2 novembre, i morti in festa: ecco perchè si celebra “il “Día de Muertos” e qual è il suo vero significato

  • Postato il 2 novembre 2025
  • Trending News
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 3 Visualizzazioni

Dimenticate Halloween. Dimenticate il lutto. Tra zucche e fantasmi, il 2 novembre si celebra la festa dei morti e in Messico c’è un’esplosione di vita che viaggia oltre il velo: è il Día de Muertos, il momento magico in cui i nostri cari tornano a casa per una notte. Un tripudio di fiori, tequila e teschi sorridenti che ci insegna a fare pace con l’inevitabile.

La stanza vuota e il profumo che chiama

C’è un’idea affascinante, nel profondo dell’anima messicana, che è l’antitesi esatta della nostra cultura: la morte non è la fine, ma un ciclo, un appuntamento fisso. Ed è proprio questo che si celebra tra il 31 ottobre e il 2 novembre, un periodo in cui, secondo la tradizione, le porte dell’aldilà si aprono per una grande rimpatriata di famiglia. Vi immaginate? Non c’è bisogno di sedute spiritiche o lunghe sedute di terapia. Basta un gesto d’amore, un invito sincero, per far tornare chi non c’è più. Ma l’invito, in Messico, è una vera e propria opera d’arte: l’Ofrenda.

L’altare che sa di casa

L’Ofrenda non è un semplice altare, ma il ponte fisico che connette i mondi. Ogni casa, in quei giorni, si trasforma in un teatro di colori e profumi studiati per guidare l’anima smarrita. Ci sono loro, i protagonisti indiscussi: i Fiori di Cempasúchil, i tageti di un arancio bruciato che si trasformano in veri e propri tappeti di petali. Il loro profumo intenso e il colore del sole hanno un solo scopo: tracciare la strada, dal cimitero alla porta, fino al cuore della casa. Una volta arrivati, le anime sono stanche e affamate dopo il viaggio. E così, l’altare si riempie dei loro vizi e piaceri: il piatto preferito della nonna, la bottiglia di tequila dell’amato zio, e il mitico Pan de Muerto, un pane dolce che rappresenta il corpo del defunto. È un modo per dire: “Sei qui, e ti amiamo come eri”. E poi c’è l’elemento che più ci spiazza: l’ironia. Niente visi tristi! Il simbolo più iconico sono le Calaveras, i teschi decorati e sorridenti. Spesso sono fatti di zucchero, con il nome del defunto (o anche di un amico vivo!) inciso sopra. Mangiandolo, si compie un atto di sfida allegra: si accetta l’inevitabile con un sorriso.

Perché non dobbiamo aver paura

Questa festa, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale, è la risposta più bella all’angoscia della perdita. Le case vibrano, i cimiteri si illuminano come giardini fatati, e le parate in strada vedono scheletri eleganti, come la celebre Catrina, che sfilano tra la folla. Il messaggio è rivoluzionario: finché ricordiamo, i nostri cari non sono mai andati via. Non sono un lontano passato da piangere con dolore, ma una presenza allegra da celebrare ogni volta che quel profumo, quel sapore, quella canzone riaccendono la gioia. Il Día de Muertos è, in fin dei conti, un inno alla vita. Ci ricorda che l’unico vero modo per morire è essere dimenticati. E questo, in Messico, non succede mai.

L'articolo 2 novembre, i morti in festa: ecco perchè si celebra “il “Día de Muertos” e qual è il suo vero significato proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti