Zohran Mamdani, primo sindaco musulmano di New York: la svolta progressista nella metropoli simbolo dell’America
- Postato il 6 novembre 2025
- Editoriale
- Di Paese Italia Press
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NEW YORK – La città che non dorme mai ha scelto di cambiare volto. Zohran Mamdani, trentatreenne deputato socialista di origini ugandesi e indiane, è stato eletto nuovo sindaco di New York superando nettamente l’ex governatore Andrew Cuomo. Con oltre la metà dei voti e un entusiasmo popolare che ha attraversato Manhattan, Brooklyn e il Bronx, la sua elezione segna una rottura generazionale e ideologica con il passato.
Nato a Kampala nel 1991, Mamdani è figlio del politologo Mahmood Mamdani, docente alla Columbia University, e della regista pluripremiata Mira Nair, autrice di film internazionali come Salaam Bombay!, Monsoon Wedding e The Namesake. La madre, attivista culturale e fondatrice della scuola di cinema Maisha Film Lab in Uganda, ha contribuito a trasmettere al figlio una visione del mondo fondata sulla giustizia, l’inclusione e la potenza della cultura come strumento di libertà. Cresciuto tra l’Africa e gli Stati Uniti, Zohran ha studiato alla Bronx High School of Science e si è laureato al Bowdoin College del Maine. Dopo alcune esperienze come attivista e organizzatore politico, è entrato nell’Assemblea dello Stato di New York, distinguendosi per la difesa degli inquilini, il diritto alla casa e la giustizia sociale.

Si definisce socialista democratico e appartiene all’ala progressista del Partito Democratico, quella legata a Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, che hanno sostenuto apertamente la sua candidatura. Durante la campagna ha promesso di congelare gli affitti, introdurre trasporti pubblici gratuiti, aumentare le tasse ai redditi più alti e destinare nuove risorse a scuola, infanzia e salute. Un programma ambizioso, costruito attorno all’idea che New York debba tornare a essere “una città per chi la vive, non solo per chi può permettersela”.
È il primo sindaco musulmano nella storia di New York, il primo nato in Africa e il più giovane da oltre un secolo. La sua elezione è stata accolta con entusiasmo dalle periferie e dai movimenti giovanili, ma con prudenza dai centri economici e dalle comunità più conservatrici. In particolare, la comunità ebraica, tradizionalmente influente nella politica cittadina, si è divisa: secondo gli exit poll, circa il sessantatré per cento degli elettori ebrei ha votato per Cuomo, mentre il trentatré per cento ha scelto Mamdani. Le sue posizioni critiche nei confronti dell’occupazione israeliana e il sostegno ai diritti dei palestinesi hanno suscitato discussioni accese, pur senza intaccare la sua immagine di leader dialogante e rispettoso delle diversità religiose.
Sul fronte politico nazionale, non sono mancate le polemiche. Donald Trump, alla vigilia del voto, aveva definito Mamdani “un comunista pericoloso” e aveva minacciato di ridurre i fondi federali destinati alla città nel caso di una sua vittoria. Dopo il risultato, l’ex presidente ha commentato con un messaggio sprezzante su Truth Social, scrivendo “And so it begins”. Mamdani ha risposto dal palco della vittoria con ironia: “Donald Trump, so che mi stai guardando, alza il volume”.
Accanto a lui, la moglie Rama Duwaji, illustratrice di origini siriane, e i genitori, commossi, simbolo di una famiglia cosmopolita che ha fatto della cultura e dell’impegno civile il proprio destino. Mira Nair, visibilmente emozionata, ha dichiarato: “Per lui giustizia e arte sono la stessa cosa”.
Il nuovo sindaco entrerà ufficialmente in carica il primo gennaio 2026. Le sfide sono molte: finanziare le riforme sociali promesse, mantenere l’equilibrio dei conti pubblici, gestire la sicurezza urbana e il rapporto con Washington in un clima politico incerto. Ma la sua elezione rappresenta una svolta storica per la città e per l’America progressista.
Come ha scritto il New York Times, “la città che ha inventato il capitalismo urbano ha scelto di sperimentare il socialismo democratico”. Per Mamdani, ora, inizia la parte più difficile: trasformare un sogno di uguaglianza in un progetto di governo capace di restituire a New York il senso di comunità che l’ha resa un simbolo del mondo.
Foto fonte: https://www.zohranfornyc.com/media-kit – sito ufficiale della sua campagna di Zohran for NYC
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