A Zhuhai Pechino ha svelato la sua visione di guerra futura. Ecco perché

  • Postato il 7 marzo 2025
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L’annuale Zhuhai Airshow, che prende il nome dalla città della Cina meridionale in cui si svolge, è un’occasione unica per capire a che livello si sia spinta l’innovazione tecnologica della Repubblica Popolare Cinese. Questo è particolarmente vero per quel che riguarda i sistemi unmanned, relativi al dominio aereo ma non solo. L’edizione del 2025 ha mostrato ancora una volta quanto la People’s Liberation Army punti sull’integrazione delle capacità unmanned, nonché dell’Intelligenza Artificiale, per incrementare la propria efficacia operativa secondo la cosiddetta dottrina dell’intelligentized warfare promossa da Pechino negli ultimi anni.

Tra i sistemi che spiccano all’evento vi è l’Intelligent Precision Strike System sviluppato dal gigante della difesa Norinco: questo sistema utilizza droni per raccogliere dati in tempo reale sul campo di battaglia, tracciare bersagli, elaborare strategie di attacco e distribuire informazioni di fuoco. La maggior parte di queste operazioni avviene in modo autonomo, con un intervento umano definibile come “on-the-loop”, ovvero limitato solo all’ordine finale di aprire il fuoco. Il sistema si distingue anche per la sua capacità di integrare dati provenienti da più fonti per una fusione intelligente delle informazioni.

Oltre a questo, Norinco ha esibito altre soluzioni d’avanguardia, tra cui l’AI-Enabled Synthetic Brigade, una struttura di “brigata digitalizzata” che integra veicoli corazzati di nuova generazione, sciami di droni, munizioni circuitanti ed elementi di guerra elettronica. O ancora lo Smart Digital-Enabled Command and Control System, una piattaforma che consente di disporre una situational awareness in tempo reale.

Non solo i giganti dell’industria, ma anche aziende più piccole contribuiscono a questa spinta di Pechino all’innovazione tecnologica in ambito militare. U-Tenet, ad esempio, è un’azienda di dimensioni decisamente inferiori a quelle di Norinco; eppure, il suo lavoro contribuisce in egual modo al processo di innovazione della Pla. Tra i suoi prodotti rientrano Tianji, un cervello decisionale basato su cloud per la pianificazione operativa e l’analisi dell’intelligence; Tianwang, un archivio in tempo reale che integra dati multi-sorgente; e Tianjian, un sistema d’intelligence da campo. Quest’ultimo si avvale di un vasto database militare proprietario contenente oltre un milione di documenti e più di trecento terabyte di immagini militari. Secondo fonti cinesi, Tianji è in grado di assimilare dati provenienti da conflitti in corso, come la guerra in Ucraina, per migliorare la sua capacità di analisi e pianificazione.

Grazie a simili capacità, Pechino ha l’ambizioso obiettivo di “rompere la barriera” e di perfezionare la transizione ad una nuova, innovativa tipologia di combattimento. “Il successo dell’ingente investimento della Pla in strumenti basati sull’intelligenza artificiale dipenderà dalla sua capacità di convalidare e perfezionare queste tecnologie in condizioni reali. Le sfide includono la garanzia che funzionino in modo affidabile in scenari complessi e l’integrazione in una struttura di controllo centralizzata. L’obiettivo della Pla con l’IA e i Big Data, tuttavia, è chiaro: non solo colmare le lacune di capacità critiche, ma ridefinire ciò che è possibile fare in guerra”, commentano su DefenseOne Peter W. Singer e Tye Graham.

Sfruttando assieme IA, cloud computing e big data per integrare informazioni operative e creare “reti dinamiche di fuoco” attraverso i vari domini garantirebbe alla Pla un netto grado di vantaggio. Indicativa in questo senso dovrebbe essere la recente costituzione dell’Information Support Forces, vero “primo motore (im)mobile” dei progressi della Pla in questo senso. Il successo di questa trasformazione dipenderà dalla capacità della Pla di testare e perfezionare queste tecnologie in scenari reali, garantendone affidabilità e coesione all’interno delle strutture di comando centralizzate. Tuttavia, la direzione è chiara: la Cina non punta solo a colmare il divario tecnologico con le potenze militari rivali, ma a ridefinire completamente il concetto stesso di warfare.

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Formiche

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