Nel deserto del Wadi Rum in Giordania emergono i misteri di Ramesse III

  • Postato il 28 aprile 2025
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  • Di SiViaggia.it
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Un’importante scoperta archeologica ha recentemente avuto luogo in Giordania. Qui è stato infatti rinvenuto un graffito sulle rocce che risale al regno di Ramesse III, uno dei faraoni più importanti della XX dinastia egizia. Questo ritrovamento, avvenuto nella riserva naturale del Wadi Rum, non solo aggiunge nuovi dettagli alla conoscenza della storia egizia, ma fornisce anche prove tangibili di come l’Egitto intraprendeva spedizioni fuori dai propri confini durante il periodo del faraone.

I cartigli di Ramesse III: cosa sono e cosa rivelano

I cartigli sono incisioni che contengono il nome di un sovrano egizio, inscritto all’interno di una forma ovale. Nel caso di Ramesse III – prima metà del XII secolo a.C. -, il graffito con i cartigli del faraone della XX dinastia scoperti in Giordania, testimonia che lo stesso, famoso per le sue campagne militari e per il suo ruolo nella difesa dell’Egitto, sarebbe stato impegnato in spedizioni alla ricerca di materiali preziosi lontano dal Nilo. Questi ritrovamenti suggeriscono che Ramesse III potrebbe aver avuto un contatto diretto con le regioni intorno, tra cui la Giordania, allargando il concetto di potere egizio oltre i confini tradizionali.

La scoperta, inserita in un contesto geografico lontano dall’Egitto, fa luce su come la potenza egizia fosse percepita e sulla sua influenza anche su luoghi molto distanti. Inoltre, il graffito con i cartigli trovato potrebbe rappresentare un’importante prova di come le rotte commerciali e politiche egizie si estendessero nel Medio Oriente.

Un’altra prova era già emersa attraverso altri ritrovamenti simili fatti di recente, grazie anche all’apertura verso l’archeologia dell’Arabia Saudita. Un primo graffito con il nome di Ramesse III era infatti stato trovato circa 15 anni fa nell’oasi di Tamya.

Questa e l’iscrizione del Wadi Rum forse sono da porre in relazione con le spedizioni che avevano come meta finale le miniere di rame di Timna nel Negev – Israele. L’attività è ben testimoniata, insieme all’estrazione del turchese a Serabit el-Khadim nel Sinai e al commercio di mirra con Punt – località situate nell’area compresa tra il Corno d’Africa e la parte meridionale della penisola arabica – intorno al ventesimo anno di Ramesse III confermando così il conseguimento di una situazione abbastanza tranquilla nelle regioni settentrionali dell’Egitto.

Wadi Rum: il contesto della scoperta

Il deserto del Wadi Rum, famoso in tutto il mondo per la sua meraviglia naturale e per la sua importanza storica, è stato il luogo della scoperta dei cartigli di Ramesse III. Questo sito, che ha una lunga tradizione di ritrovamenti archeologici, è rilevante anche per le tracce di antiche civiltà che l’hanno attraversato. Sebbene il Wadi Rum sia oggi principalmente conosciuto per i suoi paesaggi emozionante, un tempo era anche un crocevia di commerci e scambi tra diversi popoli antichi. Il fatto che i cartigli siano stati rinvenuti in questo luogo potrebbe indicare che l’area fosse strategicamente importante già ai tempi dell’Egitto faraonico.

Inoltre, la posizione geografica del Wadi Rum suggerisce che questo fosse una via di passaggio tra la regione egizia e altre culture vicine, inclusi i popoli semitici che abitavano la Giordania e le terre intorno. La presenza di questi cartigli in una zona così lontana dal Nilo invita a pensare che l’Egitto, lungi dall’essere una nazione isolata, era attivamente impegnato in una rete di scambi e alleanze con altri regni.

Ramesse III: il faraone guerriero

Ramesse III, che governò l’Egitto dal 1186 al 1155 a.C., è famoso soprattutto per aver protetto il suo regno dalle incursioni e per le sue tantissime campagne militari. Il suo regno è stato segnato da un’epoca di difesa e consolidamento del potere egizio, ma anche da un periodo di decadenza per l’Impero.

Tra il V e l’XI anno di regno l’Egitto si era infatti trovato a difendere le proprie frontiere da libici e Popoli del mare che avevano attraversato il vicino Oriente da nord a sud spargendo ovunque morte e distruzione. Lo scontro fu molto violento e questo è dimostrato dai rilievi ritrovati nel Tempio di Ramesse III a Medinet Habu dove le scene di battaglia terminano con il conteggio dei nemici uccisi. Questo veniva fatto ammucchiando mani destre e falli degli uccisi davanti al sovrano.

La scoperta dei cartigli di Ramesse III in Giordania suggerisce che, oltre a essere un grande difensore dell’Egitto, egli fosse anche coinvolto in attività diplomatiche e commerciali che si estendevano al di fuori del suo regno.

Implicazioni per la storia e l’archeologia

Questo ritrovamento rappresenta un passo fondamentale per gli studiosi della storia egizia, in quanto fornisce nuove informazioni sul modo in cui l’Egitto interagiva con altre civiltà.  Grazie all’iscrizione del Wadi Rumi si può dire che commerci fossero ripresi e che in Egitto stavano in quel periodo arrivando prodotti preziosi e ricercati. Quello può forse essere considerato uno degli ultimi momenti di massimo splendore dello stato faraonico.
L’idea che Ramesse III avesse un’influenza diretta su regioni come la Giordania mette in discussione la visione tipica della sua epoca, dove l’Egitto era visto principalmente come un regno isolato e centrato sulla sua sicurezza interna.

L’analisi dei cartigli potrebbe rivelare maggiori dettagli sul tipo di relazioni che l’Egitto intratteneva con i regni vicini, incluso il grado di interazione commerciale e diplomatica. Inoltre, questo ritrovamento potrebbe stimolare ulteriori esplorazioni nel deserto del Wadi Rum e in altre regioni circostanti, alla ricerca di altre prove dell’influenza egizia.

Autore
SiViaggia.it

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