Sinner-Alcaraz, le due finali a confronto statistiche alla mano: cosa è cambiato tra Roland Garros e Wimbledon
- Postato il 16 luglio 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo le emozioni, serve anche la freddezza dei numeri per provare a ricostruire cosa è accaduto nei 35 giorni che separano la finale del Roland Garros dall’ultimo atto di Wimbledon. Le due sfide tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, così diverse nell’immaginario collettivo e in realtà simili, statistiche alla mano, al netto della evidente differenza di superficie. Terra rossa o erba, può cambiare tutto se si parla di match che vengono decisi da pochissimi punti. E mentre gran parte del mondo mediatico si arrovellava intorno ai tre match point non sfruttati da Sinner a Parigi, lui da quella tremenda sconfitta sportiva si è portato evidentemente dietro la consapevolezza di sapere cosa fare. Cioè, rigiocare più o meno la stessa partita e avere fede nel suo piano tattico, limando però alcuni dettagli cruciali: alzare le percentuali al servizio e aumentare il ritmo dei colpi per impedire ad Alcaraz di sfruttare il suo talento nelle variazioni. Ovviamente, il tutto aiutato dalle caratteristiche dell’erba di Wimbledon.
Dopo le 5 ore e mezza di Parigi, l’impressione distorta dal risultato finale faceva credere che la distanza tra Alcaraz e Sinner si fosse ampliata, viste le 5 vittorie consecutive dello spagnolo. Chi scrive, analizzò nell’immediato quella partita così: “Oggi avrebbero potuto vincere entrambi. Nessuno è stato più forte. Alcaraz in partenza avrà sempre qualcosina in più di Sinner sulla terra rossa, ma la finale del Roland Garros ha dimostrato che non c’è un reale gap“. Erano considerazioni supportate dai dati. Uno, per esempio, il più banale: Sinner nella finale di Parigi ha vinto un punto in più di Alcaraz (193 a 192). In fin dei conti, si era ritrovato nella stessa situazione che lo ha visto trionfare poi a Wimbledon. Era avanti due set a uno e 5 a 3 nel quarto set. Solo che al Roland Garros si è poi scatenata la furia spagnola, mentre a Londra la morsa asfissiante dell’altoatesino non è venuta a mancare fino all’ultimo, liberatorio, punto. Qualcuno potrà anche non accettarlo, ma è stata pure questione di fortuna se a Parigi alla fine ha vinto Alcaraz (nello sport la sorte è spesso decisiva). Sull’erba di Wimbledon, invece, Sinner è riuscito a essere superiore (seppur di poco!) in quasi tutte le voci. Anche perché è riuscito a chiudere la partita quando ne ha avuto l’occasione, senza trascinarla oltre le tre ore di gioco, un terreno fertile al suo rivale.
Adesso, che la rivincita è riuscita, è tornata di moda la domanda su chi sia più forte tra Sinner e Alcaraz. O su quale finale sia stata più bella. Luca Bottazzi, ex tennista, docente universitario, scrittore e maestro di tennis, ha voluto ricordare The Art of Lawn Tennis, libro di Bill Tilden del 1920, che “illustra i tre fattori (Vincenti, Errori Procurati e Gratuiti) che costituiscono il Dna di una partita di tennis, tre set su cinque“. Bottazzi spiega, citando il mito Tilden: “L’equilibrio tra i tre fattori determina la qualità della partita, in particolare quando gli errori procurati (forzati) risultano, anche se lievemente, prevalenti”. Oltre un secolo dopo, quel caposaldo del tennis continua ad essere una bussola per capire il tennis: nella finale di Wimbledon ci sono stati 78 vincenti, 84 errori forzati e 76 errori gratuiti (non forzati). Al Roland Garros? 123, 137, 125. Non si sfugge a questa regola, che vale per ogni generazione tennistica: Alcaraz e Sinner sono due campioni, le loro sfide esprimono il miglior tennis che si possa giocare oggi, con le moderne racchette e con gli attuali materiali. È successo sia a Parigi che a Londra.
Sempre Bottazzi, intervistato da ilfattoquotidiano.it prima della finale di Wimbledon, era stato profetico: “Continuano a mostrare il grande campione che vince e fa punti vincenti. Ma il tennis non è questo: Roger Federer raccontò di aver vinto solo il 54% dei punti in carriera, dimostrando come sopportare i punti persi costituisca il modo per diventare un grande campione”. E ancora: “La capacità di saper superare gli errori ed i punti perduti sono la vera grande ed intima bellezza del tennis. Il vero X Factor del campione”. È esattamente quello che ha saputo fare Sinner per vincere Wimbledon. Il primo accorgimento, imparato dalla delusione al Roland Garros, ha riguardato il servizio. Ha migliorato la percentuale di prime in campo: dal 56 al 62%. Ha preferito prendersi più rischi semmai sulla seconda, per impedire ad Alcaraz di prendere confidenza con la risposta: ha commesso anche due doppi falli (contro gli zero di Parigi), ma il numero di punti vinti è passato dal 49 al 58%. Il secondo accorgimento ha riguardato il gioco da fondo campo: è riuscito a bloccare la varietà di Alcaraz. Un dato esplicativo: lo spagnolo al Roland Garros aveva compiuto 32 drop shot (palle corte), mettendo spesso in crisi Sinner e sfinendolo. A Wimbledon quest’arma non l’ha quasi mai utilizzata e non è stata efficace: per 5 volte ha sbagliato l’esecuzione, a fronte di appena tre punti diretti tramite palla corta. Per il resto però, anche guardando appunto al numero di vincenti, errori gratuiti e forzati, sono state due partite più simili di quanto si creda. In cui un ruolo cruciale lo ha giocato anche la superficie: Alcaraz sulla terra del Roland Garros ha puntato maggiormente su drop shot, colpi di tocco e fantasia. Tuttavia, sull’erba di Wimbledon, questa strategia ha chiaramente prodotto meno risultati e più errori. Il profilo tattico di Sinner è stato più solido in entrambi i match e, specialmente sull’erba, ha avuto molte meno sbavature. Dettagli, che fanno la differenza.
Le statistiche sulla finale del Roland Garros
Servizio
Aces: Sinner 8 – Alcaraz 7
Doppi falli: Sinner 0 – Alcaraz 6
1a di servizio in campo: Sinner 56% – Alcaraz 59%
Punti vinti sulla 1a: Sinner 70% – Alcaraz 63%
Punti vinti sulla 2a: Sinner 49% – Alcaraz 57%
Sinner ha servito meglio di Alcaraz già a Parigi e ha vinto più punti sulla prima, che però troppo spesso non è finita in campo. Sulla seconda invece ha subito lo spagnolo.
Risposta
Punti vinti sulla 1a avversaria: Sinner 37% – Alcaraz 30%
Sulla 2a: Sinner 43% – Alcaraz 51%
Palle break convertite: Sinner 47% (7/15) – Alcaraz 50% (7/14)
Sinner ha risposto molto bene alla prima, mentre Alcaraz ha costruito le sue chance di break quando l’italiano giocava la seconda di servizio.
Punti complessivi
Totale punti vinti: Sinner 193 – Alcaraz 192
Vincenti: Sinner 53 – Alcaraz 70
Errori non forzati: Sinner 64 – Alcaraz 73
Errori forzati: Sinner 58 – Alcaraz 67
Alcaraz ha giocato in modo più aggressivo (più vincenti, ma anche più errori). Sinner ha avuto una maggiore solidità difensiva.
Le statistiche sulla finale di Wimbledon
Servizio
Aces: Sinner 8 – Alcaraz 15
Doppi falli: Sinner 2 – Alcaraz 7
1a di servizio in campo: Sinner 62% – Alcaraz 53%
Punti vinti sulla 1a: entrambi al 75%
Punti vinti sulla 2a: Sinner 58% – Alcaraz 51%
Alcaraz ha messo a segno molti più ace, ma con minor continuità: bassissima percentuale di prime in campo. Sinner ha servito in modo più equilibrato, cercando l’efficacia anche con la seconda.
Risposta
Punti vinti sulla 1a avversaria: pari al 25%
Sulla 2a: Sinner 49% – Alcaraz 42%
Break convertiti: Sinner 44% (4/9) – Alcaraz 33% (2/6)
Sinner è stato più solido nei momenti decisivi e ha risposto molto meglio sulla seconda, al contrario di quanto successo a Parigi.
Punti complessivi
Totale punti vinti: Sinner 124 – Alcaraz 114
Vincenti: Sinner 40 – Alcaraz 38
Errori non forzati: Sinner 40 – Alcaraz 36
Errori forzati: Sinner 36 – Alcaraz 48
Sinner ha aumentato la sua aggressività, ma è riuscito a rimanere solido. Alcaraz ha mantenuto un livello di rischio elevato, ma è stato spesso costretto all’errore dal gioco del suo rivale.
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