“Se siete celiaci state attenti a baciare chi mangia glutine”: l’allarme nel nuovo studio. L’esperto: “Ci vuole buonsenso”
- Postato il 6 giugno 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
Può un bacio tra un celiaco e una persona che ha appena ingerito del glutine rappresentare una minaccia per chi soffre di questa malattia? A tale domanda ha cercato di rispondere uno studio presentato alla recente Digestive Disease Week 2005, e Ilfattoquotidiano.it ha chiesto il parere del Dottor Luca Elli, referente del Centro di riferimento per la prevenzione e la diagnosi della malattia celiaca del Policlinico di Milano.
Quando si tratta di celiachia spesso si fa confusione: c’è chi parla di intolleranza o allergia al grano. Facciamo chiarezza: come possiamo definirla?
La malattia celiaca è una malattia autoimmune indotta dalla ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Questa è la definizione “scientifica”. Il termine intolleranza è molto aspecifico e si riferisce alla comparsa di sintomi dopo l’ingestione di un dato alimento, mentre le allergie rientrano in reazioni immunitarie con alti livelli di IgE. La malattia celiaca è l’unica caratterizzata da autoanticorpi nel sangue (AB anti transglutaminasi) e da un danno alla mucosa intestinale.
Quante persone in Italia soffrono di celiachia?
In Italia sono diagnosticate circa 250.000 persone, ma i soggetti con questo tipo di disturbo sono molti di più essendo la prevalenza intorno allo 0,5-1%. Quindi possiamo dire che la celiachia è molto sotto diagnosticata.
I numeri sono in aumento? Se sì come mai sempre più persone sviluppano questa patologia?
Sì, i numeri sono molto in aumento, basti pensare che solo 20 anni fa la celiachia era considerata una patologia rara. Questo disturbo è sempre esistito e gran parte del suo incremento dipende dalla nostra capacità di diagnosticarla con facilità e dalle migliori conoscenze. Alcuni studi dimostrano comunque che c’è anche un piccolo incremento della malattia in quanto tale.
È segno di qualche cambiamento che merita di essere notato?
È segno del miglioramento delle tecnologie in medicina e della capacità di fare diagnosi in modo semplice ed accurato.
Perché si può sviluppare anche in età adulta?
La celiachia può insorgere a qualsiasi età ma principalmente in età pediatrica o tra i 30 e 40 anni. Il perché si presenti in un momento della vita piuttosto che un altro non è ancora noto poiché non sono noti gli altri fattori ambientali oltre al glutine.
Quali potrebbero essere?
Si ipotizzano ma non si hanno molte sicurezze. Allattamento al seno, alterazioni del microbiota, infezioni virali come il rotavirus o altri possono giocare un ruolo ma purtroppo non abbiamo certezze in merito.
Come si arriva a una diagnosi di celiachia?
Attualmente la diagnosi di celiachia si basa su una sierologia compatibile, ossia la positività agli AB anti transglutaminasi che rappresenta l’esame di screening e sulla successiva conferma istologica di un’atrofia a livello della mucosa duodenale, ottenuta tipicamente con un campionamento bioptico tramite gastroscopia. Questo iter diagnostico vale soprattutto per gli adulti; la popolazione pediatrica può essere diagnosticata anche senza gastroscopia e biopsia nel momento in cui vi siano sintomi compatibili ed il titolo anticorpale sia particolarmente elevato.
In presenza di quali sintomi è il caso di sottoporsi a degli approfondimenti?
I sintomi per la celiachia possono essere sia intestinali che extraintestinali ed in generale sono molto vari ed eterogenei. I sintomi intestinali più tipici per cui è consigliato eseguire uno screening (il dosaggio degli anticorpi anti transglutaminasi) sono diarrea, calo ponderale, mal di pancia. Altri sintomi che meritano un approfondimento in tal senso sono l’anemia, la carenza di ferro, alterazioni degli enzimi epatici, infertilità, poliabortività, osteoporosi o la presenza di altre malattie autoimmuni.
Che cosa può accadere se un soggetto celiaco ingerisce accidentalmente del glutine ed è vero che alcuni sono più sensibili di altri quando inciampano in una contaminazione?
La reazione all’ingestione involontaria di glutine è molto diversificata e varia da un quadro tipo gastroenterite (nausea, vomito, diarrea) sino a nessun sintomo. Sbagli estemporanei possono capitare e non inficiano la prognosi della malattia celiaca, per cui in tali occasioni non bisogna allarmarsi ed aspettare che i sintomi passino.
Alla recente Digestive Disease Week è stato presentato uno studio su eventuali rischi di contaminazione quando una persona celiaca ne bacia una che ha appena ingerito glutine. È una preoccupazione reale?
Lo studio è interessante ma penso che non desti preoccupazioni in generale e che ci si possa baciare liberamente. La cosa importante dello studio è capire come il cambiamento di stile di vita indotto dalla celiachia generi spesso dubbi e preoccupazioni in diversi ambiti della vita, stimolando talvolta un comportamento di ipervigilanza che va disinnescato.
Che probabilità ci sono (e di che quantità stiamo parlando) che la saliva trasporti glutine in modo pericoloso per chi soffre di celiachia?
Estremamente basse. Come hanno mostrato nello studio è sufficiente il buonsenso ed un livello igienico a prescindere dal glutine (nessun partecipante alla ricerca ha riportato sintomi avversi dopo il bacio, nemmeno quando il partner non celiaco non ha bevuto acqua prima del bacio, ndr).
Quali le accortezze che una persona celiaca deve avere a tavola e in altri contesti?
È importante che la celiachia e la dieta priva di glutine non influiscano sulla qualità di vita. Chi soffre di celiachia può stare a tavola tranquillamente in un contesto di normalità. Se si trova in un ristorante può comunicare al personale la necessità di un’alimentazione senza glutine e lasciarsi consigliare. Attualmente la maggior parte dei ristoranti propone piatti senza glutine grazie a campagne di sensibilizzazione.
L'articolo “Se siete celiaci state attenti a baciare chi mangia glutine”: l’allarme nel nuovo studio. L’esperto: “Ci vuole buonsenso” proviene da Il Fatto Quotidiano.