Sgombero Leoncavallo, Meloni: “Non ci possono essere zone franche”. Sala: “Non ci hanno avvertito”. Avs: “Era un presidio culturale”
- Postato il 21 agosto 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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La destra esulta, la sinistra attacca la propaganda securitaria del governo. E il sindaco di Milano si lamenta di non essere stato avvisato. La politica prevedibilmente si divide sullo sgombero del Leoncavallo. Lo storico centro sociale milanese, che quest’anno avrebbe compiuto 50 anni, è stato smantellato oggi dalla polizia. Matteo Salvini, che da ragazzo frequentava il centro, sembra aver rimosso i suoi ricordi giovanili e scrive su X: “Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!”. Meno sopra le righe, ma altrettanto soddisfatta la premier Giorgia Meloni: “In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità. Le occupazioni abusive sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunità che rispettano le regole. Il governo continuerà a far sì che la legge venga rispettata, sempre e ovunque: è la condizione essenziale per difendere i diritti di tutti”. E anche per Matteo Piantedosi, “oggi finalmente viene ristabilita la legalità”.
“Ieri ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l’ordine e la sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledì. In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo”, si lamenta in una nota il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Per un’operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c’erano molte modalità per avvertire l’Amministrazione milanese. Tali modalità non sono state perseguite”, aggiunge il primo cittadino che definisce il centro sociale “un valore storico e sociale nella nostra città. Ho ricevuto stamattina dal Prefetto la notizia”, conclude.
“Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità – dichiara il ministro dell’Interno -. Per trent’anni quell’immobile è stato occupato abusivamente. E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell’occupazione. Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive. Dall’inizio del nostro mandato sono già stati sgomberati quasi 4mila immobili. Lo sgombero del Leoncavallo è solo un altro passo di una strategia costante e determinata che porteremo ancora avanti”, ha dichiarato Piantedosi. Marco Osnato (Fdi) esprime gratitudine al ministro dell’Interno: “Finalmente può essere restituito ai legittimi proprietari, dunque a un uso effettivamente più appropriato, un edificio che purtroppo era diventato il simbolo dell’illegalità, del degrado, della propaganda di pericolose idee anti-sociali”.
Di diverso tenore la presa di posizione di Marco Grimaldi (Alleanza Verdi Sinistra) che parla di “ordine del governo Meloni”. Il Leoncavallo, aggiunge, non è “un centro sociale qualunque: un presidio culturale, politico, umano. Un luogo che da cinquant’anni dà voce a chi non ne ha, che ha curato ferite sociali che le istituzioni hanno spesso ignorato”. Per Grimaldi è “l’ennesimo atto di violenza immobiliare”: “Non ci stiamo a vedere Milano svuotata di senso, ridotta a vetrina per turisti e speculatori”. Per il segretario di Più Europa Riccardo Magi “è una pura operazione di facciata di Meloni, Piantedosi e Salvini che non risponde a un bisogno di sicurezza ma solo alla propaganda securitaria di questa destra”.
“Lo sgombero del Leoncavallo, presentato dal ministro Piantedosi come un trionfo di legalità, dimostra ancora una volta l’ipocrisia e il doppiopesismo di questo governo. Un presidio culturale, sociale e politico attivo da oltre trent’anni a Milano, che ha dato voce a generazioni di giovani, artisti e attivisti, viene liquidato come semplice ‘illegalità’, mentre l’immobile occupato dai fascisti di Casapound nel cuore di Roma resta intoccabile per Piantedosi”. Così Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra. “Il Leoncavallo ha rappresentato, piaccia o meno al ministro Piantedosi, uno dei centri culturali più vivi del Paese, uno spazio autogestito dove si è fatta politica, arte, mutualismo, solidarietà e partecipazione, che ha visto tra i suoi fruitori anche il Ministro Salvini che oggi parla di illegalità. Ci aspettiamo ora lo sgombero immediato di via Napoleone III, dove da anni Casapound occupa un immobile pubblico in pieno centro a Roma”, conclude Bonelli.
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