L’opposizione lavora sempre per il tanto peggio tanto meglio. L’opinione di Merlo
- Postato il 17 aprile 2025
- Politica
- Di Formiche
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Forse era dai tempi di Palmiro Togliatti, il famoso “compagno Ercoli” – anche se, paradossalmente, in quella stagione di dura e spietata contrapposizione ideologica non mancava al vecchio Pci una parvenza di cultura di governo – che non assistevamo ad un comportamento simile dell’opposizione di sinistra. Un atteggiamento ispirato al più classico slogan del “tanto peggio tanto meglio”. Certo, e al riguardo, fa quasi impressione registrare le varie dichiarazioni quotidiane dei capi dell’attuale sinistra italiana – quella radical/massimalista di Schlein, quella populista e demagogica dei 5 Stelle e quella estremista ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis – che attaccano frontalmente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lavorando alacremente affinché falliscano tutte le azioni finalizzate a perseguire il cosiddetto “interesse nazionale” in questo frangente drammatico e convulso della politica internazionale. Un atteggiamento, appunto, riconducibile esclusivamente all’obiettivo del “tanto peggio tanto meglio”.
Parliamo, come ovvio, dell’interesse nazionale del nostro Paese. Ora, il primo dato politico che emerge di fronte a questi comportamenti concreti, è la distanza siderale dell’attuale coalizione di sinistra e progressista rispetto all’antico e tradizionale centro sinistra. Cioè un’alleanza che nel corso degli anni ha sempre saputo dispiegare una vera ed autentica cultura di governo da un lato affiancato, dall’altro, da una robusta e credibile strategia riformista. Due tasselli che storicamente hanno caratterizzato la coalizione di centrosinistra nel nostro Paese che non solo vedeva la presenza di leader politici e di statisti credibili ma anche, e soprattutto, di una strategia politica e di governo che non era mai ispirata al massimalismo, all’estremismo e, men che meno, al populismo anti politico e qualunquista. Certo, c’erano altri leader con un altro impianto culturale.
Ma, per fermarsi all’oggi, è indubbio che quando prevale l’approccio seccamente populista e squisitamente demagogico – e il capo dei 5 Stelle, al riguardo, è un leader incontrastato – tutto il resto della coalizione ne resta fortemente condizionato. Anche perché le altre due forze sono guidate dal massimalismo radicale di Schlein e dall’estremismo del duo Fratoianni/Bonelli che hanno una impostazione politica e culturale, mutatis mutandis, molto simile alle forze extraparlamentari degli anni ‘70 e ‘80.
In un contesto del genere è del tutto evidente che pesa l’assenza strutturale di una forza, di una cultura e di un progetto centrista e riformista. Fuorché qualcuno pensi, goliardicamente, che il piccolo partito personale di Renzi, del tutto ossequiante e obbediente ai voleri della sinistra radicale e populista del duo Schlein e Conte, svolga un ruolo politico capace di riequilibrare quella impostazione tardo ideologica.
Comunque sia, il dato politico che emerge in tutta la sua chiarezza è che ci troviamo di fronte ad una opposizione che si comporta costantemente e coerentemente come una forza che lavora testardamente contro l’interesse nazionale. Cioè, frontalmente e pregiudizialmente contro l’attuale governo e, di conseguenza, contro tutto ciò che persegue. Anche quando la premier incontra il presidente degli Stati Uniti d’America per affrontare, e cercare di risolvere, il difficile capitolo dei dazi, del futuro della nostra economia, della nostra industria e, in ultima analisi, della nostra stessa sicurezza nazionale.
Ecco perché, con una opposizione ideologica impegnata a criminalizzare politicamente, e moralmente, l’intera maggioranza di governo è difficile, molto difficile, che si rafforzi la qualità della nostra democrazia e la credibilità delle nostre istituzioni democratiche. Per non parlare della stessa efficacia dell’azione di governo.
La speranza, al riguardo, è che ritorni un progetto di centro sinistra all’orizzonte, ma con questi leader e con questi partiti la speranza è quantomai tenue ed incerta. Purtroppo.