Meloni riapre dialogo tra Trump ed Europa

  • Postato il 18 aprile 2025
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Meloni riapre dialogo tra Trump ed Europa

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Trump: Italia migliore alleata solo se Meloni resta premier. E promette di venire in Italia per incontrare i vertici Ue


I dettagli verranno fuori nelle prossime ore. E, si sa, faranno la differenza. Al momento possiamo dire che dal bilaterale alla Casa Bianca tra molte promesse e altrettanta ipocrisia Giorgia Meloni porta a casa alcuni punti fermi. Certamente il ruolo personale di pontiera e facilitatrice dei rapporti tra Usa ed Europa e più in generale con l’Occidente che hanno ritrovato ieri un canale di dialogo. “Sono qui per provare a rendere insieme di nuovo l’Occidente più forte e unito” ha detto la premier italiana seduta nello Studio Ovale davanti al caminetto e alle poltrone con tappezzeria dorata che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi.

TRUMP RAPPORTO PRIVILEGIATO CON L’ITALIA SOLO CON MELONI

«Il mio rapporto con l’Italia resterà privilegiato finché Meloni sarà presidente» le ha concesso Trump. Meloni porta a casa anche la ricetta con cui rendere di nuovo grande l’Occidente e l’alleanza euro-atlantica, una ricetta condivisa con il sorridente e gongolante Trump. «Condividiamo molte cose della vostra politica – ha spiegato Meloni in tailleur bianco e a proprio agio seduta di fianco all’inquilino della Casa Bianca – a cominciare dalla lotta all’ideologia woke, all’immigrazione clandestina e alle droghe della morte come il fentanyl. L’Italia sta facendo molto e grazie a noi anche l’Europa. E scusate se mi autopromuovo». Parole che sanno di miele per Trump che sta rastrellando immigrati per cacciarli, che è arrivato a dazi del 140% alla Cina e, minori, a Messico e Canada, per il fentanyl, e che sta tagliando i fondi alle università contro il fenomeno del wokismo (che potrebbe essere combattuto in altro modo).

DIVISIONI SULL’UCRAINA

I due leader restano divisi, senza sottolinearlo troppo, sull’Ucraina. Meloni tiene con coerenza la posizione: «C’è stato un aggressore, la Russia, e un aggredito, l’Ucraina. Ma non è questo che oggi ci interessa. Ciò che conta è che faremo di tutto insieme per garantire una pace giusta e sicura all’Ucraina». Trump gigioneggia un po’, «non ho mai detto che Zelensky sia responsabile di guerra, di sicuro però se ci fossi stato io non sarebbe mai iniziata». Poco, molto poco è venuto fuori sul tema dazi, la questione che sta piegando le gambe alle economie globali. Blindato nella sua narrazione ottimistica e positiva di quello che sta succedendo, Trump ha ripetuto più volte nei quaranta minuti nell’Oval office che “decine di centinaia di miliardi stanno entrando nell’economia americana grazie ai dazi, 700 miliardi solo dalla Cina”, che quindi “nulla cambierà”, che decine di paesi “oggi c’è qui l’Italia”, stanno “facendo la coda per chiederci di fare accordi” e che se i prezzi non scendono ancora “la colpa è di Jerome Powell”, il presidente della Fed che – è sempre Trump che parla – “sta facendo politica e mette in giro le voci che i dazi creano incertezza. Potrei cacciarlo se volessi…”. Ecco, di fronte a questa messe di palesi fake news, Giorgia Meloni avrebbe forse dovuto, come face Macron, mettere gentilmente una mano sul braccio di Trump e spiegare che invece i dazi stanno sconquassando le economie occidentali. E non solo. Non è successo. Gli accordi ci saranno “al 100%”, dice Trump, “con la Ue e con la Cina”. Ma ancora nulla si sa come e quali saranno. Meloni ha parlato di acquisto di gas e di accordi per le tecnologie spaziali. Non c’era Musk, ma Starlink potrebbe essere coinvolta.

LA VISITA ALLA CASA BIANCA


È durata due ore 40 minuti la visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca. Per lei un trattamento speciale – è stata ospite e ha dormito alla Blair House, la residenza interna alla casa Bianca e riservata agli ospiti di riguardo – e un’accoglienza altrettanto speciale. Una visita in tre tempi. Alle 12 in punto (le 18 in Italia), Meloni è scesa dall’auto accolta da Trump. Poi la colazione di oltre un’ora nel Cabinet office (più lunga del solito perchè interrotta da alcune questioni interne) e infine l’incontro con i giornalisti nell’Oval office. Alle 14. 40 (le 20 e 40 in Italia) la premier ha lasciato la Casa Bianca e ha poi incontrato separatamente i giornalisti italiani.
Da quando c’è The Donald il protocollo è ballerino alla Casa Bianca. Nel bene e nel male i fuoriprogramma non mancano mai. Trump è sembrato subito di buon umore, ha lanciato grandi sorrisi a Giorgia Meloni quando l’ha accolta appena scesa dalla macchina, “mi piace molto”, “una persona eccezionale”, uno dei “migliori leader del mondo” “sono molto orgoglioso per la sua presenza qui oggi”. Roba quasi da arrossire.

IL FUORI PROGRAMMA


Il primo fuori programma è quando il padrone di casa decide di ammettere giornalisti e telecamere nella Cabinet room con la tavola apparecchiata per la colazione di lavoro. Le telecamere sono fisse su Trump, J.D. Vance che siede alla sua destra (e che oggi alle 13, in una sorta di teletrasporto sarà a palazzo Chigi come Meloni e i due vicepremier Tajani e Salvini). La premier italiana è inquadrata di spalle, o meglio, di testa e sebbene presa alla sprovvista riesce a destreggiarsi nel primo inatteso confronto pubblico con Trump. Quindi, “sì, l’Italia arriverà al 2% del pil per la spesa militare” risponde la premier. “Si può sempre fare di meglio” sorride Trump. Lo farà spesso nei due momenti pubblici di questo bilaterale.

LO STILE DA BULLETTO

Un body language sempre da bulletto che però vuol anche fare il galante e bella figura. A domanda secca sui dazi Usa e quelli ritorsivi della Ue (tutto al momento congelato), la premier è attenta a schivare le trappole. “Lo scopo della mia presenza qui – dice Meloni – è cercare un accordo, parlarsi e trovare il giusto compromesso”. Sa di avere addosso gli occhi e le orecchie delle cancellerie europee, alcune molto scettiche della sua presenza a Washington in questo clima di grande tensione. “Il mio scopo è invitare il presidente Trump al dialogo con l’Italia e con la Ue. Per invitarlo in Italia e in Europa. Io non posso fare accordi per la Ue ma sono qui trovare il miglior modo possibile”. Ma certo, sorride a 44 denti Trump seduto lì davanti, “faremo certamente un ottimo accordo con la Ue e anche con la Cina. Vedrete, tutti vogliono fare accordi con noi perchè noi abbiamo qualcosa che tutti vogliono”. “Ottimi” per chi? E cos’è quel “qualcosa”?

LA PROMESSA DI TRUMP DI VENIRE IN ITALIA


Lo stile del bullo è difficile da nascondere, anche davanti ad una signora. Infatti, anche nel Cabinet office, il Presidente americano non rinuncia a ricordare che “molti paesi chiedono di incontrarci, molti dialoghi sono in corso con paesi che hanno truffato fin qui gli Stati Uniti. Questo non succederà più, faremo accordi equi”. Insomma borse che tracollano, mercati nel caos, incertezza, tutto questo non conta per Trump che sorride a Giorgia Meloni.
La premier italiana porta a casa anche la promessa di The Donald di una visita in Italia. E lavora anche per un incontro con Ursula von der Leyen. “Mai detto che gli europei sono parassiti” sottolinea Trump. È vero, lo ha detto Vance che siede accanto a lui nello Studio ovale e che sarà oggi, venerdì 18 aprile, a Roma a palazzo Chigi.

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