Ucraina-Russia, svolta a Washington: Trump prepara il trilaterale con Putin e Zelensky
- Postato il 19 agosto 2025
- Di Panorama
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Crisi ucraina: forse la pace si sta concretamente avvicinando. Donald Trump ha ricevuto alla Casa Bianca Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino era accompagnato da vari leader europei, Giorgia Meloni, Keir Starmer, Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Alexander Stubb, Ursula von der Leyen e Mark Rutte. Il clima generale è apparso piuttosto sereno: sicuramente più disteso rispetto al burrascoso bilaterale che Trump ebbe con lo stesso Zelensky lo scorso febbraio.
Il presidente americano ha definito il meeting di ieri “molto proficuo”. “Durante l’incontro abbiamo discusso delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, che sarebbero state fornite dai vari Paesi europei, in coordinamento con gli Stati Uniti d’America. Tutti sono molto soddisfatti della possibilità di una pace tra Russia e Ucraina”, ha proseguito, per poi aggiungere: “Al termine degli incontri, ho chiamato il presidente Putin e ho avviato i preparativi per un incontro, in una sede da definire, tra il presidente Putin e il presidente Zelensky. Dopo tale incontro, avremo un trilaterale, a cui parteciperanno i due presidenti, più me. Ancora una volta, si è trattato di un ottimo passo iniziale per una guerra che dura da quasi quattro anni. Il vicepresidente J.D. Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff stanno coordinando le operazioni con Russia e Ucraina”.
I temi sul tavolo
E veniamo quindi ai singoli punti discussi ieri. Su alcuni si è registrata notevole armonia, mentre su altri ha ancora luogo una certa distanza. Per quanto riguarda l’eventuale trilaterale, Zelensky si è detto favorevole. “Noi siamo pronti per un trilaterale”, ha dichiarato il presidente ucraino durante il faccia a faccia con Trump nello studio ovale.
Come reso noto da entrambi i presidenti, dovrebbe tenersi prima un incontro tra Zelensky e Putin a cui dovrebbe seguire un meeting a tre, alla presenza dello stesso Trump. Un altro punto su cui è emersa convergenza è stato quello delle garanzie di sicurezza. Trump non ha escluso l’invio di truppe americane sul territorio ucraino. È inoltre stato messo in cantiere un progetto per l’acquisto da parte di Kiev di 90 miliardi di dollari in armamenti americani tramite finanziamenti europei. Gli Stati Uniti, dal canto loro, potrebbero acquistare droni ucraini. Secondo Zelensky, i piani definitivi dovrebbero essere messi a punto entro i prossimi dieci giorni. Sia Starmer che Macron hanno sottolineato positivamente i progressi in materia di garanzie di sicurezza.
Le divergenze
La distanza resta però su altre questioni. Innanzitutto si registra sul cessate il fuoco. Trump ha ribadito la necessità di bypassarlo, per arrivare direttamente a un trattato di pace definitivo. “Stiamo lavorando a un accordo di pace mentre loro combattono, devono combattere. Vorrei che si fermassero. Mi piacerebbe che si fermassero, ma strategicamente, questo potrebbe essere uno svantaggio per una delle due parti”, ha dichiarato.
Gli europei, di contro, auspicherebbero che la precondizione per l’avvio di negoziati con la Russia sia proprio una tregua. “Un vero negoziato può aver luogo solo in un vertice a cui partecipi anche l’Ucraina stessa. Un vertice del genere è concepibile solo se le armi tacciono. Ho rinnovato questa richiesta ancora una volta oggi”, ha dichiarato Merz dopo il meeting di ieri.
La questione territoriale
Un altro nodo sul tavolo è quello delle eventuali cessioni territoriali da parte di Kiev. Zelensky ha ammesso di aver avuto una lunga discussione con Trump riguardo a una mappa che, esposta nello studio ovale, mostrava le aree occupate dai russi.
Rutte ha comunque riferito che la ridefinizione dei territori ucraini non è stata discussa durante il summit di ieri, in quanto si suppone sia un argomento da trattare durante l’eventuale trilaterale tra Trump, Zelensky e Putin. Il dossier resta però spinoso.
Il presidente americano ha ribadito esplicitamente che Kiev debba rinunciare alle proprie rivendicazioni sulla Crimea e, secondo indiscrezioni, sul Donbass. In cambio, il Cremlino congelerebbe la situazione a Kherson e Zaporizhzhia sulle attuali linee del fronte. Uno scenario complessivo rispetto a cui finora Zelensky si è mostrato freddo.
Uno scenario in evoluzione
Insomma, non tutto ieri è stato definito. Tuttavia la sensazione generale è che qualcosa si stia concretamente muovendo. Non sappiamo come andrà a finire. Ma, con l’iniziativa di Trump, la possibilità di un incontro diretto tra Zelensky e Putin non è mai stata così a portata di mano. E questo è un dato oggettivo.