Abruzzo, il fiume Saline sempre più inquinato: dagli sversamenti abusivi al percolato dell’ex discarica
- Postato il 20 novembre 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
- 4 Visualizzazioni
Il fiume Saline, che scorre per dieci chilometri in una valle intensamente urbanizzata e sfocia in mare tra Città Sant’Angelo e Montesilvano, continua ad essere inquinato da decenni come dimostra, tra l’altro l’abbandono dell’Oasi faunistica della foce del Saline gestita dal WWF. Le cause? Documentate. Gli sversamenti “abusivi e anomali, pericolosissimi”, ai quali si aggiunge il percolato proveniente dall’ex discarica di Villa Carmine, realizzata proprio in vicinanza del corso del fiume. Discarica, chiusa nel 1994 ma ancora in attesa di essere bonificata. Per questo sequestrata per la seconda volta in nove anni agli inizi di novembre in una inchiesta con sei indagati per omessa bonifica.
La storia del corso d’acqua che nelle relazioni del Ministero dell’ambiente, ma anche di Arpa ed Arta (Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente) è definito come “la discarica lineare più lunga d’Italia”, con i rifiuti interrati fino a cinque metri di profondità, ma anche sversanti lungo il suo corso, in particolare nel tratto terminale, è annosa e articolata. Preoccupante, se a marzo 2003 il Ministero dell’ambiente inserisce il “Fiumi Saline-Alento” nell’elenco dei siti d’interesse nazionale (SIN), ai fini della bonifica, e poi a gennaio 2013 tra quelli a rilevanza regionale (SIR).
Nulla di nuovo. Il 18 novembre 1997 il Sostituto procuratore della Pretura di Pescara, Pasquale Firmiani, in Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite connesse, afferma che “la situazione del Saline è gravissima”. Situazione causata dal depuratore consortile di Montesilvano nel quale si documentano “continui, scarichi cosiddetti anomali, altamente pericolosi, che superavano la potenzialità dell’impianto costringendo ad aprire quest’ultimo e, quindi, a far confluire gli scarichi direttamente nel fiume”.
In 28 anni si sono succedute, oltre che stanziamenti statali e regionali, indagini, relazioni e denunce da parte degli Enti competenti. Naturalmente progetti. Ma nessuna azione concreta. Nonostante l’Arta nel 2006 accerti la presenza a valle dell’ex discarica, di percolato, aumento di solfati, notevole aumento di cromo, nichel e sostanze organiche. Mentre nel 2009 Arta verifichi nei fondali prospicenti la foce fluviale il superamento dei limiti previsti per il piombo, il nichel, il cadmio e il mercurio. La situazione non migliora.
Cosi ad aprile 2016 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara pone sotto sequestro la discarica da 300mila metri cubi ed estesa su 21mila metri quadrati, nata alla fine degli anni Settanta. Cresciuta abbancando i rifiuti “sulla nuda terra”, così dicono i documenti amministrativi, “senza alcuna impermeabilizzazione”. Sequestro ritenuto necessario “perché lo stato dei luoghi ha evidenziato una cattiva gestione della discarica che ha provocato un grave degrado, con danni all’ambientale circostante: il percolato, in notevole quantità sulla parte destra dell’alveo del fiume, a causa della pendenza del suolo, si unisce al corso principale del Saline, defluendo direttamente in mare”. A giugno 2016 vengono attribuiti dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 dieci milioni di euro per la Conclusione della caratterizzazione, messa in sicurezza permanente e bonifica del SIT “Fiumi Saline e Alento” e di quello “Chieti scalo”.
Ancora a luglio 2017 l’Arpa rilevi la fuoriuscita di percolato dalla scarpata a valle del sito di discarica. A gennaio 2018 viene inviato al Ministero il Cronoprogramma aggiornato dei relativi interventi. A febbraio 2018 la Regione adotta la proposta progettuale Proposta di messa in sicurezza. “Ho voluto qui la mia prima iniziativa di sostegno alla candidatura di Marco Marsilio alla presidenza della Regione Abruzzo, alla foce del fiume Saline a Montesilvano, per parlare di un tema concreto”, sostiene a dicembre 2018 Giorgia Meloni. Aggiungendo: “Questo è un grande simbolo dello sviluppo possibile e dello sviluppo negato di una terra come l’Abruzzo, territorio bellissimo che vive un’emergenza ambientale drammatica”.
I 10 milioni di euro del 2016 a giugno 2021 sono ritenuti insufficienti per provvedere alle due bonifiche dal Servizio Gestione Rifiuti della Regione. A febbraio 2024 la Giunta regionale assegna alla “Messa in sicurezza permanente della ex discarica pubblica Villa Carmine ricompreso nel SIR Fiumi Saline e Alento” 14.559.776,00 dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027, con una spesa prevista, nel 2025 di 1.019.184,32 e di 4.367.932,80 nel 2027. Ma i lavori non hanno inizio. In attesa della bonifica la Regione ad ottobre 2023 finanzia con 1.832.350 milioni di euro il lavori per l’adeguamento di un impianto di pompaggio e smaltimento delle acque sotterranee. Lavori iniziati lo scorso marzo.
Si arriva all’epilogo, per ora. L’inchiesta della Procura di Pescara sulle presunte omissioni nella bonifica della discarica dismessa di Villa Carmine a Montesilvano e sull’inquinamento ambientale. Inchiesta che, dopo la relazione della Guardia costiera porta al sequestro dell’area e a sei avvisi di garanzia. Indagati, oltre che funzionari della Regione e dell’Arap (Azienda regionale attività produttive), il vicepresidente della giunta regionale, con delega all’Agricoltura, all’Ambiente e al Ciclo idrico integrato, Emanuele Imprudente della Lega, il consigliere regionale, con delega ai Rifiuti, Nicola Campitelli di FdI. Entrambi, contattati da ilfattoquotidiano.it per esprimere la loro posizione sulla vicenda, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Intanto l’inquinamento prosegue. Indisturbato.
L'articolo Abruzzo, il fiume Saline sempre più inquinato: dagli sversamenti abusivi al percolato dell’ex discarica proviene da Il Fatto Quotidiano.