerimonia presso la lapide di via Fereggiano, ha incontrato i familiari delle vittime. Con alcuni di loro ha condiviso un ricordo personale: la morte del piccolo Alessandro, fratello di un suo compagno di scuola, nell’alluvione del 1992 a Sturla. Anche sulla scorta di questa esperienza – ha detto durante il colloquio – preferisce un eccesso di cautela a una sottovalutazione del rischio.

Così dalla prima cittadina arriva “un appello alla cittadinanza ogni qualvolta viene fatta un’ordinanza, una limitazione perché c’è un’allerta: bisogna avere pazienza e capire che quelli sono sono i modi che ha il Comune per proteggere la città. Serve un senso di condivisione e di responsabilità per quello che è un grande pericolo che periodicamente colpisce Genova”. “Sei vite che sono state spezzate, sei vite che dovevano continuare. È una responsabilità che ci dobbiamo prendere ogni giorno, nel ricordare, nello stare all’erta e nel capire che questo è un territorio fragilissimo che va tutelato”, prosegue Salis.

Mi arrabbio quando leggo i commenti: a cosa serve l’allerta se non piove? Purtroppo continua a esserci la polemica – sospira Rosanna Cenni -. A noi manca nostra figlia, sono 14 anni che in casa non c’è più, quindi non l’abbiamo vista crescere, non l’abbiamo vista diventare una donna e questo pesa molto. Ho ringraziato la sindaca. Le allerte ci limitano, ma se salvano un’altra persona, io con la mia esperienza ormai sono contenta. Prima bisogna valutare, non sappiamo mai cosa può succedere”. 

Scolmatore del Bisagno in ritardo, Salis: “Tempistiche non rispettate”

Oltre alla consapevolezza del pericolo, però, ci sono le opere per mettere in sicurezza il territorio. Lo scolmatore del Fereggiano è in funzione da sei anni e mette al riparo tutta la parte a valle di via Pinetti. Da troppi anni, invece, si attende quello del Bisagno. Le commemorazioni scandiscono i continui rinvii del termine di fine lavori: adesso, nella migliore delle ipotesi, la galleria sarà pronta negli ultimi mesi del 2026.

“Lo sappiamo tutti che è in grave ritardo ed ovvio che i lavori devono procedere più velocemente possibile, però anche in questo caso erano state annunciate delle tempistiche che non sono state in nessun modo rispettate. Con l’assessore Ferrante e con tutta la giunta stiamo lavorando per procedere più velocemente possibile in un ritardo clamoroso che abbiamo ereditato”, sottolinea Salis.

Quando ci sono queste grandi opere ci sono anche grandi intoppi. Io sinceramente premevo più per il Fereggiano perché mi toccava personalmente – commenta Marco Costa, il padre di Serena -.  Il Bisagno è un’opera indubbiamente importantissima per la città di Genova e le amministrazioni lo sanno, si devono si devono continuare a interessare. Per noi è una rivisitazione quotidiana di quello che è successo, però questa partecipazione, sia delle istituzioni che della cittadinanza, ci fa piacere”.

“Sicuramente lo scolmatore del Fereggiano ha messo in sicurezza questa parte del territorio. Ovvio, il rischio zero non c’è, però quanto avvenuto nel 2011 con lo scolmatore non sarebbe successo – ricorda Fabrizio Ivaldi, presidente del Municipio – Ora c’è quello del Bisagno. Una volta concluso anche quello si può dire che questa parte del territorio della Bassa Valbisagno sarà in sicurezza. Stiamo lavorando anche allo scolmatore del Rovare, fondamentale per mettere in sicurezza San Fruttuoso, che va a bagno ogni volta che piove un po’ di più”. 

La vita oltre il dolore, la testimonianza di Bernardo Sanfilippo

Il dolore è sempre presente, ma intanto la vita scorre. “Mia moglie era il pilastro della mia famiglia – dice Bernardo Sanfilippo, marito di Angela Chiaramonte -. Ora i miei figli sono entrambi nel mondo del lavoro, uno è ingegnere e l’altro è poliziotto, sono anche diventato nonno. Se dovessi tornare a 14 anni fa e pensare di trovarmi oggi in questa condizione, non ci crederei. Devo ringraziare i miei colleghi della penitenziaria che mi hanno regalato un cane, ha fatto da psicologo alla mia famiglia. E mi hanno dato la spinta per andare avanti”.

Balleari: “Tragedia da cui è partita la messa in sicurezza di Genova”

“Il 4 novembre 2011 per Genova rappresenta anche il triste anniversario dell’alluvione che quattordici anni fa si abbatté con violenza inaudita sulla città, causando la morte di sei persone tra cui due bambine piccole e un centinaio di sfollati. Oltre a danni ingentissimi e conseguenze di notevole gravità. Un evento luttuoso che avrebbe però costituito una svolta, ancorché a tragico prezzo di così tante vite, sotto il profilo dei grandi interventi per la messa in sicurezza dal punto di vista idrogeologico della città”,  dichiara il presidente del Consiglio regionale Stefano Balleari, presente oggi alla cerimonia istituzionale a Genova.

Sanna (Pd): “Proseguire nell’impegno, resta tanto da fare”

 “Ricordare – ha dichiarato il capogruppo del Pd in Regione Armando Sanna, che ha partecipato questa mattina alla commemorazione – è importante per non dimenticare le tragedie che hanno colpito la nostra città, per essere vicini ai familiari delle vittime di quelle alluvioni e per rinnovare l’impegno a lavorare insieme per prevenire e proteggere i nostri territori e i cittadini. Bisogna proseguire nell’impegno della messa in sicurezza dei versanti, dei rivi e dei torrenti”. “La memoria delle alluvioni del 2011 e del 2014 – ha concluso Sanna – ci deve spingere a continuare a impegnarci con determinazione. Qualcosa è stato fatto, ma tanto ancora rimane da fare dal punto di vista della prevenzione, delle manutenzioni ordinarie, e noi ci impegneremo ogni giorno perché sia sempre alta l’attenzione sulla messa in sicurezza idrogeologica di Genova e di tutta la Liguria”.

 

Autore
Genova24

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