Aborto, storica sentenza negli Usa. La Corte Suprema consente agli Stati di tagliare i fondi pubblici
- Postato il 26 giugno 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito, con una decisione presa a maggioranza conservatrice (6 voti a 3), che gli Stati possono escludere Planned Parenthood dai rimborsi previsti dal programma federale Medicaid, anche quando i fondi non sono destinati all’aborto. Una vittoria dei repubblicani e una sentenza che potrebbe avere implicazioni per l’accesso ai servizi sanitari da parte di milioni di cittadini a basso reddito, che si rivolgono all’organizzazione per prestazioni mediche di base. Planned Parenthood è la più grande rete nazionale statunitense che garantisce servizi di salute riproduttiva, tra cui contraccezione, screening oncologici, test di gravidanza, assistenza ginecologica e interruzione volontaria di gravidanza. Circa la metà dei suoi pazienti riceve cure tramite Medicaid, il programma pubblico che garantisce l’assistenza sanitaria a persone e famiglie a basso reddito.
Il caso all’origine della decisione era nato nel South Carolina, dove un ordine esecutivo del governatore Henry McMaster, emanato nel 2018, aveva interrotto il finanziamento pubblico a Planned Parenthood South Atlantic, sostenendo che nessun fondo dei contribuenti dovesse andare a un fornitore che pratica aborti, anche se i rimborsi Medicaid erano destinati ad altri servizi. Negli Usa, la legge federale del 1976 già vieta l’uso dei fondi Medicaid per coprire l’aborto, tranne nei casi di stupro, incesto o pericolo di vita per la donna. Planned Parenthood e una paziente, Julie Edwards, avevano contestato il provvedimento del governatore appellandosi a una clausola federale che tutela il diritto dei beneficiari di Medicaid a scegliere liberamente il proprio fornitore sanitario. Le corti inferiori avevano dato loro ragione, ma la Corte Suprema ha ribaltato la sentenza con una decisione che, secondo Planned Parenthood, mette a rischio l’accesso alle cure per molte persone a basso reddito, specialmente in quegli Stati dove già mancano medici che accettano pazienti Medicaid. Il fornitore sanitario, infatti, offre spesso servizi medici di base in aree con scarsa copertura sanitaria.
Scrivendo il parere di maggioranza, il giudice Neil Gorsuch ha spiegato che il Congresso avrebbe potuto scrivere una legge che consenta ai singoli cittadini di fare causa agli Stati per difendere il proprio diritto a scegliere il medico tramite Medicaid, ma non lo ha fatto. Quindi, secondo la Corte, non esiste base legale che permetta a pazienti come Edwards di opporsi in tribunale a decisioni statali come quella del South Carolina. In disaccordo, la giudice progressista Ketanji Brown Jackson ha definito il caso una “questione di diritti civili”, criticando la decisione della Corte che, dice, “permette al South Carolina di violare i diritti dei pazienti senza conseguenze legali”. In sostanza, ha spiegato, i pazienti perdono la possibilità di far valere in tribunale il proprio diritto a scegliere il fornitore di cure sanitarie. Quanto all’aborto, la stessa Corte Suprema aveva già cambiato le cose nel 2022 cancellando la storica sentenza “Roe v. Wade”, che per quasi 50 anni ha costituito la base giurisprudenziale per garantire negli Usa il diritto all’aborto su scala nazionale. Con la decisione della Corte, i singoli Stati sono liberi di applicare le loro leggi in materia.
L'articolo Aborto, storica sentenza negli Usa. La Corte Suprema consente agli Stati di tagliare i fondi pubblici proviene da Il Fatto Quotidiano.