“A tre mesi mio figlio è stato operato al cranio, non c’era spazio per il cervello. Non dimenticherò mai il suo sguardo”: Guenda Goria racconta la sua paura a Verissimo
- Postato il 10 marzo 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Non mi dimenticherò mai il suo sguardo quando gli hanno messo la mascherina”. È un racconto carico di emozione e di paura, quello di Guenda Goria, ospite a Verissimo, che ha condiviso con Silvia Toffanin e il pubblico di Canale 5 il dramma vissuto a pochi mesi dalla nascita del figlio Noah, operato d’urgenza per una craniostenosi, una malformazione del cranio che può compromettere lo sviluppo del cervello.
Una gravidanza inaspettata, quella di Guenda Goria, arrivata dopo aver affrontato problemi di salute che le avevano fatto perdere le speranze di diventare madre: “Non mi spiego come sia accaduta”, ha confessato l’attrice. “Ho avuto una gravidanza extrauterina per la quale mi hanno dovuto asportare una tuba. Non potevo restare incinta, motivo per cui avevo smesso di provarci. […] Quando vuoi essere mamma e non ci riesci è dura, ti crea un vuoto dentro”. Poi, la gioia della scoperta: “A un certo punto non so come ho avuto un ritardo e ho fatto il test. Ho visto le due linee e mi sono immobilizzata. Ne ho fatto un altro ed anche quello è risultato positivo”. E una gravidanza serena: “È andato tutto benissimo. Noah era sanissimo. Anche il parto cesareo era andato bene, senza problemi”.
Ma la felicità della neo-mamma è stata presto turbata dalla scoperta dei medici: “Dopo poco si sono accorti che la fronte era un pochino schiacciata, motivo per cui abbiamo fatto una visita in neurochirurgia”, ha raccontato Goria. “Dopo tre mesi ci hanno fatto tornare e ci hanno detto che aveva una craniostenosi. Noah non aveva lo spazio necessario per lo sviluppo del cervello. La testolina si era completamente chiusa. Ci hanno detto che bisognava operarlo urgentemente“. Un momento durissimo, per Guenda e il compagno Mirko Gancitano. “È stato un momento durissimo”, ha ammesso l’attrice. “Il giorno dell’operazione ho portato Noah in sala operatoria. Non mi dimenticherò mai il suo sguardo quando gli hanno messo la mascherina”. E poi, la preghiera e l’attesa: “Ho pregato molto“. Quattro ore dopo, la notizia che l’intervento era andato bene: “La primaria di neurochirurgia ci ha detto che l’intervento era andato bene”.
“Racconto qui questa storia perché sei una mamma”, ha spiegato Guenda Goria a Silvia Toffanin. “In questo periodo abbiamo voluto proteggere Noah il più possibile. Ora sta bene, anche se dobbiamo continuare a fare dei controlli. Fino ai 3 anni dovrà essere attenzionato. Gli copro le cicatrici in testa per proteggerlo, ma so che poi ne andrà fiero”.
Un’esperienza, quella della malattia del figlio, che ha segnato profondamente Guenda Goria: “Questa è stata una prova dura. Non c’è paragone con le cose che ho affrontato per me, da sola. A un bambino queste cose non dovrebbero succedere”. Ma, ha concluso, “davanti a lui ho sempre cercato di non piangere e di trasmettergli serenità. Se oggi riesco a raccontare questa esperienza io lo devo a lui, alla forza che ho trovato nell’essere mamma”.
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