All’estero una ricetta italiana su due è sbagliata
- Postato il 6 agosto 2025
- Cucina
- Di Blitz
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Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, più della metà dei turisti italiani (51%) in viaggio all’estero ha trovato ricette italiane profondamente alterate. Il caso più recente è quello della cacio e pepe “fake” preparata dalla BBC, che ha suscitato l’indignazione di molti per l’uso improprio degli ingredienti. Ma non è certo un episodio isolato: la cucina tricolore è sempre più vittima di reinterpretazioni discutibili. Piatti iconici come la carbonara vengono regolarmente storpiati. In Belgio, ad esempio, è diffusa la sostituzione del pecorino con la panna, mentre nei paesi anglosassoni il guanciale viene rimpiazzato dal bacon. Eclatante fu il caso del “carbonara gate” in Francia, dove una video-ricetta divenne virale per la sua totale infedeltà alla preparazione tradizionale.
I falsi alimentari e l’agropirateria globale
L’alterazione delle ricette è solo la punta dell’iceberg. Il problema più grave è la diffusione di prodotti contraffatti che si spacciano per italiani. Un esempio tipico è il cosiddetto “Romano cheese” negli Stati Uniti, spesso prodotto con latte di mucca invece del pecorino di pecora. L’introduzione di dazi e barriere commerciali, come quelli voluti dall’ex presidente Trump, ha reso ancora più difficile l’accesso ai veri prodotti italiani, spianando la strada all’agropirateria. Si tratta di un mercato nero che vale circa 120 miliardi di euro, alimentato da guerre commerciali, sanzioni ed embarghi.
I danni economici e culturali del falso Made in Italy
La mancanza di chiarezza sulle ricette autentiche e sui prodotti originali mette in serio pericolo sia la reputazione sia l’economia dell’agroalimentare italiano. La Coldiretti stima che, se si riuscisse a fermare la falsificazione dei prodotti italiani nel mondo, le esportazioni alimentari potrebbero triplicare. Oggi, invece, a causa della diffusione di cibi “sbagliati” e di imitazioni prive di legame con il nostro territorio, si assiste a una svalutazione della qualità percepita del Made in Italy.
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