Albenga, scontro in aula su Gaza. La minoranza: “Invotabile Palestina come Stato democratico”. Radiuk: “Solo alibi”
- Postato il 1 agosto 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Albenga. Durante il consiglio comunale albenganese di ieri sera, giovedì 31 luglio, è stata portata in discussione una delibera proposta dalla maggioranza di “vicinanza alla popolazione vittima della guerra a Gaza“. Il punto all’ordine del giorno è passato con i soli voti della maggioranza, mentre la minoranza si è astenuta.
Le ragioni dei voti favorevoli e contrari sul punto
Il primo intervento è stato quello del consigliere Raiko Radiuk, promotore della proposta, che ha dichiarato: “Stiamo parlando di uomini, donne e bambini. Un vero e proprio genocidio di fronte al quale non possiamo chiudere gli occhi. Questa delibera certamente non cambierà la situazione, ma è fondamentale manifestare il nostro NO alla guerra e alla sopraffazione. Anche noi, durante la Seconda Guerra Mondiale, abbiamo vissuto tragedie simili. Proprio per questo, Albenga oggi sceglie di non rimanere in silenzio di fronte a quello che sta accadendo”.
Si legge in una nota dell’amministrazione ingauna: “Durante la discussione, la maggioranza consiliare ha rivolto un appello unanime al senso di umanità e alla responsabilità collettiva, auspicando un voto condiviso su un tema che travalica le appartenenze politiche”.
Il consigliere Giorgio Cangiano, nel suo intervento, ha sottolineato: “Di fronte alla tragedia bisogna fare qualcosa. Questo è il minimo. Leggo sui social che dovremmo occuparci di altro, ma è fondamentale esprimerci chiaramente. Anche Hitler fu eletto, e anche Netanyahu lo è stato: ciò non può giustificare l’inerzia. La politica è anche sentimento. Abbiamo già preso posizione per l’Ucraina; non farlo ora per Gaza è inaccettabile. Non prendere posizione su una tragedia simile è grave. Se questa delibera non venisse votata all’unanimità, io personalmente me ne vergognerei”.
Parole forti anche dall’assessore Marta Gaia, che ha ricordato: “La volontà espressa nella delibera si chiama umanità. Gaza è poco più piccola della provincia di Savona: lì non c’è una guerra, ma uno sterminio. Sparano a chi cerca gli aiuti umanitari. I bambini bevono dalle pozzanghere. Le donne devono scegliere a quale figlio dare l’unico pezzo di pane. Non possiamo far finta di niente, non come politici, ma come esseri umanità”.
Il sindaco Riccardo Tomatis ha aggiunto: “Sono orgoglioso della mia maggioranza. Non siamo qui per decidere chi ha ragione, ma per non abbassare lo sguardo di fronte a una tragedia. Chi chiede di ‘occuparci di altro’ banalizza il senso della politica. Gli interventi del consigliere Raiko Radiuk e dell’assessore Marta Gaia sono stati toccanti. Non si chiedono emendamenti su argomenti come questo: si vota e basta. Dimostriamo che non accettiamo che i bambini siano bersaglio di mitragliatrici. Chi oggi cerca modifiche al testo, forse lo fa per la vergogna di aver espresso la volontà di non votare e vuole una scusa per poter rimediare. Se è così andate oltre. Votate insieme a noi questa delibera e fate vedere che tutti noi siamo contro la guerra”.
Così il consigliere di minoranza Nicola Podio: “Siamo contrari alla guerra e favorevoli a fermare il genocidio in corso a Gaza. Il punto è che nel testo della delibera erano presenti posizioni che non riteniamo condivisibili, oltre ad alcuni errori formali che sarebbe stato semplice correggere. La maggioranza ha scelto ostinatamente di andare avanti, ignorando le nostre proposte, che erano semplici e di buon senso. Condividiamo, e continuiamo a condividere, la richiesta di fermare il genocidio a Gaza. Tuttavia, l’intervento del consigliere Radiuk non corrisponde al testo che ci è stato sottoposto al voto. Abbiamo chiesto modifiche minime per rendere la delibera anche formalmente corretta. Ci sono state negate senza alcuna giustificazione, sostenendo che ‘su questi argomenti si vota e basta’. Ma non è così: la forma è sostanza”.
In particolare, gli esponenti della minoranza ingauna avevano chiesto di modificare — eliminandolo — un passaggio della delibera in cui si faceva riferimento al riconoscimento della Palestina come “Stato democratico e sovrano, con Gerusalemme quale capitale condivisa”. Una proposta di modifica che è stata rigettata dalla maggioranza.
I consiglieri di minoranza, come detto, hanno proposto alcune modifiche testuali minime come condizione per il sostegno al punto all’ordine del giorno, scelta giudicata “strumentale” da molti consiglieri della maggioranza.
A conclusione del dibattito, il consigliere Raiko Radiuk ha aggiunto: “Si vogliono cambiare sei parole in un testo di quattro pagine solo per trovare un alibi. Lascio alla coscienza di ciascuno questa valutazione. Il mondo può cambiare anche con piccoli gesti. Questa delibera, costruita anche sulla base di quelle già approvate in altri Comuni, chiede solo una cosa: pace a Gaza”.