San Lorenzo del Vallo è paese dell’anima nel mio viaggiare
- Postato il 18 settembre 2025
- Antropologia Filosofica
- Di Paese Italia Press
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Pierfranco Bruni
Di viaggi ho fatto il mio Viaggio.
Una esistenza fatta di parole, di scrittura, di letture. Una esistenza di incontri. Da “svogliato” a super invogliato. Senza pause.
Non conosco le cosiddette “ferie”. I riposi sono stati, e sono, tra un convegno e un altro, un libro scritto e un altro pensato.
Ma è il mio paese che mi riappacifica con me stesso.
Sono stato al mio paese. Di passaggio. Come mi capita spesso. Non posso che fare una deviazione e fare un salto in piazza, tra i vicoli, al cimitero. Prendere il mio solito caffè.
Come lo fanno al mio paese, in nessun’altra parte del mondo in cui ho viaggiato ha lo stesso sapore.
Una volta era mia madre a prepararmi il caffè.
Mi prometto sempre di fermarmi più del dovuto. Finora non mi è ancora riuscito. Impegni. Conferenze. Convegni.
Mi portano a scappare subito.
Mi sono promesso di iniziare e finire un mio libro che ha già il titolo: “Lettere da San Lorenzo del Vallo”.
Ho bisogno di scriverlo. Di scrivere queste lettere. Con pazienza, amore e armonia. Vivo il mio paese con questi tre fili intrecciati.
Sono convinto che il paese resta una malinconia appesa ai fili del tempo. Bisogna custodirlo. Accettarlo nei giorni che fuggono e sorridere a tutto ciò che si incontra.
Lo porto sempre con me. Lo porterei dappertutto.
Questa sera so che inaugurano il nuovo Calvario. Sarebbe stato bello restare tra la gente, ascoltare, osservare, vivere.
Sono costretto a scappare nuovamente.
Domani mi aspetta un aereo per il Vittoriale degli Italiani.
Gli sguardi hanno una antropologia dell’essere e il cuore è una corda di intrecci che conosce la nostalgia.
Che meraviglia questo monumento che riporta a Cristo.
La bellezza è che l’ho ritrovato dove lo avevo lasciato, nei frammenti della mia infanzia.
Una rimembranza che ha il suono dell’antico.
Quando so che il sacro e il laico si incontrano, rivivo il senso della riconciliazione.
La riconciliazione, in questa modernità, mi tocca l’anima.
Questo paese bisogna amarlo oltre la storia. Il Calvario è una “pietra” nella metafisica del religioso.
Cercare sempre il bene non è una metafora. È la vita che si (ci) incontra e ci parla. Mai dimenticare ciò.
Ho osservato il Calvario alla fine del paese, dove una volta c’era solo campagna. È un ripercorrere un tempo che resta dentro di me.
Me ne parto felice.
Vorrei che si parlasse sempre con la curiositas negli occhi e il vento del confronto.
Darsi la mano e ricevere un abbraccio. È un immaginario soltanto?
Assolutamente no. Abbiamo tutti bisogno di restare impeccabili, e mai giudicare, ma essere propositivi.
È una pedagogia dell’accoglienza che si dovrebbe partecipare.
Accogliere.
Una comunità diventa comunanza proprio quando ci asteniamo dal dare giudizi, ma ci proponiamo con il bene.
Mio padre mi ha educato al rispetto e a cercare sempre di pronunciare una parola in meno, rispetto a una in più.
La pedagogia dell’ascolto è nella mia vita.
Mai raccogliere polemiche. Sempre riappacificare.
Questo paese è coscienza. Porto del suo essere lo scavo della memoria.
Riparto. Riparto contento, osservando l’altare delle pietre e del marmo tra le Tre Croci.
Il religioso è destino.
….
Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al Ministero della Cultura
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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