L’Ue valuta un nuovo obbligo per le auto elettriche nelle flotte dal 2030
- Postato il 23 luglio 2025
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- Di Virgilio.it
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L’Ue si appresterebbe a introdurre una normativa che potrebbe rivoluzionare profondamente il mercato automobilistico dal 2030: un divieto dei motori a combustione interna destinato specificamente alle flotte aziendali e ai fornitori di auto a noleggio. Questa mossa ambiziosa è vista da esperti del settore come l’unica via per rispettare i più severi limiti di emissione di CO2 imposti agli stessi produttori di automobili, entrati in vigore già quest’anno.
La proposta, che sta già generando un acceso dibattito e forti reazioni da parte di esponenti politici e operatori del settore, segnerebbe un passo significativo verso la decarbonizzazione del trasporto. Tutto, però, resta ancora sospeso nel dubbio dell’applicabilità, perché non mancano le perplessità.
Cambierebbe il volto del mercato
Secondo quanto riportato dal “Bild am Sonntag”, che cita fonti interne all’Ue, la Commissione Europea intende presentare questa nuova regolamentazione già nel corso della prossima estate, avviandola successivamente verso il percorso parlamentare. Affinché la proposta diventi legge, sarà necessaria l’approvazione sia del Consiglio dell’Ue che del Parlamento Europeo.
L’impatto potenziale di questa misura sarebbe ampio: se approvata, colpirebbe direttamente il 60% dell’intero business delle auto nuove in Europa. Per dare un’idea della portata, il restante 40% delle vendite è attualmente costituito da acquisti da parte di clienti privati. Complessivamente, lo scorso anno sono stati venduti 10,6 milioni di veicoli in tutta l’Ue, sottolineando l’enormità del segmento che verrebbe influenzato.
Nonostante una portavoce dell’Ue abbia confermato che si sta lavorando a una nuova regolamentazione, senza però scendere nei dettagli, le prime reazioni e critiche non si sono fatte attendere. Il deputato europeo Markus Ferber ha espresso una netta opposizione, inviando una lettera alla Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, con un appello a revocare il progetto.
Il politico della CSU ha manifestato la sua preoccupazione che una tale normativa possa indurre all’acquisto di veicoli elettrici unicamente per soddisfare delle quote imposte, senza che vi sia una vera e propria assimilazione e accettazione da parte del mercato.
Non tutti sono entusiasti
Ancora più marcata è la posizione di Nico Gabriel, membro del Consiglio di amministrazione di Sixt, uno dei principali attori nel settore del noleggio auto. Gabriel ha definito la proposta di divieto come “sostanzialmente impraticabile“. Le sue dichiarazioni sono alquanto dirette e prefigurano uno scenario complicato: “I vacanzieri difficilmente useranno più auto a noleggio, i consumatori praticamente non potranno più noleggiare veicoli“.
La preoccupazione principale sollevata da Gabriel, e ripresa da altri fornitori citati dalla “Bild”, è la cronica mancanza di stazioni di ricarica in gran parte dell’Ue. Secondo gli operatori, questa carenza infrastrutturale avrebbe una conseguenza diretta e inevitabile: un aumento significativo dei costi delle auto a noleggio.
Il piano della Commissione Europea rappresenterebbe un punto di svolta cruciale per l’industria automobilistica e per l’intero sistema dei trasporti europei. Il dibattito è destinato a infiammarsi nei prossimi mesi, mettendo in equilibrio l’urgenza di raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici con le legittime preoccupazioni di un’industria che necessita di tempo, investimenti e infrastrutture adeguate per una transizione di tale portata. La capacità dell’Ue di trovare un equilibrio tra le sue aspirazioni ecologiche e la fattibilità economica e logistica sarà determinante per il successo di questa potenziale rivoluzione.