Accusati di finanziare Hamas tramite associazioni di beneficenza pro Palestina: nove persone arrestate

  • Postato il 27 dicembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Generico dicembre 2025

Liguria. La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno arrestato nove persone accusate di aver finanziato Hamas per sette milioni di euro attraverso associazioni. I provvedimenti cautelari sono stati emessi nell’ambito una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo. Eseguite misure cautelari nei confronti di nove indagati, destinatari tutti della custodia in carcere, e di tre associazioni.

Tra gli arrestati, considerato ai vertici della ‘cellula’ di Hamas in Italia c’è anche il presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia Mohammad Hannoun.  Secondo l’ipotesi accusatoria, Mohammad Hannoun e alcuni suoi stretti collaboratori hanno costituito in Italia una cellula di Hamas e da molti anni operano, per mezzo dell’Associazione benefica in solidarietà con il popolo palestinese, fondata nel 1994 e con sede a Genova, nella raccolta di fondi destinati in tutto o in parte a detta organizzazione terroristica. Hannoun ha poi fondato a Milano nel 2003 l’associazione La Cupola d’Oro  I nove sono accusati di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico. 

Lo scorso anno Hanonun era finito nella black list del dipartimento del tesoro americano proprio perché accusato di essere, attraverso la sua associazione, un finanziatore di Hamas. Hannoun era già stato indagato negli anni Duemila dalla procura di Genova perché finanziava gli orfani dei martiri di Hamas. L’inchiesta è stata archiviata e solo recentemente riaperta.

L’operazione, coordinata dalla Procura genovese che ha richiesto e ottenuto dal gip le misure cautelari, ha preso l’avvio anche sulla base della collaborazione internazionale, soprattutto con le autorità olandesi, per definire i contatti fra i rappresentanti delle società di beneficenza e il Movimento della resistenza islamica che per l’Ue è un’organizzazione terroristica. “In particolare – si legge nel comunicato diffuso dalla Procura di Genova – vengono loro addebitate operazioni di finanziamento, che si ritiene abbiano rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell’organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa 7 milioni di euro, con triangolazioni  attraverso bonifici bancari o con altre modalità per il tramite di associazioni con sede all’estero, in favore di associazioni con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas e direttamente a favore di suoi esponenti, come Osama Alisawi, già ministro del governo di fatto a Gaza, che, specificamente, in varie circostanze, sollecitava tale supporto finanziario”.

L’indagine è iniziata successivamente all’attacco terroristico attribuito ad Hamas compiuto il 7 ottobre 2023, grazie ad impulso della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, originato dall’analisi di una serie di segnalazioni per operazioni finanziarie sospette individuate in data antecedente al 7 ottobre 2023, riguardanti alcuni degli indagati e la citata A.B.S.P.P.; ha ad oggetto condotte attive di appartenenza e finanziamento alla predetta associazione terroristica risalenti anche a data anteriore al 7 ottobre 2023 e si è sviluppata attraverso – approfondimenti investigativi dei dati informativi tratti dalle citate segnalazioni per operazioni finanziarie sospette, attività di intercettazione di comunicazioni telefoniche e tra presenti, monitoraggi di flussi di denaro destinati al finanziamento, monitoraggio e acquisizione, tramite operazioni sotto copertura autorizzate, di documenti e messaggi presenti nel server in dotazione presso la sede di Genova dell’A.B.S.P.P. documentazione trasmessa ufficialmente dallo Stato di Israele nel contesto della cooperazione giudiziaria.

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Nell’inchiesta che ha portato alle misure cautelari di oggi “numerose e significative appaiono le conversazioni telefoniche e i contatti tra Hannoun e quanti rivestono analoghi ruoli in Olanda, Austria, Francia e Inghilterra. Tali comunicazioni dimostrano “l’esistenza di una estesa rete organizzata a livello internazionale di soggetti/istituzioni impegnati nella raccolta fondi, apparentemente da destinare a scopi benefici e a sostegno della popolazione e della causa palestinesi”. Documentati sarebbero secondo gli investigatori anche i rapporti di Mohamed Hannoun con alti esponenti di Hamas (è infatti emerso che, nel mese di dicembre del 2025, questi fosse presente ad una riunione in Turchia alla quale ha preso parte, tra l’altro, Ali Baraka, esponente di spicco del comparto estero dell’organizzazione terroristica). Nel corso delle intercettazioni “sono emerse espressioni di apprezzamento su attentati terroristici da parte di Mohamed Hannoun” dicono gli investigatori, sintomatiche della loro adesione soggettiva all’organizzazione terroristica e, in particolare, alle modalità terroristiche di azione di Hamas.

I commenti

Il deputato e vice ministro al Mit Edoardo Rixi: “L’inchiesta raccontata dagli atti giudiziari è chiara: milioni di euro sono finiti ad Hamas, un’organizzazione terroristica riconosciuta come tale dall’Unione Europea. Questo è un fatto, non una lettura politica. Di fronte a dati di questo tipo, ogni tentativo di minimizzare, giustificare o relativizzare le azioni di Hamas contribuisce a legittimare il terrorismo. Per questo le parole contano, soprattutto quando arrivano da chi ricopre ruoli internazionali e istituzionali. Figure come Francesca Albanese non parlano da semplici attivisti: l’ambiguità verso Hamas non è neutralità, ma una responsabilità politica e morale che incide sul dibattito pubblico. L’Italia continuerà a stare dalla parte della legalità, della lotta al terrorismo e della netta distinzione tra la difesa dei diritti umani e la giustificazione della violenza”.

Autore
Il Vostro Giornale

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