All’Auditorium di Roma si cambia davvero. Un grande ampliamento degli spazi pubblici

  • Postato il 14 settembre 2025
  • Architettura
  • Di Artribune
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A inizio settembre, la Giunta capitolina ha espresso parere favorevole all’ampliamento del “Sagrato” dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. È stato infatti approvato il Piano di fattibilità tecnica ed economica del progetto redatto dagli studi RPBW – Renzo Piano Building Workshop e Alvisi Kirimoto. Un risultato che il sindaco Roberto Gualtieri ha inserito nella più ampia “operazione di rigenerazione urbana che punta a rafforzare il ruolo culturale e innovativo di respiro internazionale del quadrante Flaminio. Il nuovo sagrato dell’Auditorium si inserisce in un disegno complessivo che ha l’obiettivo di migliorare la qualità e la fruibilità degli spazi pubblici. Vogliamo che l’Auditorium diventi per cittadini e visitatori un luogo ancora più verde e vivibile, sempre più all’altezza della sua vocazione”. Soddisfazione è stata poi espressa dall’Amministratore Delegato della Fondazione Musica per Roma Raffaele Ranucci, che considera il piano come un “passaggio fondamentale che rafforza il ruolo dell’Auditorium, che si amplia e si rinnova, aggiungendo valore a una funzione già oggi strategica e internazionale (…) Il nuovo sagrato non sarà solo un intervento architettonico, ma un vero e proprio spazio pubblico rigenerato, più verde, accogliente e integrato con il quartiere”.

Roma, ampliamento del “Sagrato” dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Render © Flooer - Courtesy of Alvisi Kirimoto e RPBW 
Roma, ampliamento del “Sagrato” dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Render © Flooer – Courtesy of Alvisi Kirimoto e RPBW 

Come cambieranno ingresso dell’Auditorium e spazi pubblici limitrofi con il nuovo progetto

Dall’investimento di circa 3,5 milioni di euro sono attesi l’ampliamento e la riqualificazione degli spazi pedonali a ridosso dell’Auditorium. L’attuale accesso da via Pietro de Coubertin sarà modificato dall’estensione del cosiddetto “sagrato”, con una sequenza spazi verdi (circa 800mq di nuovo verde, oltre alla sistemazione di quello esistente con una trentina di nuove piantumazioni) e piazze. Un ridisegno che inciderà nel percorso di accesso agli spazi dell’Auditorium e nella sua complessiva relazione con l’intorno urbano. Oltre agli aspetti legati al verde, a unificare l’intervento sarà la nuova pavimentazione (circa 4260 mq di suolo permeabile), dalla quale sono attesi benefici anche di carattere ambientale (abbattimento dell’isola di calore e migliore gestione delle acque meteoriche per ridurre il rischio di allagamenti). Abbiamo parlato del valore del progetto per la città (e dei passaggi imminenti) con l’architetto Massimo Alvisi, cofondatore dello studio AlvisiKirimoto.

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© Flooer – Courtesy of Alvisi Kirimoto e RPBW

Nuovo sagrato di accesso all’Auditorium di Roma: a dialogo con l’architetto Massimo Alvisi

Con l’ok al Piano di fattibilità tecnica ed economica, quali sono i tempi e i passaggi imminenti dell’intervento?
Finalmente si parte con i lavori. Approvato il progetto, ora ci sarà la gara d’appalto e quindi ci vorranno ancora due, tre mesi per poter definire tutti i dettagli. Spero tra dicembre 2025 e gennaio 2026 vengano assegnati i lavori e quindi si possa poi partire con la realizzazione delle opere. Teoricamente dovrebbero essere completate entro fine anno dell’anno prossimo. Oltre allo sviluppo della progettazione esecutiva, penso poi che con lo studio RPBW faremo la direzione artistica.

Come possiamo immaginare il nuovo aspetto dell’area pubblica dell’Auditorium?
Innanzitutto penso che l’estensione del sagrato sia veramente un atto, un gesto dovuto alla città di Roma. Questo impegno faceva embrionalmente parte del progetto iniziale dell’Auditorium, che nasceva anche con una volontà di raccordo urbano tra i vari ambiti del quartiere Flaminio: il Villaggio Olimpico, lo Stadio Flaminio, il Palazzetto dello Sport, quella che poi sarebbe diventata l’area del MAXXI da una parte, e dall’altra parte Villa Glori. Quell’idea di avere una connessione urbana pubblica oggi, finalmente, siamo riusciti a restituirla in un progetto reale. Ci sarà un parco lineare che agirà sia come punto di incontro tra le varie aree, sia come una piazza, con ulteriore spazio anche per la cultura. È qualcosa che mancava e il suo completamento è veramente importante.

L’intervento riguarda anche parte del viadotto di Corso Francia. Cosa cambierà?
Ne riqualifichiamo una parte. Quindi l’ingresso all’Auditorium avverrà in modo ancora più decoroso, grazie alla rinnovata illuminazione dell’opera, con le piccole aree verdi che realizzeremo sotto il viadotto e poi con la connessione con lo spazio verde proprio a ridosso del Villaggio Olimpico. Però non dobbiamo dimenticarci un’altra cosa.

Ovvero?
Quando, anni fa, l’architetto Piano ha disegnato i primi schizzi, prevedeva il ricongiungimento con il parco di Villa Glori, che si colloca in continuità, esattamente in asse, con viale Guido Reni. Questo era uno dei punti iniziali del progetto e viene concretizzato, con quella che sarà anche una passeggiata verso Villa Glori. Questo gesto, secondo me, è molto importante: riconnettere verso il MAXXI la Villa è essenziale per riqualificare quel quadrante della città.

Dal Flaminio all’EUR: i progetti di Alvisi Kirimoto a Roma

Città che attraversa una fase di fermento, non solo grazie al traino del Giubileo. Come Alvisi Kirimoto siete attivi all’EUR. Come procede la riqualificazione del Palazzo dei Congressi progettato da Adalberto Libera?
Molto bene. Abbiamo consegnato la progettazione esecutiva, quindi penso che entro fine anno verranno lanciate le varie gare, per poter poi iniziare (e concludere) i lavori nel 2026. Si tratta di un grandissimo obiettivo. Ci stiamo rendendo conto che l’attenzione sull’intero EUR sta cambiando, si sta amplificando. Ci sono tanti progetti di riqualificazione e di risanamento in progress: penso che il rinnovato Palazzo dei Congressi sarà uno dei punti di svolta di questo processo. 

Cosa intende?
Non soltanto ne vengono estese alcune funzioni, ma diventerà uno dei primi esempi di riqualificazione del Moderno in Italia e su scala europea. A Berlino è stata fatta una bellissima operazione nella Neue Nationalgalerie di Ludwig Mies van der Rohe, riqualificata da Chipperfield qualche anno fa. Dato che lavoriamo su un gioiello dell’architettura moderna, in uno dei primi interventi di questa importanza in Italia, credo potrà avere un’ampia risonanza. Tra l’altro, sempre a Roma, stiamo facendo altri progetti, tra cui una piazza a Montespaccato.

Di cosa si tratta?
È uno dei progetti del programma 15 MUNICIPI 15 PROGETTI per la città in 15 MINUTI lanciato da questa amministrazione che, secondo me, sta facendo un’operazione di riqualificazione degli spazi pubblici unica a livello europeo. Quello che è avvenuto in città negli ultimi due anni in città è impressionante, soprattutto ragionando sulla riqualificazione dei spazi pubblici, ovvero quelli che possono davvero migliorare la vita dei cittadini. C’è una radicale trasformazione che sta investendo Roma ed è paradigmatica di un modo nuovo di riqualificare il tessuto urbano, che unisce architettura, archeologia, storia e, come nel caso dell’EUR, moderno.

Valentina Silvestrini

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