“Sanremo? Con 28-30 artisti in gara forse c’è meno attenzione all’ascolto e più spettacolo. Il mio invito oggi è ‘fermiamoci un momento'”: così Sergio Cammariere
- Postato il 24 novembre 2025
- Musica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Amore, memoria, distanza, rinascita e consapevolezza sono i temi di “La pioggia che non cade mai” il nuovo album di Sergio Cammariere in uscita il 28 novembre e che arriva a tre anni di distanza dal precedente progetto discografico. “Per me questo album è un invito a fermarsi un momento, a respirare, ad ascoltare – ha affermato durante la presentazione alla stampa romana – Non racconta storie straordinarie, ma le storie che viviamo tutti: l’attesa, la nostalgia, il bisogno di sentirsi vivi, l’amore che cambia forma ma non scompare. Spero che ognuno di voi possa trovare un frammento di sé in queste canzoni. Spero che questa ‘pioggia che non cade mai’ possa, in qualche modo, toccarvi, farvi da specchio, o forse semplicemente accompagnarvi per un tratto di strada”.
“Il pianoforte è la mia casa, il centro da cui tutto parte – ha raccontato Cammariere -. Attorno si muovono archi, ritmi delicati, sonorità morbide che non vogliono mai coprire la voce, ma accompagnarla. Ci sono brani più intimi e riflessivi, come ‘Una lunga attesa’ o ‘Certe storie ritornano’, che nascono dal bisogno di dare un nome alla fragilità. Ce ne sono altri più luminosi, come ‘Un segreto d’amore’ o ‘Qualcosa che ho lasciato dietro me’, che cercano la parte leggera che ci spinge ad andare avanti. E poi c’è ‘Il fiume scende giù’, ispirato alla poesia di Gibran, che racconta il cammino dell’esistenza attraverso l’immagine di un fiume in viaggio verso il mare”.
“Oggi i dischi non si vendono, lo sappiamo. – ha continuato – L’unica nostra possibilità è fare i concerti dal vivo e riabbracciare il nostro pubblico. Non vogliamo fare i concerti nei grandi spazi, ci accontentiamo delle mille persone che vengono a sera. Sapere che su 35 concerti quest’anno 35.000 persone hanno ascoltato la mia musica e hanno pagato il biglietto, è la cosa che ci fa stare bene”.
Poi il discorso si sposta sul Festival di Sanremo: “Quando ho partecipato io nel 2003 eravamo in 18, oggi gli artisti in gara sono 28-30. Questo significa che forse c’è meno attenzione all’ascolto e più spettacolo, più intrattenimento”.
Il cantautore è stato protagonista dell’edizione 2003 con ‘Tutto quello che un uomo” e ha sottolineato: “Negli ultimi vent’anni il criterio di scelta è completamente cambiato. Nell’era digitale il Festival è diventato una vetrina fondamentale. Tuttavia, l’aumento esponenziale dei partecipanti ha, secondo me, un costo. Forse gli artisti sono troppi. Ricordo che l’ultima volta che sono stato a Sanremo come ospite, con Nina Zilli nel 2019, siamo passati all’una e un quarto di notte“.
Cammariere rievoca con piacere le sue partecipazioni, volute fortemente dall’allora direttore artistico Pippo Baudo. “Erano Sanremo diversi. Quella canzone ‘Tutto quello che un uomo fu una grande avventura che si è conclusa molto bene, è entrata nel cuore di tutti. Ma Sanremo è sempre Sanremo, l’evento più importante del nostro Paese e parteciparvi è una grande responsabilità”.
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