Padre separato che guadagna 1.400 euro al mese ne versa 600 alla figlia. La Cassazione taglia l’assegno

  • Postato il 18 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Con una sentenza destinata a fare scuola, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un padre separato obbligato a versare 600 euro al mese di mantenimento per la figlia, nonostante un reddito mensile di soli 1.400 euro. Secondo i giudici, l’importo era sproporzionato rispetto alle sue effettive possibilità economiche.

Il caso, riferito da Il Messaggero, riguarda un uomo che, a seguito di un cambiamento professionale, ha visto ridursi sensibilmente le sue entrate. Tuttavia, né il Tribunale di Piacenza né la Corte d’Appello di Bologna avevano tenuto conto di questo calo, mantenendo l’importo del mantenimento invariato. Ora, la Cassazione ha stabilito un principio chiaro: l’assegno deve essere rapportato al reddito attuale del genitore, e non a quello passato. Il procedimento torna quindi in Appello per la revisione della cifra.

Un problema diffuso

La pronuncia della Cassazione ha riacceso il dibattito sugli assegni di mantenimento sproporzionati, che spesso mettono in grave difficoltà economica i padri separati. Ne è un esempio Matteo, operaio 35enne di Padova, che racconta al Messaggero la sua esperienza: “Con 1.700 euro al mese, tra mutuo, assegno e spese, mi restano solo 300 euro. Vivo in cohousing pubblico, e ho paura di finire in macchina”. Dopo la separazione ha perso la casa, ma ha continuato a pagare il mutuo e l’assegno, vedendo il figlio solo nei weekend. “Gli assegni servono, certo, ma devono essere equi e sostenibili. Nessun padre dovrebbe essere costretto a una vita di privazioni”, sottolinea.

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Blitz

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