A Milano se l’urbanistica piange il trasporto pubblico non ride: la città è in ‘braghe di tela’
- Postato il 8 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La città globale Milano come alcuni volevano è arrivata. Spinta dall’Expo, anche Milano si è trovata a rispondere affannosamente alla crescita della domanda senza una programmazione e deregolamentando di fatto le norme urbanistiche, dentro il suo spazio storico limitato. La domanda è diventata globale di residenze e di servizi (rifiuti, trasporti, viabilità e ciclabili, sanità e assistenza sociale) ma questi servizi sono rimasti al palo con effetto negativo sui prezzi.
Col pretesto di regole vetuste nel comparto urbanistico, per recuperare spazi si sono violate le regole che hanno prodotto la recente inchiesta della Procura della Repubblica milanese. Il Comune ha fatto ricorso alla “pomposa” rigenerazione di aree ex-industriali o ex-ferroviarie e alla verticalizzazione edilizia. Doveva contemporaneamente (attesa da decenni) partire l’area metropolitana, ma il Sindaco ha preferito gestire indisturbato il solo e angusto perimetro della vecchia cinta daziale di Milano per evitare il confronto con i Comuni di periferia.
Milano è tra le poche città europee senza un vero sindaco metropolitano. E’ più proficuo elettoralmente occuparsi solo di Milano. L’abbattimento e la vendita (speculativa) dello stadio di San Siro ai fondi internazionali è diventato il tema centrale di Milano. E’ così che, se l’urbanistica milanese piange, anche i trasporti pubblici milanesi non ridono.
Sempre in prima nell’aumentare le tariffe, l’Atm questa volta dice no al ritocco (inflazione) annuale previsto dalla legge regionale. Non hanno il coraggio di aumentare le tariffe perché nelle condizioni in cui si trovano i servizi di trasporti milanesi si leverebbe una protesta senza quartiere. Le riduzioni di corse e i ritardi di quelle previste sono sempre in aumento, come le attese alle fermate dei cittadini. Facile pensare che il 2025 avrà lo stesso numero di soppressioni degli anni scorsi: oltre 430mila.
Atm aveva chiesto agli autisti pensionandi di trattenersi dando loro un incentivo economico, ma le condizioni di lavoro sono talmente disagiate che in pochi hanno aderito alla richiesta. Il coinvolgimento delle ambasciate straniere per pubblicizzare il reclutamento di autisti è stato un flop. Ogni dieci neo assunti a cui è stata pagata la patente e promessa una casa in affitto, sette lasciano l’azienda una volta verificato il pessimo ambiente in cui si trovano, il non rispetto del contratto sull’orario di lavoro e una prassi antisindacale continua.
Ad agosto, a differenza di ogni altra capitale europea, c’è una riduzione di servizi ingiustificata. Il Sindaco e l’Atm non si sono accorti che la città non va in ferie, che non siamo più negli anno ’60. I turisti aumentano e quando riescono a trovare un ticket per il bus devono aspettare tanto tempo prima che passi un mezzo, stessa sorte a chi cerca un taxi.
Atm però non si accontenta, a differenza degli altri anni le riduzioni dell’orario estivo di agosto sono state allungate anche nella prima settimana di settembre. Il Comune proprietario ha autorizzato questi tagli? I contributi pubblici all’azienda sono sempre gli stessi anche se i servizi sono diminuiti? La chiusura della MM2 si poteva evitare lavorando solo di notte. Il servizio ascensori e scale mobili è crollato: tali disfunzioni in una qualsiasi città europea avrebbero provocato il ritiro della concessione visto l’eccessivo numero di impianti guasti.
I lavori andavano coordinati con le FS che nello stesso periodo hanno chiuso il passante ferroviario lasciando la città in “braghe di tela” proprio come una global-city.
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