Processo per i furti alla biblioteca dei Girolamini, il calvario di don Sandro Marsano: assoluzione definitiva in appello
- Postato il 17 novembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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L’ex segretario del vescovo di Albenga don Sandro Marsano, già parroco di Dolcedo e di Vessalico, nonchè vice parroco di Andora, assolto dalla vicenda relativa al furto di duemila volumi dalla biblioteca dei Girolamini di Napoli, di cui era conservatore.
Pene ridotte in appello nei confronti dei sei imputati, condannati in primo grado al processo sull’ingente furto dei preziosi libri. Sul pronunciamento dei giudici ha influito la prescrizione dei alcuni reati.
Per il principale imputato, Massimo Marino De Caro, ex direttore della famosa Biblioteca, la pena è stata ridotta a 3 anni e 9 mesi, oltre ai 7 anni incassati con il rito abbreviato. Pene ridotte anche per Mirko Camuri, da 5 anni e 8 mesi a 6 mesi, per Stefano Ceccantoni da 2 anni e 6 mesi a 2 anni, per Luca Cableri da 4 anni e 6 mesi a 3 anni, e per Maurizio Bifolco, da 5 anni e 6 mesi a 4 anni e 9 mesi, oltre a Stephane Delsalle da 4 anni in primo grado a 3 anni.
Altri imputati come Viktorya Pavloskiy, Lorena Paola Weigant, Alejandro Cabello e Federico Roncoletta, tutti assolti in primo grado: per loro il ricorso dell Procura è stato giudicato inammissibile dai giudici perché depositato fuori tempo massimo.
Per don Sandro Marsano, Preposito della Congregazione dell’Oratorio, difeso dagli avvocati Manlio Pennino e Bruno Von Arx, già assolto da tutte le accuse in primo grado, si chiude un procedimento investigativo e penale durato quasi 13 anni: per lui una assoluzione con formula piena.
“Il ricorso in Cassazione da parte della Procura – ha spiegato l’avvocato Manlio Pennino – è possibile per gli imputati condannati, ma non nei confronti degli assolti in primo grado”.
“Sono contento per i miei amici, i mieri cari, i miei superiori che ora possono tirare un definitivo sospiro di sollievo nei miei confronti” ha detto il sacerdote commentando la sentenza. E in merito al suo calvario giudiziale e personale, che ha viksto anche un sequestro dei beni: “E’ chiaro che allo stesso tempo provo amarezza per questa lunga vicenda e quanto ho dovuto soportare… Alcuni non si sono fatti scrupoli a distruggere un prete e una congregazione, peccato che i fatti abbiano dimostrato una assoluta estraneità” ha aggiunto.
E oltre alla riabilitazione della congregazione: “Il processo ha dimostrato l’esistenza di due biblioteche distinte in una sola struttura libraria, per quella di nostra competenza auspico che i volumi possano a breve tornare” ha concluso.
(FOTO da ilroma.net)