Milano-Cortina, la cabinovia di Socrepes sorgerà su un terreno franoso: al Tar i ricorsi dei residenti
- Postato il 25 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La cabinovia olimpica che dovrebbe danzare sulla frana arriva all’esame del Tar del Lazio, per un giudizio che riguarda la più controversa e discutibile delle opere di Milano Cortina 2026 dopo la pista da bob. L’impianto Apollonio-Socrepes, del valore di 30 milioni di euro, non servirebbe solo a portare in quota gli spettatori delle gare di sci alpino femminile, ma sarebbe la testa di ponte di un piano più complessivo di aggressione alla montagna, in nome dello sci e del guadagno. L’udienza è prevista davanti alla Prima Sezione del Tribunale amministrativo che deve esaminare due ricorsi. Il primo è stato proposto da 25 residenti e proprietari di immobili e terreni nelle località Lacedel e Mortisa di Cortina d’Ampezzo, assistiti dagli avvocati Primo e Andrea Michielan. Il secondo è di Ernesto e Andrea Curtolo, proprietari in via del Parco di una casa che dovrebbe essere abbattuta, vicino ad un ambulatorio veterinario che dovrebbe seguire la stessa sorte.
È su quei prati di incantevole bellezza a Lacedel e Mortisa che dovrebbero trovare posto i piloni, una zona franosa dove una strada è stata spostata a valle di una decina di metri a causa dello spostamento costante del terreno. Per questo il progetto prevede che le strutture portanti siano mobili, in modo da adattarsi ai movimenti del versante. Il ricorso degli avvocati Michielan contesta innanzitutto la legittimità dell’intero procedimento di approvazione del progetto, evidenziando gravi criticità geologiche e istruttorie. In particolare verrebbe violato il principio tecnico di “immunità da pericolo di frana”, che è previsto da un decreto del 2003 riguardante i criteri di costruzione delle opere a fune. “L’area che interessa la stabilità delle opere e la sicurezza dell’esercizio deve essere immune, secondo ragionevoli previsioni da effettuarsi dalle autorità competenti per l’assetto del territorio, dal pericolo di frane o valanghe”. Così recita la legge, invece il via libera è stato dato solo dopo una lunga disputa tecnica, che ha accertato come non sia possibile contenere la frana profonda in atto.
A Lacedel risiede Andrea Gillarduzzi, ingegnere e geologo, che lavora a Londra e da 25 anni si occupa di grandi opere in giro per il mondo. È uno dei principali sostenitori della pericolosità e dell’inutilità dell’opera, che deve essere completata da interventi privati per 100 milioni di euro, se si vuole renderla agibile dopo le Olimpiadi, altrimenti resterà chiusa. In un articolo pubblicato su “Voci di Cortina”, l’ingegnere ricostruisce come nel 2018 uno studio iniziale per possibili tracciati fu commissionato da Rete Dolomiti, una società privata riconducibile a Mario Vascelllari e Stefano Illing, i principali gestori di funivie della zona. È indiscutibile che il tracciato della cabinovia selezionato da Rete Dolimiti sia a pieno vantaggio di ISTA, uno dei suoi soci di maggioranza, e sfavorisca in misura pesante altri soggetti privati e le comunità locali”.
Con le Olimpiadi l’iter ha subito un’accelerazione e il progetto di partenariato pubblico-privato è stato inserito nel piano delle opere del governo (settembre 2023). Sembra non se ne facesse nulla. “Il progetto viene ‘artificialmente’ associato alle Olimpiadi. – continua l’ingegnere – Nel luglio 2024 le società private ‘Pool Engineering’ e ‘Quick No Problem Parking’ sottomettono il progetto di partenariato pubblico-privato da 127 milioni di euro per un nuovo sistema integrato di mobilità intermodale nel comune di Cortina. Include la cabinovia, un parcheggio sotterraneo da 747 posti macchina e 114 box privati, un’area commerciale e di ristoro, oltre ad un collegamento pedonale veloce (“people mover”) che attraversa Cortina, fino al piazzale dell’ex Stazione ferroviaria”.
Il progetto sembra su un binario morto finché Infrastrutture Milano Cortina (Simico), braccio operativo del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, cambia l’iter di realizzazione. È pressato da Fondazione Milano Cortina che deve vendere i biglietti per le gare di sci alpino femminile. A febbraio 2025 il Comitato di Valutazione Impatto Ambientale della Regione Veneto concede l’approvazione, ma con quindici prescrizioni in fase di progetto esecutivo. Cosa fa allora Simico? “Scorpora l’iter per l’approvazione della cabinovia e ne diventa il promotore; il progetto ottiene l’approvazione della Conferenza dei Servizi nell’aprile successivo”.
La parte finale, condotta da Simico, porta a un primo annullamento della gara d’appalto per fuga di notizie e alla nomina da parte del governo di Fabio Massimo Saldini (ad di Simico) quale commissario straordinario con pieni poteri. Una nuova gara va deserta. Mentre Saldini ha annunciato che ad ore sarà conclusa una trattativa negoziata per trovare un costruttore, tocca ai giudici romani stabilire se la cabinovia si può fare. “Si fa notare inoltre, con molto disagio, la poca chiarezza circa la divisione dei poteri e dei ruoli fra promotori privati e istituzionali della cabinovia, finanziatori privati e pubblici, legislatori, membri ed approvatori dei vari comitati tecnici, beneficiari diretti ed indiretti. – conclude l’ingegnere Gillarduzzi – Il Comune di Cortina e i cittadini si sobbarcheranno il costo di gestione e manutenzione della cabinovia sulla frana, mentre il commissario Saldini ha assunto la funzione di proponente, validatore, appaltante, approvatore e controllore dell’intervento, in un contesto in cui le medesime valutazioni progettuali sono state confermate, validate e messe a gara da chi le aveva precedentemente promosse. Non c’è alcuna revisione o controverifica da parte di soggetti terzi”.
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