Zohran Mamdani e il calcio, non solo passione: la battaglia per biglietti meno cari

  • Postato il 6 novembre 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Impegno sociale e cultura pop. Per trasformare New York in un modello di inclusione globale. Nella campagna elettorale del nuovo sindaco della “Grande Mela” si parla (anche) di calcio. Socialista, musulmano, pro-Pal e grande tifoso dell’Arsenal. Cresciuto a Londra, ma di origini indiane e ugandesi, l’amore di Zohran Mamdani per i Gunners è strettamente legato alle sue origini. Per una squadra simbolo della diaspora africana in Europa. “Gli Invincibili li avevo come magneti sul mio frigo. Sono cresciuto con Kolo Touré, Kanu, Alex Song e Emmanuel Eboué. Sono andato ad alcune partite dell’Arsenal, la maggior parte con mio zio. È una grossa parte della mia vita e della mia identità”.

L’appello per gli stadi “aperti” alla working-class

Prima di essere un tifoso, però, Mamdani è stato anche un calciatore amatoriale: nel campo del Riverside Park di Manhattan – tra la 72nd e la 74th Street – giocava per la West Side Soccer League, campionato giovanile che oggi è parte integrate del settore giovanile della New York Red Bull. Per un ragazzo che vuole abolire il VAR e che nelle interviste sull’amministrazione di New York punzecchia i rivali del Liverpool, il calcio è diventato manifesto potente e strumento di comunicazione politica. “Non credo che si possa costruire un futuro stabile per il calcio negando ai tifosi della working-class la possibilità di guardare le partite dal vivo”. Chiaro riferimento ai prezzi dei biglietti per il Mondiale 2026. “Lo sport è stato talmente commercializzato e corporativizzato che i tifosi ormai vengono considerati una merce. È compito dei leader intervenire quando il profitto diventa l’unico movente, al punto che molte persone che un tempo partecipavano a questi eventi oggi non possono nemmeno pensare di farlo”.

Il calcio come spazio d’incontro

Solidale con la popolazione palestinese, nel 2023 Mamdani ha organizzato nel Queens di New York la Keffiyeh Cup, un torneo di calcio per raccogliere fondi destinati proprio ai rifugiati palestinesi attraverso l’UNRWA (l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente). Le partite benefiche ad Astoria Park diventano virali e lasciano un messaggio chiaro: per Zohran il calcio è spazio d’incontro, integrazione e partecipazione. Dare voce alla classe popolare, usando la sua più grande passione come strumento di emancipazione e unione. Non è un caso la sua presenza all’inaugurazione di un’accademia giovanile per immigrati dal Bangladesh nel quartiere di Forest Hills.

Il “Cost of Living Classic” e la richiesta alla FIFA

In vista del Mondiale 2026 per una New York più accessibile e vicina a chi abita lontano dallo sfarzo dello skyline e dalla ricchezza della 5th Avenue, nel mese di ottobre Mamdani e il suo team hanno organizzato il torneo di calcio a 5 misto “Cost of Living Classic”. Trentadue squadre amatoriali scese in campo contro la FIFA e il sistema del dynamic pricing per permettere alle classi meno abbienti di poter riempire gli spalti del MetLife Stadium, che ospiterà otto partite e la finale.

Per avere un’idea delle cifre, il costo minimo per la partita di debutto degli Stati Uniti è di 560 dollari. Decisamente troppo per chi vuole godersi un evento planetario e che dovrebbe essere accessibile a tutti. Condivisa questa campagna “Game over Greed” sui social, la pioggia di critiche di Mamdani contro la FIFA non sembra aver scalfito l’orgoglio dei potenti. Perché al momento nulla è cambiato.

Al Mondiale manca sempre meno, ma il costo dei biglietti è inaccessibile e insostenibile. “Ma i newyorkesi della classe operaia potranno davvero guardare una partita?”, è la domanda che si è posto Mamdani. La risposta rimane un’incognita. La FIFA e Gianni Infantino non sembrerebbero intenzionati a cambiare idea. Perché farlo quando come amico e alleato hai Donald Trump?

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Il Fatto Quotidiano

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