Schlein e Conte in 'gara' per le premiership e la sferzata di Prodi
- Postato il 15 novembre 2025
- Politica
- Di Agi.it
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Schlein e Conte in 'gara' per le premiership e la sferzata di Prodi
AGI - Ieri il mancato abbraccio a Massimo D'Alema, oggi la nuova sferzata di Romano Prodi. I padri nobili del Pd continuano a dimostrarsi tutt'altro che teneri nei confronti della segretaria Elly Schlein che, nel frattempo, mostra di voler adottare un approccio più istituzionale nella sua azione di governo.
Le accuse a governo e maggioranza non mancano di certo, come dimostra la battaglia ingaggiata alla Camera contro il ddl Valditara, ma la rivendicazione del lavoro fatto di concerto con la premier Meloni sul libero consenso, con tanto di foto d'archivio che ritrae un saluto tra le due, è una prova della volontà della leader dem di non trascurare lo standing istituzionale richiesto alle forze politiche che abbiano aspirazioni di governo.
Un post, quello di Schlein, che arriva nelle ore in cui si infiammava il dibattito sulla tassa per i patrimoni oltre i due milioni di euro proposta da Landini e bocciata dal presidente del M5s, Giuseppe Conte, preoccupato che un provvedimento del genere possa far scappare gli investitori dall'Italia.
Per l'ex premier, bisogna tagliare le spese per le armi e colpire gli extraprofitti di banche, assicurazioni, colossi digitali ed energia. E oggi, annunciando gli emendamenti del M5s alla manovra, il leader ha sottolineato l'ampliamento della no tax area a 20 mila euro tra le richieste del suo partito.
A questo si aggiunga la presenza del leader Cinque Stelle al battesimo del progetto centrista di Alessandro Onorato, dove era presente anche il sindaco e presidente Anci, Gaetano Manfredi. La competizione per la premiership tra i due leader del centrosinistra sembra, dunque, aperta.
L'avvertimento del Professore
Ma leader si nasce, "o ci si può diventare", avverte Prodi. Il Professore ha sentito più volte Schlein nei giorni scorsi, avvertendola: "La mia preoccupazione è che una parte dell’elettorato si allontani dal centrosinistra perché ritiene che dall’opposizione arrivi una lettura troppo ristretta della società, non sufficiente per un’alternativa concreta di governo. Ed è già tardi perché siamo oltre metà legislatura".
Osservata alla luce di queste parole, il nuovo standing istituzionale della segretaria appare come una prima risposta.
Anche annunciando gli emendamenti delle opposizioni alla manovra, Schlein evita di attaccare frontalmente la maggioranza, preferendo offrire il proprio contributo per migliorare l'impianto della legge di bilancio. "Insieme alle altre opposizioni abbiamo presentato 16 emendamenti condivisi per aumentare la coesione sociale", spiega Schlein: "Daremo quindi il nostro contributo per riuscire a migliorare una manovra che non ha respiro, che è di austerità e che purtroppo non aumenta la crescita di questo Paese e vede crescere solo le diseguaglianze".
Il Professore, però, non si ferma ai consigli e 'boccia' il modello Mamdami scelto dalla segretaria dopo la vittoria dei dem a New York. Non può essere quello il modello del Pd, ma deve essere un "riformismo fatto di cose concrete". Il fatto nuovo, importante, che arriva dagli Stati Uniti è, per Prodi, un altro: "La vittoria delle due governatrici democratiche, in Virginia e New Jersey". Governatrici, va detto, espressione dell'area moderata dei Democratici d'Oltreoceano, osannate dai riformisti dem nostrani.
Schlein e il mancato abbraccio con D'Alema
Ieri, poi, il mancato abbraccio con D'Alema, di ritorno alla Camera dopo anni. La segretaria è arrivata in ritardo, ha spiegato che a trattenerla è stato il lavoro sugli emendamenti alla manovra. Seduti assieme al tavolo, al quale era presente anche Landini, i due si sono scambiati solo un saluto fugace.
Nell'intervento, però, D'Alema dispensa 'consigli' come quello di coinvolgere nel cantiere dell'alternativa alla destra anche il mondo della cultura che non aspetta altro "per mobilitarsi". Poi, invita i partiti del campo largo - ma, nel contesto, sembra un avvertimento diretto al Pd - a mettere da parte le velleità egemoniche, perché "si perde e si vince insieme: l'egemonia del partito dentro una visione egemonica ha un valore relativo".
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