Alla sala prelievi dell’ospedale di Pizzo un solo infermiere per 30 pazienti

  • Postato il 24 settembre 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 5 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Alla sala prelievi dell’ospedale di Pizzo un solo infermiere per 30 pazienti

In occasione del turno per i prelievi ematici presso l’ambulatorio dell’ospedale di Pizzo presente un solo infermiere, che non ha retto allo stress


PIZZO – Caos all’ospedale cittadino con un solo infermiere presente In occasione del turno per i prelievi ematici. Che la sanità in provincia di Vibo Valentia versi in uno stato di perenne affanno è un dato di fatto ormai tristemente metabolizzato dai cittadini. Liste d’attesa interminabili, carenza di medici e personale infermieristico, fughe verso altre province per ricevere cure adeguate sono solo alcuni dei capitoli di un romanzo sanitario che sembra non avere mai fine.
A volte, però, più delle grandi inchieste o dei numeri snocciolati dalle statistiche, è un’immagine catturata nella quotidianità a restituire la reale dimensione del problema.


È quanto accaduto, venerdì 19 settembre, in occasione del turno per i prelievi ematici presso l’ambulatorio dell’ospedale di Pizzo. La scena che si presentava era quella di una sala d’attesa gremita, con circa trenta persone in coda, la maggior parte delle quali anziane, con volti segnati non solo dall’età ma anche da una palpabile preoccupazione. L’aria era carica di un’ansia silenziosa, una tensione che cresceva col passare dei minuti. Eppure, in questo quadro di disagio, emergeva con forza anche lo spirito forte e ottimista tipicamente pizzitano: una miscela di goliardia e della capacità di adeguarsi all’istante alla situazione. Nessuna scena di rabbia, come sarebbe stato lecito attendersi vista la precarietà numerica degli addetti, ma piuttosto un’attitudine quasi rassegnata, la cronica abitudine di fronte a casi simili. Questa calma apparente, tuttavia, trovava la sua origine in una sconcertante realtà: a gestire tutto, da solo, vi era un unico infermiere.

All’ospedale di Pizzo sala prelievi gremita, con un solo infermiere costretto a occuparsi di 30 pazienti

Un professionista encomiabile, va detto, armato di una preparazione e di una pazienza straordinarie, costretto a un vero e proprio tour de force. La stessa persona si occupava dell’accettazione e della registrazione dei pazienti, effettuava materialmente il prelievo e, subito dopo, provvedeva alla meticolosa catalogazione delle provette. Un lavoro che richiederebbe concentrazione e serenità, ma che in quelle condizioni si trasformava in una corsa contro il tempo e contro il rischio E, puntualmente, l’imprevisto a conferma della criticità della situazione è arrivato.

Durante la sessione di prelievo, lo stesso instancabile infermiere ha accusato un leggero malore. Un cedimento fisico probabilmente dovuto allo stress e al sovraccarico di lavoro. Le operazioni, di conseguenza, si sono dovute interrompere, costringendo i pazienti ad attendere ulteriormente, in silenziosa comprensione, che l’unico baluardo di quel servizio si riprendesse.
Il disagio, acuito da questa ulteriore attesa, era evidente soprattutto tra quei pazienti che dovevano sottoporsi a prelievi più complessi.

Nella sala prelievi non vi era traccia di un lettino o di una postazione idonea per gestire un’emergenza

Nella sala non vi era traccia di un lettino o di una postazione idonea per gestire un’emergenza. Come avrebbe potuto un singolo infermiere, peraltro provato fisicamente, soccorrere una persona a terra, metterla in sicurezza e allo stesso tempo evitare che la situazione degenerasse? È una domanda retorica che svela una falla gravissima non solo a livello organizzativo, ma anche di sicurezza basilare per pazienti e operatori.
La presenza di almeno due figure professionali non dovrebbe essere un lusso, ma lo standard minimo per garantire un servizio dignitoso e sicuro. La scena di ieri mattina non è un caso isolato, ma il sintomo di un sistema che si regge unicamente sulla dedizione e sul sacrificio del singolo, spinto ormai oltre ogni limite. Un eroismo silenzioso che, però, non può e non deve essere la soluzione. Serve un intervento strutturale, prima che la corda, già tesissima, si spezzi definitivamente.

Il Quotidiano del Sud.
Alla sala prelievi dell’ospedale di Pizzo un solo infermiere per 30 pazienti

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti