Nessun intervento delle autorità preposte in soccorso di un cane legato a catena a Garessio: gli attivisti presentano un esposto alla Procura
- Postato il 23 settembre 2025
- Cronaca
- Di Quotidiano Piemontese
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GARESSIO – Gli attivisti di “Stop Animal Crimes Italia” e di “Equilibrio a 6 zampe” denunciano l’ennesima mancanza di considerazione delle autorità verso la salute di un animale domestico. Raccontano di aver rincorso telefonicamente Carabinieri Forestali, Polizie Locali e altre autorità per permettere ad un cane legato a catena nella periferia di Garessio (CN) ed esposto a predazioni, di essere liberato e al proprietario di essere sanzionato. La richiesta degli attivisti è di far applicare la legge Regione Piemonte n. 16 che all’articolo 7 vieta l’uso della catena, così come l’articolo 10 della nuova Legge quadro n. 82 entrata in vigore il 6 giugno scorso. Secondo le associazioni, non è stata effettuata alcuna verifica sulla proprietà dei cani, sprovvisti anche di microchip, nonostante il proprietario sia persona nota e in passato già sanzionato per il reato di maltrattamento animale. Solo l’intervento di una guardia zoofila ha persuaso il proprietario a sistemare i cani in luogo idoneo.
Le associazioni hanno depositato un esposto alla Procura per capire come mai le autorità pubbliche preposte all’osservanza delle leggi a tutela degli animali, una volta interpellate, non abbiano agito nella immediatezza dei fatti, nonostante le evidenti violazioni (assenza microchip, catena fissa, cuccia fatiscente) e le condizioni del cane (isolamento etologico e esposizione al clima esterno e a predazioni).
Nell’esposto si chiede anche che venga punito per il reato di maltrattamento animali il proprietario degli animali, ovvero il sequestro degli stessi.
Inoltre, le associazioni dichiarano che depositeranno al Procuratore della Repubblica di Cuneo e ad altri Procuratori un rapporto tecnico giuridico, attraverso cui adottare una nuova linea che vede nella Polizia Giudiziaria tutta, l’autorità che ha facoltà di legge di accertare de plano il reato di maltrattamenti animali. Anche perché le inadempienze istituzionali portano all’aumento di episodi di giustizia “fai da te” come furti di animali e altri reati o fatti illeciti connessi.
Leggi locali, nazionali e consolidata giurisprudenza inoltre stabiliscono che il maltrattamento animale non va certificato obbligatoriamente da un medico veterinario, in quanto desumibile dal patrimonio di comune esperienza.
Gli attivisti ricordano infine che non esistono cani da lavoro che possano vivere legati perennemente a catena o reclusi al buio.
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