Percorsi Seriali. “Mr. Scorsese”: il ritratto definitivo di un vero maestro del cinema

  • Postato il 28 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Percorsi Seriali. “Mr. Scorsese”: il ritratto definitivo di un vero maestro del cinema

Diretta da Rebecca Miller, su AppleTv la docuserie in cinque episodi, sul grande regista: “Mr Scorsese” protagonista di Percorsi Seriali


Se amate il cinema fatevi un regalo. Che sia per il compleanno, Halloween, Natale o che volete voi, ma sottoscrivete un abbonamento ad Applet tv+. No, non prendo alcuna percentuale, poi se volete cancellatelo. Prima, però, guardate Mr. Scorsese, la docuserie in cinque episodi diretta da Rebecca Miller. Credo sia la prima volta che parlo di una docuserie, ma stavolta non se ne può fare a meno. Non è semplicemente un altro documentario sul celebre regista.

È un’operazione monumentale che, attraverso un approccio introspettivo e mai agiografico, ricostruisce il complesso rapporto tra la vita e l’arte di Martin Scorsese, restituendoci non solo il cineasta ma l’uomo nella sua interezza. Con un accesso privilegiato all’archivio personale del regista e interviste esclusive con i suoi più stretti collaboratori, la serie si configura come l’opera definitiva su uno dei più grandi registi viventi, uno che già da vivo è nell’Olimpo della settima arte.Rebecca Miller, regista e sceneggiatrice di talento, compie una scelta coraggiosa fin dall’inizio: rifiutare qualsiasi tentazione agiografica.

PERCORSI SERIALI, IN “MR SCORSESE” UN RITRATTO COMPLESSO DEL REGISTA

“Mr. Scorsese” non celebra semplicemente il genio artistico, ma scava nelle ombre, nelle contraddizioni e nelle vulnerabilità dell’uomo. Il ritratto che ne emerge è complesso e multidimensionale, lontano dall’oleografia del maestro intoccabile ed è uno dei motivi per cui scorre in maniera liscia. Miller costruisce un dialogo serrato tra i momenti cruciali della vita di Scorsese e le sue opere, mostrando come i traumi, le paure e le esperienze personali si siano trasformati in linguaggio cinematografico.

Miller adopera una regia metacinematografica che stabilisce continui parallelismi tra le esperienze biografiche di Scorsese e le sue sequenze filmiche più rappresentative. Un esempio particolarmente efficace è l’episodio iniziale, dove un litigio d’infanzia tra il padre di Scorsese e un proprietario di casa (che secondo il regista “ci ha cacciato dal paradiso”) viene messo in relazione con le sequenze di bambini testimoni di violenza in “Toro scatenato” e “The Irishman”. Questa scelta non solo rende visivamente affascinante il documentario, ma trasforma il cinema di Scorsese in un diario simbolico della sua esistenza.La serie dedica ampio spazio alle radici siciliane di Scorsese, mostrando come la cultura italo-americana abbia plasmato la sua sensibilità.

Attraverso filmati d’archivio e fotografie di famiglia, emerge il mondo di Little Italy con i suoi codici etici, le sue tradizioni e le sue contraddizioni. La doppia vocazione – gangster o prete – che Scorsese ha spesso citato come dilemma esistenziale è esplorata attraverso le testimonianze dello stesso regista e dei suoi familiari, rivelando come questa tensione tra peccato e redenzione diventerà il leitmotiv della sua filmografia.

I LATI PIU’ OSCURI

“Mr. Scorsese” non nasconde i lati più oscuri e controversi del regista. Vengono approfonditi, infatti, la dipendenza dalla cocaina negli anni ‘70, con il conseguente ricovero in ospedale in condizioni critiche; il carattere vulcanico e i famosi scatti d’ira durante le riprese, con aneddoti su telefoni fracassati e tavoli rovesciati; fallimenti familiari e le assenze paterni, testimoniate dai figli, in particolare Francesca, che raccontano il prezzo umano delle sue ambizioni artistiche. Queste ombre, tuttavia, sono sempre bilanciate dalla sua capacità di “risorgere” dopo ogni caduta, mostrando una resilienza straordinaria che Miller documenta con partecipazione ma senza compiacimento.

La serie riconosce l’importanza delle collaborazioni artistiche che hanno segnato la carriera di Scorsese: Thelma Schoonmaker, montatrice storica presentata come co-autrice invisibile delle opere; Robbie Robertson, di cui si celebra il fondamentale contributo musicale attraverso spezzoni di “Toro scatenato”, “Casinò” e “The Irishman“; Robert De Niro e Leonardo DiCaprio, i due attori-feticcio, (il primo quasi un’estensione del regista) le cui testimonianze rivelano un rapporto non solo professionale ma profondamente umano.

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Emergono con chiarezza i tratti distintivi dell’”artigiano Scorsese”: l’ossessione per lo storyboard, l’attenzione maniacale alla composizione dell’inquadratura, la cura per la colonna sonora, l’uso innovativo della macchina da presa. Particolarmente illuminante è la connessione stabilita tra le prospettive dall’alto che caratterizzano i suoi film e la sua infanzia passata a osservare la vita di strada dalla finestra della sua camera da letto al secondo piano. Il cinema per Scorsese non è mai stato solo intrattenimento, ma un mezzo epistemologico per esplorare la memoria e l’identità.

PERCORSI SERIALI: LE PERCEZIONI OPPOSTE TRA CRITICI E CINEFILI SU MR SCORSESE

Alcuni recensori hanno notato come la serie “perda densità negli episodi finali”, dedicando solo un’ora a un quarto di secolo di carriera che include nove film. “Gangs of New York” riceve ampio spazio, mentre “Hugo” non viene nemmeno menzionato. Inoltre, sono solo accennati il fondamentale lavoro di restauro cinematografico svolto dalla Film Foundation e il suo impegno come produttore a sostegno di nuove voci. Ci sta. Ci sta però che nessun altro documentario ci fa entrare nell’universo e nell’animo di un’artista poliedrico e profondo come Mr. Scorsese.

Per il cinefilo, la serie è un banchetto ricchissimo di aneddoti, analisi e connessioni tra vita e opera. Per lo studioso, rappresenta un documento insostituibile per comprendere le radici esistenziali di uno stile inconfondibile. E per il semplice curioso, è l’occasione per scoprire l’umanità fragile e complessa dietro i capolavori che hanno segnato la storia del cinema.

Con i suoi cinque episodi e quasi cinque ore di durata totale, “Mr. Scorsese” è un’opera necessaria che, nonostante le inevitabili lacune, riesce nell’intento di restituirci l’essenza di un artista che ha fatto del cinema non solo una professione, ma una ragione di vita. Al termine della visione, non si può che condividere l’auspicio di Miller: che Marty, nonostante gli 82 anni, continui a regalarci nuove opere del suo inesauribile genio creativo.

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