Meloni pronta a spendere il 2% del Pil per la Difesa per accontentare Trump. Milex: “Costerà altri 10 miliardi”

  • Postato il 17 aprile 2025
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Giorgia Meloni e il suo governo asseconderanno Donald Trump sulle spese per la Difesa. Presto, è ormai la decisione che attende solo di essere formalizzata, l’Italia raggiungerà la quota del 2% del Pil, come da accordi Nato. Ma la decisione non sarà indolore, almeno economicamente parlando: secondo un calcolo effettuato dall’Osservatorio sulle spese militari italiane (Mil€x), l’adeguamento costerà alle casse dello Stato circa 10 miliardi di euro.

L’osservatorio attribuisce la decisione di aumentare le spese per la Difesa esclusivamente all’esecutivo, dato che formalmente queste non sono mai state ratificate dal Parlamento. Da Mil€x aggiungono poi che, secondo la loro analisi, l’aumento non sarebbe giustificato nemmeno da un punto di vista puramente militare: “Inoltre – si legge – l’obiettivo del 2% non è mai stato giustificato in termini militari e collega una previsione di spesa pubblica a un parametro che non si può definire preventivamente (nessuno sa ancora quale sarà il Pil del 2025, ad esempio), che è soggetto a fluttuazioni impreviste (si pensi al crollo inaspettato durante il Covid-19) e comprendente nel suo conteggio anche la ricchezza privata. Si tratta quindi di un parametro aleatorio, che va oltre i fondi pubblici realmente a disposizione dello Stato (e dunque delle decisioni governative) e che è scollegato da reali esigenze tecnico-militari. In poche parole, un artificio per poter aumentare la spesa militare ‘giustificandola’ con un pregiudizio intoccabile senza entrare nel merito delle motivazioni o necessità reali”.

Come si arriva, però, alla cifra aggiuntiva di circa 10 miliardi di euro? L’osservatorio spiega che il calcolo è riferito a una spesa militare totale “diretta”, ossia senza considerare le quote parte di progetti europei che non rientrano nel calcolo dell’obiettivo Nato, di poco più di 32 miliardi di euro. “Incrociando i dati del Ministero della Difesa sulla spesa attuale che sarebbe all’1,57% del Pil e quelli sul valore dello stesso Pil contenuto dal Documento di finanza pubblica 2025 (l’ex Def) appena pubblicato dal Mef (2.256,8 mld il Pil 2025) il bilancio difesa ‘in chiave Nato’ – conteggiante anche i fondi Mimit per le armi, i fondi Mef per le missioni all’estero, le spese Inps per le pensioni, ma non i costi per i Carabinieri se non quelli disgregabili all’estero – quest’anno si aggirerebbe sui 35,4 miliardi. Ben più dei suddetti 32 miliardi stimati in base agli stanziamenti previsti nella Legge di bilancio 2025″, scrive la ong che, però, aggiunge: “Partendo da questo livello di spesa, per raggiungere subito il 2% del Pil – ovvero 45,1 miliardi considerando il valore odierno dichiarato – si dovrebbe concretizzare un investimento aggiuntivo di almeno 9,7 miliardi. Un investimento enorme per le casse statali italiane, che infatti il Mef punta a tagliare di qualche miliardo presentando alla Nato una spesa militare che comprenda anche altre voci già a bilancio ma finora non considerate”.

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