Affidopoli lucana, un mese di silenzi indecenti

  • Postato il 3 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Affidopoli lucana, un mese di silenzi indecenti

Affidopoli lucana. Ancora nessuna risposta dal sindaco di Potenza Telesca e dal governatore Bardi sulle rivelazioni del Quotidiano. Dai finti operai nelle scuole alle commesse a due associazioni fantasma (ricompensate su un conto estero)


POTENZA – Da un lato un coro di voci indignate e di richieste di chiarimenti, e dall’altra un silenzio che non lascia intendere nulla di buono.
Sta tutta in questo contrasto, stridente, la tensione provocata dalle rivelazioni del Quotidiano sulle commesse del Comune di Potenza a finti operai e quelle a due fantomatiche associazioni da parte di Regione Basilicata, Arpab, Acquedotto lucano e Parco nazionale.

AFFIDOPOLI LUCANA, «SCANDALO SENZA PRECEDENTI»

A un mese esatto dalle prime puntate dell’inchiesta sull’“affidopoli lucana” è possibile tracciare un bilancio e l’afasia dei vertici delle amministrazioni coinvolte racconta molto più di tante formule vuote l’imbarazzo per l’accaduto.
I primi a chiedere lumi al sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca, erano stati gli esponenti dell’opposizione consiliare – di centrodestra – del capoluogo, parlando di uno «scandalo senza precedenti» col Comune ridotto a scegliersi «un negozio di informatica e comunicazione» per il rifacimento della copertura della palestra della scuola Sinisgalli. Per la precisione un’agenzia di stampa di Lamezia Terme, la Shake srls.

LO SPEZZETTAMENTO

Nei giorni successivi una seconda richiesta di chiarimenti aveva messo a fuoco il possibile spezzettamento dei lavori di manutenzione delle palestre delle scuole comunali. A distanza di 5 giorni dalla commessa da 30mila euro alla Shake srls, infatti, il Comune aveva affidato 17.700 euro di «lavori di manutenzione straordinaria da eseguire sulle coperture delle palestre comunali per l’eliminazione di infiltrazioni di acqua piovana» a un’altra ditta di comunicazione, la Media srls di Antonio Postiglione, fratello di un fedelissimo del primo cittadino come il poliedrico editore Giuseppe Postiglione, e da tempo in affari con la Shake srls. Quanto basta, insomma, per sospettare una manovra concordata con gli uffici comunali per aggirare i controlli sui requisiti delle ditte incaricate di una qualunque opera pubblica, che scattano oltre i 40mila euro.

IN REGIONE

Dura anche l’opposizione – di centrosinistra – in Consiglio regionale, che dopo aver chiesto informalmente lumi al governatore Vito Bardi ha protocollato un’interrogazione vera e propria sugli affidamenti a “Mediamente” e “Cooperare”, due associazioni paravento formalmente costituite a novembre dell’anno scorso e disconosciute dai loro stessi presunti soci fondatori.
Anche qui si parla di affidamenti spezzettati, ma per cifre molto maggiori. Per non superare la soglia dei 140mila euro oltre la quale per legge occorre indire una gara per la scelta dell’operatore economico a cui affidare una commessa pubblica.

AFFIDOPOLI LUCANA, FIRME FALSE ED ESPERIENZE INESISTENTI

Nell’interrogazione si sottolineano le rivelazioni sulle firme false apposte sull’atto costitutivo di una di queste due associazioni, i furti di identità denunciati da alcuni dei presunti soci fondatori, oltre che le stranezze delle due associazioni, e l’assenza di quelle «documentate esperienze» indicate nelle determine di affidamento di varie commesse del gruppo Regione. Incluse quelle da 200mila euro complessivi sul potenziamento della sicurezza informatica dell’Agenzia regionale per l’ambiente, che nei giorni scorsi sono state revocate in autotutela.

«COLLEGAMENTI TRA DIRIGENTI E BENEFICIARI»

Il centrosinistra in Regione evidenzia anche «collegamenti tra soggetti dirigenti pubblici e strutture beneficiarie che potrebbero configurare conflitti di interesse». Quindi ribadisce che «la gravità delle notizie, qualora confermate, potrebbe configurare illeciti di natura penale, amministrativa e contabile, oltre a un evidente danno d’immagine per l’amministrazione regionale e per gli enti vigilati». Il tutto «in un contesto di crescente sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, aggravato dall’opacità di alcuni procedimenti di affidamento e dall’uso disinvolto delle procedure dirette».


Di qui la richiesta di conoscere se la giunta guidata da Bardi, già vicecomandante generale in seconda della Guardia di finanza «sia a conoscenza dei fatti riportati dagli organi di stampa e se siano stati avviati accertamenti interni o richieste di verifica agli enti interessati». E poi «quali siano i criteri generali utilizzati per l’assegnazione di incarichi e finanziamenti tramite affidamento diretto, e se si ritenga opportuno rivedere o rafforzare le procedure di controllo».

«SI CHIAMI L’ANAC»

La minoranza del parlamentino lucano suggerisce al governatore anche di «disporre una verifica straordinaria su tutti gli affidamenti diretti effettuati nel biennio 2024-2025 da Arpab, Acquedotto Lucano, Parco dell’Appennino Lucano e Dipartimenti regionali, in particolare per quanto riguarda gli ambiti “comunicazione”, “consulenza” e “cyber-sicurezza”».
Altra proposta è quella di fare intervenire il Nucleo ispettivo regionale o l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) «per accertare eventuali irregolarità procedurali e conflitti di interesse».
L’attesa, ad ogni modo, è di risposte sulle iniziative che il governatore intende assumere «per garantire trasparenza, legalità e tracciabilità dei flussi finanziari nei rapporti tra Regione Basilicata, enti vigilati e soggetti privati, anche attraverso la pubblicazione tempestiva e accessibile di tutti gli affidamenti diretti e delle relative motivazioni»
Infine: «se non ritenga necessario disporre l’immediata sospensione di eventuali rapporti in corso con le associazioni o società menzionate, in attesa delle verifiche di competenza».

LE ULTIME RIVELAZIONI

L’interrogazione dei consiglieri regionali di centrosinistra è arrivata prima ancora che il Parco nazionale dell’Appennino lucano revocasse la commessa da 60mila euro affidata a “Mediamente”, denunciando altri falsi nella documentazione trasmessa, e Arpab revocasse le commesse sulla sicurezza informatica.
Da ultimo ci sono state le rivelazioni sull’unico conto all’estero indicato dalle due associazioni, formalmente distinte, per ricevere il corrispettivo delle prestazioni rese. Un unico conto su una piattaforma finanziaria digitale belga, già bacchettata per carenze nei controlli anti-riciclaggio ma assai in voga tra studenti fuori sede ed extracomunitari desiderosi di trasmettere le proprie rimesse ai familiari.
Dai vertici di via Verrastro, però, nemmeno una parola. Anche se risulta avviata un’inchiesta interna per capire modalità di scelta dei contraenti degli affidamenti diretti, e verifiche effettuate da parte degli uffici del “gruppo regione” coinvolti.
Nemmeno una parola.

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