Mondiali, Pogacar marziano in Ruanda: Evenpoel nervoso e sfortunato, disastro Italia. Bufera sui soccorsi a Van Wilder

  • Postato il 28 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
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L’ennesimo assolo di un fenomeno che sta cambiando il mondo del ciclismo. Tadej Pogacar conquista il suo secondo titolo mondiale consecutivo con un’azione a 100 km dall’arrivo che riscrive le regole del ciclismo. Ci provano a stargli dietro Del Toro e il compagno ribelle Ayuso ma non c’è niente da fare. E anche Evenepoel deve alzare bandiera bianca anche per un po’ di sfortuna. Male l’Italia con il solo Ciccone al traguardo ma mai protagonista della gara di Kigali. Sul podio vanno

L’azione decisiva del fenomeno sloveno arriva ai 66 dal traguardo, quando la strada torna a salire Del Toro molla di schianto e per Pogacar comincia una gara in solitaria. Alle sue spalle c’è una rimonta impressionante di Evenepoel che dopo due cambi bici, di cui uno che gli costa tantissimo tempo, si mette a caccia del battistrada. Sul podio proprio il belga e l’irlandese Healy.

La prima azione di Pogacar

La prima azione dei big arriva ai -104 dall’arrivo e ovviamente il primo a muoversi è Tadej Pogacar. Lo sloveno dopo aver messo i suoi a lavorare parte in salita mandando subito in crisi Evenepoel. L’unico che riesce a tenere le ruote del fenomeno della UAE è lo spagnolo Ayuso, compagno di squadra con cui qualche storia tesa c’è. Alle loro spalle c’è Carapaz che prova a mettersi in moto portandosi dietro anche Del Toro ed è proprio il messicano a rientrare in discesa andando a formare un terzetto tutto firmato UAE.

Sul muro di Kigali è proprio il messicano a provare l’azione, Pogacar tiene le ruote mentre Ayuso salta via. Dietro situazione molto più complicata da decifrare, il vantaggio dei battistrada aumenta ma la sensazione è che la gara sia ancora aperta.

La gara dell’Italia

Le prime tre ore di gara sono subito vivaci anche se interlocutorie. La prima fuga di giornata viene tenuta sotto controllo dal gruppo che vede soprattutto il lavoro di Slovenia e Belgio. Degli azzurri non c’è traccia se non per vedere Fortunato e Sobrero che si staccano dal gruppo principale un po’ troppo presto, quando mancano poco più di 100 chilometri dal traguardo.

Ciccone ci prova con coraggio, Bagioli gli dà una grande mano a rimanere in avanti ma appena la strada si impenna le difficoltà si vedono tutte. Giulio disputa una gara d’orgoglio ma il distacco con i primi della classe sembra evidente. Una spedizione quella italiana che almeno per quanto riguarda gli elite uomini si può considerare come un mezzo disastro.

Polemiche per l’intervento dei medici

Dopo poco più di un’ora dall’avvio della gara con la corsa che già si è accesa per alcuni attacchi, arriva anche la prima caduta. Le immagini non chiariscono la dinamica ma in un tratto in rettilineo vanno giù in sette tra cui lo spagnolo Marc Soler, il britannico Oscar Onley e il belga Ilan Van Wilder. E proprio quest’ultimo quello che sembra aver riportato le conseguenze peggiori (al punto da decidere di ritirarsi) ma a fare scalpore è l’intervento di uno degli addetti medici, che scende dall’auto e prova ad alzare di peso da terra il ciclista belga.

Una manovra assolutamente sbagliata in circostanze come queste come fanno notare anche nello studio di Rai Sport con Alessandro Fabretti che lancia la polemica: “Una cosa del genere non esiste e non solo perché siamo nella vetrina del Mondiale. E’ una manovra pericolosissima, se c’è anche la più piccola delle fratture un gesto del genere può avere delle conseguenze molto gravi”.

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