Referendum, Pasa (Cgil): “Diritto al lavoro e alla cittadinanza condizioni per una vera democrazia”

  • Postato il 17 aprile 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Andrea Pasa generica

Savona. “Lavoro e cittadinanza, non sono due cose diverse: ma in una democrazia debbono integrarsi”. Così il segretario provinciale della Cgil di Savona Andrea Pasa commentando i contenuti dei cinque quesiti del referendum del prossimo giugno.

“In una democrazia reale, i diritti del lavoro e quelli di cittadinanza non possono essere separati: ecco perché occorre andare a votare (e votare sì) ai cinque referendum proposti dalla Cgil che si terranno l’8 e 9 giugno. Che diventano, proprio per questo, giorni cruciali per il futuro di un Paese che voglia dirsi civile. “La prima cosa da sottolineare è che con il referendum ‘non si delega nessuno’ e questo vuol dire che ‘se raggiungiamo il quorum e vincono i sì, il giorno dopo milioni di persone avranno dei diritti che oggi non hanno’. E per fare questo bisogna parlare con le persone, perché ancora oggi in tanti non sanno del referendum”.

I quesiti referendari sono cinque, come detto: “Con il primo si vuole rendere di nuovo possibile per i lavoratori assunti dopo il 2015 il reintegro in caso di licenziamento illegittimo, abrogato con il Jobs Act che prevede solo un risarcimento economico. Il secondo referendum è importante per una battaglia di civiltà: oggi chi lavora in un’impresa sotto ai 15 dipendenti se viene licenziato illegittimamente, ha diritto a un’indennità massima di sei mensilità, ebbene, ‘noi chiediamo che il giudice possa decidere una cifra più alta, tenendo conto della persona coinvolta e dell’impresa che magari fa fatturati altissimi’, in Provincia di Savona le imprese sotto i 15 dipendenti sono oltre il 95%”.

“Il terzo quesito, vuole ripristinare la causali per i contratti a termine e cancellare la precarietà del lavoro, in provincia di Savona negli ultimi 3 anni il 92% dei nuovi contratti è precario e il 47% è part time. Con le leggi degli ultimi anni abbiamo fatto diventare normale lavorare nella precarietà e permesso che ci possano essere persone che rimangono precarie per tutta la vita. E poi c’è la sicurezza. Una strage continua, che non finisce mai e che registra numeri che non hanno eguali in Europa, in provincia di Savona dal 2018 al 2024 sono oltre 40 i lavoratori morti nei luoghi di lavoro e la maggior parte nella filiera degli appalti e sub appalti e precari. Non è il caso, ‘ma il frutto di un modello di impresa che si è affermato nel tempo. La maggior parte dei morti, e non lo dice e il quarto referendum ha questo scopo: le aziende che appaltano devono essere responsabili di ciò che succede nella catena e dovranno essere chiamate ad assumersi la propria responsabilità’”.

Infine il quinto referendum, quello che “punta a ridurre da 10 a 5 anni di permanenza in Italia il requisito per avere la cittadinanza, come d’altra parte era fino al 1992. Mi sembra un fatto di buon senso e di dignità delle persone, ci sono oggi in Italia milioni di persone che lavorano, che pagano le tasse e che non hanno i diritti di cittadinanza. E poi non possiamo chiudere gli occhi sul fatto che il Paese sta invecchiando, siamo in piena crisi demografica e se vogliamo continuare a essere un paese industriale, ad avere sanità pubblica e pensioni abbiamo bisogno di queste persone, che siano però nel pieno dei loro diritti, anziché continuarle a usare come strumento elettorale evocando paure che non hanno senso. In provincia di Savona sono necessari le lavoratrici e i lavoratori stranieri visto che ogni anno abbandonano il nostro territorio migliaia di persone (dal 2015 al 2024 oltre 20 mila abitanti sono emigrati dalla nostra provincia verso altre regioni o all’estero)”.

“In queste settimane, insieme a tante associazioni e partiti politici di centro sinistra abbiamo costituito comitati referendari in tutto il territorio provinciale , fatto iniziative pubbliche per informare i cittadini sui cinque quesiti e nei prossimi giorni inizieremo tutti insieme ad organizzare volantinaggi e momenti di informazione ancora più capillare in tutto il territorio savonese. Chiediamo alle persone di andare a votare, poi naturalmente ognuno decide come, proprio perché c’è un problema di crisi democratica nel nostro Paese e la democrazia la si difende praticandola e partecipando”.

Autore
Il Vostro Giornale

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