“Addolorati. Abbiamo fatto tutto il possibile per salvarlo“ il tweet dei vigili del fuoco per Octav Stroici
- Postato il 4 novembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Siamo addolorati per la morte del povero Octay, l’operaio coinvolto ieri a Roma nel crollo della Torre dei Conti. Abbiamo fatto tutto il possibile per salvarlo ed eravamo riusciti con un intervento eccezionale delle nostre squadre a strapparlo alla stretta delle macerie che lo hanno imprigionato per dodici ore. Siamo vicini alla famiglia in questo momento tragico”. Il tweet dei vigili del fuoco sull’account X la dice lunga su quanto i soccorritori abbiamo tentato tutto il possibile per salvare Octav Stroici, l’operaio rimasto intrappolato sotto le macerie. Un intervento portato avanti “pietra dopo pietra”.
“Ripeteva che gli facevano male le gambe, poi ci chiedeva acqua. È stato terribile, una sofferenza” racconta Gianmarco Santucci, vigile del fuoco del reparto Usar (Urban Search and Rescue), come riporta La Repubblica. Il pompiere è stato tra i primi ad arrivare sul luogo del crollo alla Torre dei Conti, che ha travolto gli operai al lavoro. Lunedì 3 novembre, insieme ai colleghi, ha scavato per undici ore consecutive per salvare Octav Stroici, l’operaio rimasto intrappolato sotto le macerie.
Per 11 ore è rimasto sotto le macerie, invocando come poteva l’aiuto dei soccorritori.“Respirava solo perché l’asse che lo bloccava aveva creato un piccolo passaggio d’aria”, spiega Santucci. “Parlavamo con lui per tenerlo sveglio e calmo. Diceva che non sentiva più le ginocchia”. Tirato fuori dai Vigili del fuoco ancora vivo, dopo operazioni lunghe, rischiose e con i detriti aspirati da attrezzature speciali, è giunto all’ospedale Umberto I già in arresto cardiocircolatorio, alle 23.05 di lunedì. Al Pronto soccorso romano non sono bastate le manovre di rianimazione cardiopolmonare durate circa un’ora, per salvare Stroici. Il decesso è stato registrato a mezzanotte e 20.
L’intervento, continua il vigile del fuoco, è stato “uno dei più delicati e complessi” della sua carriera: la torre, instabile, rischiava di crollare da un momento all’altro. I soccorritori hanno potuto usare solo strumenti minimi: “Abbiamo scavato a mano, pietra dopo pietra”. Poi la notizia del decesso: “Un colpo al cuore” per tutti coloro che hanno cercato di salvargli la vita.
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