25 aprile, Meloni: “Onoriamo quei valori democratici che il fascismo aveva negato”

  • Postato il 25 aprile 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un passo in più, una dichiarazione un pochino più netta. È quella di Giorgia Meloni che definisce il 25 aprile come la giornata in cui “la Nazione onora la sua ritrovata libertà e riafferma la centralità di quei valori democratici che il regime fascista aveva negato e che da settantasette anni sono incisi nella Costituzione repubblicana“. Normalmente sarebbe soltanto fredda cronaca, ma la valutazione cambia se a pronunciare queste parole è la presidente del consiglio, leader di un partito che si considera erede del Movimento sociale di Giorgio Almirante, d’ispirazione neofascista. “La democrazia trova forza e vigore se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto e sulla libertà e non sulla sopraffazione, l’odio e la delegittimazione dell’avversario politico“, ha aggiunto Meloni, che ha cancellato la visita in Uzbekistan per essere presente domani, 26 aprile, al funerale di Papa Francesco. “Oggi rinnoviamo il nostro impegno affinché questa ricorrenza possa diventare sempre di più un momento di concordia nazionale, nel nome della libertà e della democrazia, contro ogni forma di totalitarismo, autoritarismo e violenza politica”, ha detto sempre la premier, che ha partecipato alla cerimonia per gli 80 anni della Liberazione all’altare della Patria con il Presidente della Repubblica e le altre alte cariche di stato.

In tanti hanno notato che nella sua dichiarazione la premier ha indicato il regime fascista come colpevole di aver negato i valori democratici. Il 25 aprile del 2024, invece, Meloni aveva scritto sui social che “con la fine del fascismo“, la Liberazione “pose le basi per il ritorno della democrazia“. Poi aveva ribadito “l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio”. Ancora due anni fa, poi, la premier si era limitata a dire che la destra italiana è “incompatibile” con “qualsiasi nostalgia del fascismo“. Insomma, ogni 25 aprile le dichiarazioni della capa del governo fanno un passettino in avanti.

Molto più breve, il messaggio pubblicato sui social dal presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Oggi all’Altare della Patria, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le Alte Cariche, per onorare la ricorrenza del 25 aprile”. Più netto il presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana che definisce il 25 Aprile come “simbolo di un popolo che ha scelto la libertà contro la barbarie, la democrazia contro l’oppressione. Ottant’anni fa, l’Italia seppe rialzarsi grazie al coraggio di uomini e donne che, animati da idee e sensibilità diverse, si unirono nella Resistenza per sconfiggere il nazifascismo“. Secondo Antonio Tajani, invece, “oggi è la festa di tutti gli italiani. La festa del Tricolore non è una festa di parte. Sobrietà significa fare tutto senza violenza. Senza grida ma ricordando il sacrificio di tante vittime cadute per la libertà”. Il riferimento del vicepremier è chiaramente alle dichiarazioni del ministro Nello Musumeci che aveva parlato di festeggiamenti “sobri” per il 25 aprile, visti i cinque giorni di lutto nazionale decisi dal governo per onorare la morte del pontefice. L’altro vicepremier, Matteo Salvini, decide invece di sfruttare il 25 aprile per rilanciare una vecchissima battaglia della Lega: “Il federalismo garantirà nel futuro assetto europeo una pace stabile e duratura unica garanzia contro un ritorno della dittaturà”, scrive sui social il leader del Carroccio, citando un passaggio della carta di Carta di Chivasso del 19 dicembre 1943, documento siglato durante un convegno clandestino da esponenti della Resistenza delle valli alpine. “Viva la Libertà!”, aggiunge poi Salvini e nella card si legge: “In memoria dell’unione tra Italiani e Alleati nel nome della Libertà”.

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Il Fatto Quotidiano

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