Agricoltori savonesi e liguri in piazza a Bruxelles: “Difesa della Pac e della sovranità alimentare”

  • Postato il 18 dicembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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protesta agricoltori Bruxelles

Liguria. “Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello di Cia-Agricoltori Italiani alla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.

Alla protesta presente una delegazione di Cia Savona e di Cia Liguria, guidata dal presidente provinciale Sandro Gagliolo e dal presidente regionale Stefano Roggerone, in quanto le conseguenze rispetto alle decisione UE potrebbe avere ricadute sulle produzioni e filiere agricole del nostro territorio.

La data di oggi è stata scelta appositamente: la Commissione punta a un accordo sul nuovo bilancio UE entro il 20 dicembre, e oggi i leader europei si sono riuniti a Bruxelles per discutere il bilancio comune 2028-2034 e altre questioni strategiche, tra cui la situazione in Ucraina.

La folta delegazione Cia si è riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.

Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).

“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma – ha evidenziato Cia -. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.

È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.

“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

Sulla difesa della Politica Agricola Comune (PAC), delle filiere Made in Italy e della sovranità alimentare in piazza a Bruxelles anche la Coldiretti: “La situazione è critica”, dichiara Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria. “La Commissione europea ha proposto di tagliare 90 miliardi alla PAC e di destinare una parte di queste risorse alla difesa. Per l’Italia si tratta di 9 miliardi in meno rispetto al bilancio attuale, un colpo diretto ai redditi, alla capacità produttiva e al sostegno alle imprese liguri. All’Europa oggi abbiamo chiesto a gran voce una PAC forte e finanziata, certezza di reddito per gli agricoltori, sostegno al ricambio generazionale, investimenti concreti in innovazione e sostenibilità, e la difesa della sovranità alimentare europea. Vogliamo un’Europa che metta l’agricoltura al centro, che dia strumenti reali per produrre meglio, tutelare ambiente e territorio e garantire cibo sicuro per tutti.”

Gli agricoltori liguri hanno portato all’attenzione della Commissione e del Parlamento UE le specificità del territorio regionale: olive, vino, florovivaismo, miele e altri prodotti tipici rischiano di perdere mercato senza risorse adeguate e protezioni commerciali.

“Non siamo contrari agli accordi commerciali”, aggiunge Bruno Rivarossa, delegato confederale di Coldiretti Liguria, “ma chiediamo che ogni trattato sia realmente reciproco. Accordi come il Mercosur rischiano di mettere in difficoltà le nostre aziende, perché le produzioni importate non rispettano gli stessi standard europei su ambiente, lavoro e sicurezza alimentare.”

La PAC deve tornare a essere una priorità strategica europea, con risorse certe, investimenti concreti e politiche che tutelino territori e sovranità alimentare. Concludono boeri e Rivarossa. “Oggi a Bruxelles abbiamo portato la forza dei nostri territori e delle imprese agricole direttamente al cuore delle istituzioni europee, per chiedere rispetto e sostegno concreto. Senza agricoltura non c’è futuro per l’Europa, e senza un’Europa che garantisca futuro non può esserci una vera comunità.”

Autore
Il Vostro Giornale

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