Affidopoli lucana, anche la Regione paga su conti esteri
- Postato il 30 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Affidopoli lucana, anche la Regione paga su conti esteri

Soldi su conti esteri pure dalla Regione locana: Bonificati a una società di movimentazione globale le false associazioni al centro di “affidopoli”. Per le due organizzazioni, formalmente distinte, unico conto e numero Iban.
POTENZA – Sono finiti su un conto estero anche i soldi, 14.700 euro, che la Regione Basilicata ha pagato alla fantomatica associazione “Cooperare” per l’organizzazione di un evento sulla “Rigenerazione urbana” al teatro Stabile di Potenza. Stesso conto su una piattaforma finanziaria digitale su cui Arpab ne ha pagati 70mila per un’ulteriore commessa, sempre senza gara, ma a un’altra associazione: la gemella “Mediamente”. E’ arrivata così, da un codice Iban “condiviso”, l’ultima conferma dei sospetti sulle fantomatiche organizzazioni non profit al centro dell’inchiesta del Quotidiano sull’“affidopoli lucana”. Due classiche ditte paravento, pensate per nascondere il reale beneficiario di quasi mezzo milione di commesse pubbliche da enti e amministrazioni lucane, e soltanto lucane, in meno di 10 mesi. A rivelare una volta per tutte l’esistenza di un unico centro di interesse dietro le due associazioni, formalmente distinte, sono alcune liquidazioni di pagamento che il Quotidiano ha potuto consultare.
I PAGAMENTI SENZA GARA DI ARPAB E REGIONE BASILICATA
La prima, datata luglio 2025, è dell’Arpab e contiene l’indicazione dell’Iban dell’associazione Mediamente, di base a Torino, a cui l’Agenzia regionale per l’ambiente, 3 mesi prima, aveva pensato bene di affidare la gestione del suo portare internet e l’animazione dei suoi social network. Peraltro attingendo a fondi di provenienza Eni e destinati al potenziamento dei monitoraggi ambientali sulle estrazioni petrolifere. La seconda, di fine giugno, è del Dipartimento ambiente della Regione, all’epoca ancora guidato da un colonnello in aspettativa della Guardia di finanza, nonché ex agente dei servizi segreti esteri, Michele Busciolano.
Lo stesso Busciolano che il mese prima aveva firmato l’ affidamento alla fiorentina “Cooperare” dell’organizzazione di un confronto tra esperti di urbanistica nel salotto buono del capoluogo, attingendo ai fondi nazionali dei Programmi operativi complementari (Poc). Il tutto sostenendo che l’associazione avesse «già svolto attività simili a quelle oggetto di affidamento». Sebbene dalla banca dati dei contratti pubblici dell’Anac non risulti alcunché, e alla Camera di commercio risultasse attiva soltanto da 3 mesi.
AFFIDOPOLI, I CONTI ESTERI DELLA REGIONE COME IN BELGIO E LE PERPLESSITÀ ANTIRICICLAGGIO
Dunque due commesse senza gara assegnate in via telematica e due associazioni distinte. Ma lo stesso codice Iban “BE82905144992068” sui due mandati di pagamento. Dove la sigla “BE” sta per Belgio, che è la sede di Wise Europe sa, braccio operativo nel vecchio continenente dell’ex WiseTranfer, fondata nel 2016 a Londra da due imprenditori estoni: un sistema extra-bancario ad alta tecnologia per movimentare denaro su scala mondiale molto in voga tra gli emigrati, per spedire le loro rimesse a casa. Nonostante le perplessità diffuse a livello globale in tema di anti-riciclaggio.
AFFIDOPOLI, I CONTI ESTERI DELLA REGIONE: PRESIDENTE ARGENTINA E TRE SOCI IRREPERIBILI
Nel mandato di pagamento del dg Busciolano si fa anche riferimento a una lettera a firma della presidente di Cooperare, la misteriosa argentina “Maria Lia Bagnoli”, che per la Camera di commercio guiderebbe anche la gemella “Cooperare”. Al suo interno vengono indicate tutte le attività svolte per l’organizzazione dell’evento, che in effetti ha visto anche una discreta partecipazione di pubblico. Attività evidentemente delegate a imprecisati referenti locali dell’associazione. Gli stessi referenti locali che più fonti, a fronte della garanzia dell’anonimato, continuano a indicare come i reali beneficiari delle commesse, e dell’apparente frazionamento di gare come quella per la sicurezza informatica dell’Arpab.
Con una prima commessa da 90mila euro affidata a “Mediamente” e una seconda da 110mila euro affidata lo stesso giorno, il 20 agosto, a “Cooperare”. Ad accendere i primi sospetti del Quotidiano sulle due associazioni “fantasma” era stata la presenza nel comitato esecutivo di entrambe dello stesso trio composto da una misteriosa 46enne argentina, “Maria Lìa Bagnoli”, dal 43enne “Dominik Lutz”, austriaco di Melk, e dal 39enne “Can Sinistar Gokhan”, naturalizzato austriaco ma nato in Turchia. Tutti e tre irreperibili.
DISCONOSCIMENTO FIRME E INCHIESTA INTERNA DELLA REGIONE
Singolare anche la quasi concomitanza dei due atti costitutivi, datati 4 e 5 novembre 2024, e la registrazione effettuata lo stesso giorno e con le stesse modalità a Salerno, il 28 novembre 2024. Poi è arrivato il disconoscimento delle firme sull’atto costitutivo dell’associazione “Cooperare” di diversi dei suoi presunti soci fondatori. A metà ottobre il governatore Vito Bardi ha avviato un’inchiesta interna al “gruppo Regione” chiedendo lumi su modalità di scelta dei contraenti degli affidamenti diretti, e verifiche effettuate.
REVOCA DEGLI AFFIDAMENTI E FALSO IN AUTODICHIARAZIONI
Venedì scorso, quindi, il Parco nazionale dell’Appennino ha disposto la revoca della sua commessa a “Mediamente” e l’invio di una segnalazione all’Anac per «gravi irregolarità professionali». Dopo la scoperta di una serie di falsi nelle autodichiarazioni richieste per la stipula del contratto, e di tre certificazioni fasulle su tre, nei documenti allegati. Falsi, In particolare, il certificato sul rispetto della parità di genere in azienda, e quelli sull’adozione di idonei sistemi di gestione della qualità e del rischio di attacchi informatici.
ARPAB ANNULLA LA COMMESSA DOPO LA RINUNCIA PER MANCANZA DI REQUISITI
Lunedì, infine, è stata l’Agenzia regionale per l’ambiente a correre ai ripari, annullando la prima delle sue tre commesse alle due associazioni gemelle. La più povera. L’Arpab ha dichiarato di aver preso atto della rinuncia dell’associazione “Mediamente”, che in una comunicazione inviata tramite la piattaforma del Mercato eletronico della pubblica amministrazione avrebbe ammesso di non possedere i requisiti richiesti. Vale a dire l’«esecuzione nell’ultimo triennio di contratti analoghi a quello in oggetto, anche in favore di soggetti privati, per un importo totale almeno pari al valore dell’appalto».
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