Affidopoli lucana, già 3 le interrogazioni più un’inchiesta interna
- Postato il 26 ottobre 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 3 Visualizzazioni
Il Quotidiano del Sud
Affidopoli lucana, già 3 le interrogazioni più un’inchiesta interna

Le reazioni e quanto è emerso finora sulla vicenda affidopoli lucana: due interrogazioni depositate e una annunciata più un’inchiesta interna
DUE interrogazioni già depositate dall’opposizione, di centrodestra, del consiglio comunale di Potenza. Un’interrogazione – annunciata – della minoranza di centrosinistra in Regione. La revoca di una commessa da 64mila euro del Parco nazionale dell’Appennino lucano. Quindi l’avvio di un’inchiesta interna, per volontà del governatore Vito Bardi, su altre commesse, per circa 280mila euro, affidate senza gara da Regione, Agenzia regionale per l’ambiente, e Acquedotto lucano. Più diverse prese di posizioni di sindacati ed esponenti della società civile.
Sono questi i primi frutti dell’inchiesta de l’Altravoce-Quotidiano della Basilicata sull’ “affidopoli lucana”.
IL FILONE POTENTINO
A finire per primo sotto i riflettori è stato l’affidamento diretto di lavoretti nelle scuole del capoluogo, tramite l’apposito portale informatico del Comune di Potenza, a ditte – non edili – di amici, e amici degli amici del sindaco del capoluogo, il “civico di centrosinistra” Vincenzo Telesca.
Sorprendente, in particolare, l’affidamento da 29mila euro per il rifacimento del tetto della palestra dell’istituto comprensivo Sinisgalli. A beneficiarne, infatti, è stata la Shake srls di Lamezia Terme, una ditta che al registro delle imprese dichiara di occuparsi solo di comunicazione e trasmissioni radiofoniche.
La stessa Shake srls che in primavera era già balzata agli onori delle cronache per le cointeressenze col gruppo editoriale potentino della famiglia Postiglione, molto vicino al sindaco Telesca. Cointeressenze arricchite da altri affidamenti diretti nel suo settore principale di attività da enti guidati da personalità vicine ai Postiglione. Tipo quello da 114mila euro per «attività di comunicazione promozione e altre attività connesse del Parco attraverso i social network, i media e la stampa», datato giugno 2024, da parte del Parco nazionale dell’Appennino lucano guidato dall’ex consigliere regionale di An Antonio Tisci, già dipendente della Agi srl del gruppo Postiglione. E due affidamenti più piccoli, da 11mila euro cadauno, da parte dell’Agenzia regionale per l’ambiente guidata da un altro ex di Alleanza nazionale come Donato Ramunno.
LE COMMESSE SPEZZETTATE
In seguito, compulsando la banca dati dei contratti pubblici dell’Autorità nazionale anticorruzione, sono venuti alla luce tre ulteriori affidamenti senza gara, da circa 45mila euro complessivi, per lavori nelle palestre del Comune di Potenza e alla Sinisgalli alla Media srls, amministrata da Antonio Postiglione, fratello minore del patron del gruppo Giuseppe. La stessa Media srls che al ministero dello Sviluppo economico risulta editrice di Radio Potenza Centrale e che al Registro delle imprese dichiara di occuparsi di lavori edili, sì, ma in quanto collegati all’installazione, la manutenzione e la gestione di «impianti» di radio, tv, telefonia e «nuove tecnologie».
GLI ALTRI AFFARI
Ripercorrendo gli affari lucani della Shake srls, però, è saltata fuori anche un’associazione non profit fondata a novembre dell’anno scorso, che tra agosto e settembre attraverso il Mercato elettronico della pubblica amministrazione è riuscita a ottenere, a sua volta, 155mila euro di affidamenti diretti dal duo Arpab-Parco dell’appennino lucano.
LE ASSOCIAZIONI FANTASMA
“Mediamente”, questo il nome dell’associazione di base a Torino, al registro delle imprese risulta guidata da una misteriosa 46enne argentina, “Maria Lìa Bagnoli”, dal 43enne “Dominik Lutz”, austriaco di Melk, e dal 39enne “Can Sinistar Gokhan”, naturalizzato austriaco ma nato in Turchia. Tutti e tre irreperibili.
Interrogando ancora la Camera di commercio, poi, l’argentina Bagnoli è risultata alla guida, con il turco Gokhan e l’austriaco Lutz, di una seconda associazione di base a Firenze, “Cooperare”, che a fine agosto è riuscita a ottenere anch’essa una «consulenza cyber» da 113mila euro dall’Arpab in materia di sicurezza informatica. Un affidamento di pari data e oggetto complementare a quello della gemella “Mediamente”.
Più di un indizio, insomma, per pensare a un frazionamento artificioso per non superare la soglia dei 140mila euro oltre la quale la legge prevede che gli appalti vengano affidati a seguito di gara aperta a più operatori.
LE FIRME DISCONOSCIUTE
A trasformare il caso in un potenziale scandalo, tuttavia, è stato quanto denunciando dai soci fondatori indicati nell’atto costitutivo di “Cooperare” che il Quotidiano è riuscito a contattare. Incluso un ex militare libanese che oggi guida una società di sicurezza privata negli Emirati Arabi Uniti.
Tutti e tre hanno disconosciuto le firme apposte segnalando un furto d’identità ai loro danni.
In totale le commesse pubbliche che le 2 associazioni sono riuscite ad accaparrarsi in 10 mesi di attività sono 5. Tutte in Basilicata. Da parte di Acquedotto lucano, Regione, Arpab, e Parco dell’Appennino. Alcune di queste, tipo l’organizzazione di un evento al Teatro Stabile di Potenza il 12 giugno per conto del dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, risultano anche già onorate grazie ai referenti locali delle due associazioni. I loro nomi? Ufficialmente nessuno è disposto a farli, ancora. Ma a livello confidenziale la musica è sempre la stessa: amici e amici degli amici. Con l’unica differenza che stavolta avrebbero preferito restare nell’ombra.
Il Quotidiano del Sud.
Affidopoli lucana, già 3 le interrogazioni più un’inchiesta interna