Addio a Toscani, una vita di immagini tra provocazioni e colpi di genialità

  • Postato il 14 gennaio 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Addio a Toscani, una vita di immagini tra provocazioni e colpi di genialità

«Sono un fotografo, non un artista». Lo sottolinea spesso, anzi sempre, infastidito dalle regole conformiste che attribuisce al mondo dell'arte e che evitano il confronto vero, quello con il pubblico. A dire il vero, di quel sistema lo infastidiscono parecchie cose, a partire dalle cornici che inquadrano una foto proteggendola come una reliquia, messa in evidenza come se quel riquadro attorno garantisse, in automatico, che abbia qualcosa da dire. Se gli proponi una mostra con le cornici salta su, si arrabbia di brutto, cominciano discussioni infinite, nonostante le mediazioni pazienti di Nicolas Ballario che fu suo assistente e oggi tra le voci nuove più interessanti nella comunicazione e della critica d'arte, che sa come prenderlo e riportarlo a miti consigli. E tuttavia, quando qualcuno cambia radicalmente come Oliviero la storia di un linguaggio, definirlo soltanto con la qualifica professionale risulta limitante. Le immagini di Toscani hanno abitato le città italiane per decenni, in particolare dagli anni Ottanta, le abbiamo viste sui cartelloni stradali e sulle pagine dei giornali, ci hanno turbato, scioccato, provocato e nonostante la pubblicità nasca per veicolare un prodotto e sia destinata a un rapido consumo, ce le siamo ricordate a lungo: dunque erano qualcosa di più di un semplice annuncio e anche se l'autore non gradisce si deve proprio parlare di artista, perché resistono al logorio del tempo e rispetto a uno scatto normale o casuale uniscono la componente istintiva con un'altra meramente progettuale e teorica. (...)

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