Natuzza, sedici anni senza quello sguardo che regalava speranza e alleggeriva l’anima

  • Postato il 2 novembre 2025
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Natuzza, sedici anni senza quello sguardo che regalava speranza e alleggeriva l’anima

Natuzza Evolo

Il primo novembre è festa di Ognissanti ma per i devoti di Natuzza è il giorno dell’addio ad una donna che ha saputo donare a chi l’ha conosciuta uno sguardo di speranza


MILETO – Il primo novembre 2009 moriva a Paravati, principale frazione di Mileto, Natuzza Evolo. Sono passati 16 anni da quel giorno. Fin dalle prime ore del mattino si accese un flusso continuo di devoti che giungevano a Paravati increduli, gli occhi lucidi, il dolore nel cuore e una certezza in mente: Natuzza era un soffio di Dio sulla Terra ed ora non c’era più.

Ma non è questione di fede. Non è compito nostro dire se Dio esiste o meno. Compito nostro è raccontare ciò che vediamo, ricostruire con le parole un’emozione che segna la vita delle persone. E quindi Natuzza Evolo non era la mistica per la quale è in corso una causa di canonizzazione e che già la Chiesa considera Serva di Dio. No, Natuzza Evolo era una donna. Umile, devota, accogliente, rassicurante.

Chi l’ha conosciuta, al di là di possibili esperienze mistiche, la racconta come una donna capace di ascoltare. Qualunque cosa: dai problemi familiari a quelli di salute. Poi arrivava uno sguardo, poche parole, un sorriso e chiunque usciva dalla sua casa lo faceva con una speranza in più e l’anima più leggera. Ti guardava come una mamma guarda un figlio o una figlia e ti restituiva in quel modo la speranza. Per questo per tutti i suoi devoti era “Mamma” Natuzza.

Da allora sono passati 16 anni. Tante cose nel frattempo sono cambiate. È cambiato il vescovo, a monsignor Luigi Renzo, che l’ha vegliata nelle ultime ore di vita, è seguito l’attuale presule di Mileto, Attilio Nostro. La Fondazione Cuore Immacolato di Maria rifugio delle Anime è andata avanti (superando momenti critici che l’hanno portata ad un passo dalla scomparsa) e oggi prosegue nella realizzazione del progetto della Villa della Gioia, il grande complesso architettonico a sfondo religioso sognato in una visione mistica da Natuzza. La grande chiesa del Cuore Immacolato di Maria rifugio delle Anime è aperta al culto ed è diventata santuario, testimonianza per la Chiesa dell’essere in “un luogo segnato dalla santità di un servo di Dio”. Le altre opere sono in corso di realizzazione e presto vedranno la luce.

Tutto scorre in avanti come è giusto che sia ma nel cuore della gente che l’ha conosciuta resta sempre il ricordo di quello sguardo capace di rasserenare anche gli animi più inquieti e in chi non l’ha conosciuta matura la convinzione di trovarsi al cospetto di una persona eccezionale nel senso etimologico della parola. Natuzza era un’eccezione e in questa società moderna, sempre più strana, di eccezioni se ne sente sempre più il bisogno. Ecco perché, 16 anni dopo, la gente ancora corre a Paravati per partecipare ad una messa.

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