Rob Jetten e il “ritorno al centro” dell’Olanda, triplicati i seggi del partito D66. Da martedì le consultazioni

  • Postato il 31 ottobre 2025
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Vittoria al fotofinish per il partito centrista D66 guidato da Rob Jetten in Olanda. Dove, come il passato anche recente ha insegnato, si apre una fase delicata che dovrà portare alla formazione di un governo. Come “da tradizione” nel sistema proporzionale olandese, nessun partito ottiene la maggioranza assoluta, e la nascita del nuovo esecutivo passa attraverso un articolato processo di consultazioni e negoziati che potrebbe durare anche diversi mesi.

Jetten però ha condotto il suo D66 a triplicare i seggi in due anni, restituendo ai Paesi Bassi un profilo che lui riassume in una promessa: “Torneremo al centro”. Il 38enne star dei liberal-progressisti può ora rivendicare di aver fermato l’ascesa dell’ultradestra di Geert Wilders, superandolo su ogni terreno: oltre 15.200 voti di vantaggio quando restano da scrutinare soltanto le schede del comune di Venray – pur roccaforte sovranista – e, secondo le proiezioni dell’agenzia di stampa olandese Anp, anche 27 poltrone in Parlamento, una in più del rivale. Wilders però non ci sta e dichiara: “Anche se il D66 dovesse diventare il partito più grande, il PVV non permetterà che Jetten e compagni distruggano i Paesi Bassi e fin dal primo giorno ci opporremo con tutte le nostre forze, con 26 seggi, alla sua cattiva amministrazione liberal-sinistra!”.

Martedì sarà Jetten a presentare la squadra di esperti per avviare le consultazioni. L’auspicio, condiviso con i cristiano-democratici del Cda, è formare un esecutivo centrista che includa anche Vvd e laburisti-verdi. Ma il quadro, nella lettura del premier uscente Dick Schoof, resta “complicato”. “Sarei sorpreso se si arrivasse a un governo prima di Natale”, ha osservato il tecnico. Salvo miracoli della politica, sarà lui a traghettare il Paese nel nuovo anno.

Il primo passo quindi è la nomina di un cosiddetto “scout” (verkenner), la figura incaricata d’incontrare tutti i leader dei partiti rappresentati in Parlamento per valutare le possibili combinazioni di maggioranza. Lo “scout” prepara poi un rapporto che sarà discusso nella nuova Camera dei deputati, sulla base della quale verrà designato un “informateur”, il vero regista delle trattative. Il suo compito è sondare la disponibilità dei partiti a formare un governo e definire un programma comune. Solo nella fase finale entra in scena il “formateur”, di norma il futuro premier, che dovrà chiudere l’accordo politico e distribuire i ministeri. Questo percorso, di solito, richiede settimane o persino mesi. Le ultime legislature olandesi si sono insediate dopo negoziati record, come quello del 2021 che durò 271 giorni.

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