Trump tira dritto con i dazi
- Postato il 1 agosto 2025
- Di Panorama
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Donald Trump ha inaugurato la sua nuova politica sui dazi. Giovedì, il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo, fissando le nuove aliquote per le tariffe. Si tratta di una serie di misure che scatterà il 7 agosto. A livello generale, secondo la Cnn, Washington imporrà dazi del 10% sui prodotti provenienti da quei Paesi con cui gli Stati Uniti hanno un surplus commerciale. Di contro, è prevista un’aliquota minima al 15% per quei Paesi che esportano negli Usa più di quanto importano.
Stando all’Associated Press, la politica commerciale della Casa Bianca riguarda un insieme di 68 Paesi a cui va aggiunta l’Unione europea. Complessivamente il range tariffario va da un minimo del 10% (il Regno Unito, che ha firmato un accordo con Washington lo scorso giugno) a un massimo del 41% (la Siria). L’aliquota attuale per il Messico è stata prorogata di 90 giorni. Per quanto riguarda invece l’Unione europea, l’aliquota generale è al 15%, come previsto dall’accordo concluso la settimana scorsa da Washington e Bruxelles.
È interessante notare come alcuni dei dazi più alti (40%) siano stati riservati a Laos e Myanmar: due Paesi dell’Asean. Altri membri del blocco, con cui Trump aveva raggiunto delle intese nei giorni scorsi, hanno invece ricevuto dei dazi più leggeri (il Vietnam al 20%, mentre l’Indonesia e le Filippine al 19%). Anche Malaysia e Cambogia hanno tirato un sospiro di sollievo, avendo ottenuto tariffe più miti di quelle ventilate ad aprile dalla Casa Bianca. Ricordiamo che la maggior parte degli accordi commerciali finora conclusi dal presidente americano riguardano il Sudest asiatico e l’Estremo oriente: segno, questo, del valore geopolitico che Trump attribuisce al commercio in chiave principalmente anticinese. È significativo sottolineare che il presidente americano, ieri, ha abbassato l’aliquota per Taiwan dal 32% al 20%: il governo di Taipei ha anche fatto sapere di voler negoziare per ottenere una cifra inferiore al 20%.
In tutto questo, non mancano casi di Paesi che si sono ritrovati ad affrontare tariffe più alte di quelle originariamente minacciate lo scorso aprile. La Svizzera avrà infatti un’aliquota del 39%, mentre il Canada una del 35%. Il premier canadese, Mark Carney, si è detto “deluso” dalla decisione di Trump, aggiungendo tuttavia che i negoziati con gli Stati Uniti continueranno. Il presidente americano, dal canto suo, ha giustificato la linea dura nei confronti di Ottawa, accusandola di non aver fatto abbastanza contro il contrabbando di fentanyl alla frontiera settentrionale degli Stati Uniti. Non solo. L’inquilino della Casa Bianca aveva anche mostrato di non apprezzare il fatto che Carney avesse annunciato di voler riconoscere lo Stato palestinese.