Nuovo forno crematorio a Staglieno, la battaglia arriva al Consiglio di Stato: il ricorso di Legambiente
- Postato il 24 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. La controversa vicenda del secondo forno crematorio presso il Cimitero Monumentale di Staglieno si arricchisce di un nuovo capitolo: l’associazione ambientalista Legambiente ha depositato un ricorso in secondo grado presso il Consiglio di Stato. L’azione legale è diretta contro Comune di Genova, Città Metropolitana, Soprintendenza, Regione Liguria, ASL 3 e ARPAL, oltre che contro la società Crezza srl, detentrice della concessione per la realizzazione del forno bis.
I Comitati cittadini, da tempo in prima linea contro il progetto, hanno accolto con favore l’iniziativa di Legambiente. Il Comitato Cittadini Banchelle, il Comitato Via Vecchia e Strade Limitrofe e il Comitato Difesa del Parco dei Forti e delle Mura di Genova hanno espresso il loro totale appoggio: “Appoggiamo in toto questo ricorso, perché ha basi solide e perché quest’impianto è un rischio per tutti e nessuno qui lo vuole,” dichiarano i Comitati in una nota congiunta”.
Le motivazioni alla base del ricorso si concentrano su due aspetti principali. Il primo riguarda la pericolosità del sito di costruzione: l’impianto sorgerebbe infatti in un’ex cava ai piedi di una frana attiva, cosa che in già in passato aveva sollevato forti preoccupazioni sulla sicurezza e la stabilità dell’area. Il secondo punto cruciale è la presunta inutilità dell’impianto bis a Genova. Secondo i Comitati – secondo la stessa Socrem, titolare dell’impianto attualmente in uso – sottolineano che il forno crematorio già attivo, copre attualmente il 100% delle richieste di cremazione, lavorando peraltro solo al 70% delle sue potenzialità. L’introduzione di un secondo impianto risulterebbe dunque non solo superflua, ma anche un inutile rischio ambientale.
Una valutazione che è stata condivisa più volte anche dall’attuale amministrazione, che durante la campagna elettorale aveva espressamente sottolineato l’inutilità dell’opera. Un’opera “non decisa con il territorio” come ha ricordato la stessa sindaca durante la giunta itinerante a Molassana, ma che al momento del cambio di amministrazione si trovava già praticamente costruita. “Bisogna dire che la politica deve fare la sua parte ed essere coerente con quanto sostenuto durante la campagna elettorale, che prevedeva lo stop all’impianto,” conclude la nota dei Comitato, rinnovando la richiesta di un intervento politico decisivo per fermare l’attivazione del forno.