Affidopoli, Telesca sceglie di non spiegare ai consiglieri di minoranza

  • Postato il 20 novembre 2025
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 Affidopoli, Telesca sceglie di non spiegare ai consiglieri di minoranza

Affidopoli, niente schiarite in aula, la minoranza incalza il sindaco Telesca anche sull’ex Coni: «Si alimentano dubbi, invece che dissiparli». Slitta la replica  sui lavori in una scuola alla ditta – non edile – degli storici soci di un mago tv.


POTENZA- Sono slittate al 1 dicembre le delucidazioni annunciate dal sindaco Vincenzo Telesca sul filone potentino dell’ “affidopoli lucana”. Coi lavori alla scuola Sinisgalli affidati alla Shake srls di Lamezia Terme: una ditta di comunicazione  manco iscritta al registro delle imprese per questo tipo di attività, fondata nel 2022 dagli storici produttori del celebre mago tv “Fratello Diego”.

SLITTA IL CHIARIMENTO DI TELESCA IN CONSIGLIO SU “AFFIDOPOLI” RICHIESTO DALLA MINORANZA

Ieri mattina, 19 novembre 2025,  durante la prima seduta ordinaria del consiglio comunale dall’esplosione del caso, l’attesa di quanti speravano in un chiarimento sull’interrogazione presentata agli inizi di ottobre dai consiglieri di minoranza al gran completo sono andate deluse. Anche se nei giorni scorsi il primo cittadino ha già anticipato la linea, evidenziando alla Tgr che si tratta di «procedure seguite nel rispetto del codice degli appalti su cui il sindaco non è competente». Toccherà aspettare altre due settimane, quindi, per capire che tipo di verifiche sono state condotte sull’operato degli uffici. A partire dall’apparente spezzettamento dei lavori sulle coperture della palestre comunali in due commesse da 29mila e 21mila euro. Operazione che potrebbe essere servita, in ipotesi, a mantenere gli affidamenti sotto la soglia dei 40mila euro ed esonerare gli stessi uffici comunali dalle verifiche sulle auto-dichiarazioni delle ditte prescelte.

I LEGAMI TRA IMPRESE E POLITICA LOCALE

Dunque la Shake srls dei coniugi Pistocchi, passati in pochi anni dalla promozione di “Fratello Diego” su radio e tv locali calabresi alla comunicazione per enti pubblici lucani come Arpab e Parco nazionale dell’Appennino lucano, e ora persino ai  lavori pubblici. Come dimostra la commessa da 29mila euro alla Sinisgalli. Quindi la Media srls guidata da Antonio Postiglione, che ha ottenuto l’altro affidamento, da 21mila euro, per i lavori nelle restanti palestre comunali. Lo stesso Antonio Postiglione che alla Camera di commercio risulta in affari da anni col figlio dei Pistocchi, Diego, mentre suo fratello, l’ex patron del Potenza calcio Giuseppe, non nasconde la vicinanza al primo cittadino Telesca e proprio dei vertici di Arpab e Parco dell’Appennino.

NUOVO CASO: I LAVORI ALL’EX CONI DI MONTEREALE

In vista della seduta del 1 dicembre, ad ogni modo,  l’opposizione ha annunciato anche un’ulteriore interrogazione destinata ad alzare non poco la temperatura in aula. A proposito dei lavori da 5milioni e mezzo di euro per la riqualificazione del palazzetto Ex Coni di Montereale affidati a una ditta, la Pace Rocco Costruzioni srl, già finita al centro di discussioni in consiglio per alcuni affidamenti diretti ricevuti nei mesi scorsi. La stessa Pace Rocco Costruzioni srl che di recente ha ultimato la trasformazione in un’elegante “guest house” del palazzo acquistato dalla moglie del primo cittadino in piazza Matteotti. Affianco al tempietto di San Gerardo.

LE POLEMICHE SULLE DEMOLIZIONI NONOSTANTE LA SOSPENSIVA

«I gruppi consiliari di centrodestra del Comune di Potenza esprimono profonda preoccupazione per la scelta dell’amministrazione comunale di avviare le demolizioni della palestra Coni proprio il 13 novembre 2025, quando mancavano appena 19 giorni all’udienza del Consiglio di Stato che avrebbe potuto chiarire definitivamente il quadro della gara d’appalto». Così in una nota diffusa in serata, commentando la decisione di ignorare la sospensiva dell’appalto ordinata dai giudici amministrativi. Accogliendo il ricorso della ditta classificatasi seconda nella gara-lampo effettuata a marzo. I consiglieri di minoranza parlano di «una tempistica che appare quantomeno inspiegabile, soprattutto alla luce del fatto che l’intero intervento – finanziato per oltre 6,9 milioni di euro – è ancora sospeso nel pieno di un contenzioso».

«Il Consiglio di Stato, infatti, aveva già congelato gli effetti della sentenza del Tar e fissato un giudizio ravvicinato, peraltro anticipato su esplicita richiesta dello stesso Comune». Prosegue la nota. «Nonostante ciò, l’amministrazione ha preferito accelerare e procedere con operazioni irreversibili, assumendosi costi certi e potenzialmente inutili nel caso in cui l’aggiudicazione dovesse essere riconsiderata».

AFFIDOPOLI, TELESCA E I DUBBI DELLA MINORANZA: CUI PRODEST?

«Appare ancora più singolare che si sia scelto di imboccare questa strada scartando una soluzione ben più prudente e già individuata nelle sedi istituzionali: la verifica dei requisiti della seconda classificata, che avrebbe consentito di tutelare l’ente e di farsi trovare pronti qualunque fosse l’esito del giudizio, senza alcun rischio economico e senza la necessità di demolire un solo mattone».

Aggiungono ancora i consiglieri di centrodestra, chiedendo al sindaco «quali motivazioni possano giustificare una scelta maturata nel momento più delicato del contenzioso, quali valutazioni siano state fatte in merito ai possibili costi per il Comune e quale reale beneficio temporale si ritenga di aver ottenuto sacrificando la prudenza». «E’ inoltre necessario comprendere perché, dopo aver pressato per anticipare l’udienza del Consiglio di Stato, non si sia ritenuto opportuno attendere qualche giorno prima di avviare demolizioni irreversibili».

Insistono dall’opposizione. «La domanda, a questo punto, è inevitabile: cui prodest? A chi giova un anticipo così affrettato, in un contesto giuridico incerto e su opere non più recuperabili? La responsabilità delle istituzioni non è soltanto quella di agire correttamente, ma anche di evitare ogni possibile ombra sulla propria condotta». Concludono i consiglieri di minoranza. «La moglie di Cesare – si sa – non deve solo essere onesta, ma anche apparire tale. A Potenza, purtroppo, continuiamo ad assistere a decisioni che alimentano dubbi anziché dissiparli».

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