Alla scoperta di Lucera, Capitale della Cultura 2025: viaggio nella terra dove storia e leggenda si intrecciano
- Postato il 8 ottobre 2025
- Viaggi
- Di Il Fatto Quotidiano
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Chissà che aspetto magnifico doveva avere quando il suo skyline era solcato da minareti e cupole di moschee, e nel suo centro ci si poteva imbattere in un harem o in un serraglio! Proprio qui a Lucera, Federico II concentrò infatti quegli arabi che in Sicilia creavano disordini, che divennero motore dell’economia locale e furono talmente fedeli alla corona sveva da costituire la guardia del Corpo reale. Ai francesi e soprattutto al papato quest’isola saracena non dovette piacere più di tanto, per cui i mussulmani furono liquidati in breve tempo. Ecco perché la città conserva due splendidi monumenti gotici, piuttosto rari nel resto della regione che presentano elementi in romanico. Anche se quel passato sembra remoto, oggi, tuttavia, si possono ammirare, oltre ai monumenti più celebri, numerosi palazzi gentilizi e respirarvi un’atmosfera pacata e ‘nobile’. Saranno passati pure più di duecento anni, ma l’immenso orgoglio lucerino si avverte ancora oggi ascoltando il racconto di Simone, la nostra espertissima guida, che ci porta tra le strade di Lucera, la città foggiana, considerata la “Perla dei Monti Dauni”, nominata “Capitale Cultura Puglia 2025”; un riconoscimento di capitale regionale della cultura che ha portato a un anno ricco di eventi e iniziative, con l’obiettivo di valorizzare il territorio e il suo patrimonio.
Scoprire alcuni tesori poco conosciuti
L’Anfiteatro augusteo è il nostro punto di partenza per un tour della città. Tra i più antichi dell’Italia meridionale, si presenta in tutto il suo splendore e nella sua forma ellittica un po’ schiacciata. Ai due capi dell’asse più lungo si aprivano gli ingressi principali, mentre alle testate del più corto i due ingressi secondari portavano nei sotterranei e nell’arena. Lasciato alle spalle l’anfiteatro ci inoltriamo nel rione delle “Terme romane”, delle quali si notano ancora le antiche murature. Ma ci aspetta una chicca: il Museo di Archeologia Urbana, il più importante di Lucera, dedicato a Giuseppe Fiorelli, archeologo napoletano, figlio di una famiglia lucerina, situato nel settecentesco palazzo Cavalli. Gironzolando per le strade della città, si arriva a Palazzo Mozzagrugno (il Palazzo Comunale), dove all’interno è custodito il Teatro Garibaldi, detto anche Teatro Petruzzelli, il teatro simbolo di Bari in miniatura; l’’edifico ospita fino a 700 posti a sedere. Da non lasciarsi sfuggire, Vico Ciacianella, il passaggio più angusto di Lucera e tra le più strette vie d’Europa, con i suoi 40 centimetri di larghezza massima. La viuzza quasi obbligata per piazza del Duomo, cuore della città. Il salotto in pietra della città caratterizzato dal Duomo di Santa Maria, edificio gotico-angioino (l’unico in tutta la Puglia), circondato dal Museo Diocesano e dal Circolo Unione. E proprio nel Circolo Unione è stato girato, nel 1987, il film di e con Massimo Troisi, “Le vie del Signore sono finite”. Da vedere, il Santuario di San Francesco Fasani, l’unico santo originario della provincia di Foggia, vissuto tra fine del 1600 e l’inizio del 1700. Sosta d’obbligo, Villa Comunale (sul terzo dei colli di Lucera): percorrendola tutta si arriva all’ex Convento del Santissimo Salvatore, sede della Pinacoteca Comunale e soprattutto dei mosaici paleocristiani di San Giusto: i mosaici provengono da un complesso architettonico, tardo romano e paleo-cristiano, ritrovato per caso, in campagna, a pochi chilometri da Lucera, durante i lavori di costruzione di una diga. Dopo una pausa pranzo presso la Masseria Sant’Agapito, struttura rilassante in mezzo agli ulivi poco fuori città, ci dirigiamo alla Fortezza svevo-angioina (detta anche Castello di Lucera), che si arriva dopo aver raggiunto colle Albano, il più alto di Lucera con i suoi 240 metri. La forma della Fortezza, dal basso, ricorda un quadrato, ma, attraverso alcuni studi recenti, si è compreso che la parte alta, non più visibile, ha forma ottagonale. Tutta un’altra storia con gli Angioini, i quali, arrivando a Lucera, circondarono di fatto il Palazzo di Federico II, costruendo una cinta muraria con fossato, isolando i saraceni.











Visita del museo archeologico di Ascoli Satriano: nel regno dei grifoni
Ascoli Satriano, l’antico “Ausculum” di epoca preromana e abitato dalla popolazione dei Dauni, è una perla preziosa della Puglia dal punto di vista artistico e archeologico. Nel cuore del paese sorge il Polo Museale, che custodisce, tra i reperti di grande pregio artistico e storico, anche i Grifoni realizzati in marmo policromo, unici nel loro genere, il cui valore è inestimabile. Questi pezzi sono stati rinvenuti nel 1976-1978 da alcuni tombaroli che entrarono in una tomba appartenuta ad una famiglia di principi dauna e si ritrovarono nella camera funeraria. Insieme al corredo funerario, venne trovata la coppia di Grifi variopinta. Dopo essere finiti in America, nella collezione del Paul Getty Museum di Los Angeles, questi e altri preziosi oggetti tornarono in Italia, per essere prima esposti a Roma e infine nel Museo di Ascoli Satriano, dove sono tuttora. Sono splendidi capolavori. con molta probabilità al IV secolo a.C, la cui bellezza è rimasta intatta nel tempo, che suscitano grande emozione in chi li osserva.
Andare per ristoranti (e non solo)
Mangiare bene a Lucera è facilissimo, basta conoscere gli indirizzi giusti. Sicuramente tra i ristoranti più interessanti, che negli ultimi anni si sono conquistati tutto l’amore e il rispetto ci sono Santèn, dall’atmosfera chic e rilassante, a pochi passi dalla Piazza del Duomo, nel cuore della città. Propone una cucina ricercata, con una selezione delle materie prime con un ottimo accostamento di sapori. Altro nome da segnare e provare è Il Presidente, dello chef Massimo Ferosi. ricavato dalla vecchia stalla del Palazzo nobiliare in cui è situato, dove si possono mangiare specialità di pesce e piatti con ingredienti locali e di stagione, da accompagnare a vini pregiati (possiede una cantina di vini con oltre 300 etichette!). E poi c’è Modigliani Osteria contemporanea, un luogo in cui la cucina è convivialità ma anche narrazione, design, cultura e ricerca. Ogni particolare, dalle luci all’arredamento, al profumo è pensato per evocare emozioni. Una cucina che vuole raccontare un viaggio, ispirato dalle tradizioni ma aperto al mondo. E per chi vuole acquistare prodotti locali? Ecco l’indirizzo giusto: Fratelli Carrino, Azienda Agricola Italiana certificata biologica, località Pavoni (Brogo San Giusto) Lucera, che produce olio, formaggio pecorino e lana. E dove degustare un buon vino (e acquistarlo)? Alle cantine Cappabianca, dove la tradizione si intreccia con la passione. I vini top? Il Salacia, un vino bianco armonioso ed equilibrato e il Cacc’e Mmitte DOC di Lucera, con note fruttate e floreali, dal gusto morbido, equilibrato e di buona persistenza.
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