L’Europa accelera sulla sovranità dell’IA: perché puntare su tecnologie locali è una priorità per imprese e istituzioni

  • Postato il 4 novembre 2025
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Un recente studio di Accenture mostra come le organizzazioni europee stiano attribuendo crescente importanza al controllo dei propri dati e delle proprie infrastrutture, alimentando una domanda in rapida crescita di soluzioni di intelligenza artificiale sovrana. Questo approccio si basa sulla capacità di sviluppare e implementare sistemi di IA utilizzando infrastrutture, dati, modelli e competenze locali, con l’obiettivo di garantire maggiore protezione, ridurre la dipendenza da fornitori esterni e rafforzare la competitività delle imprese del continente.

Cresce la domanda di IA sovrana: Italia tra i Paesi più dinamici

In Europa, il 62% delle organizzazioni dichiara di essere alla ricerca di soluzioni sovrane, con una spinta dettata dall’attuale incertezza geopolitica. Le preoccupazioni risultano particolarmente forti in paesi come Danimarca, Irlanda e Germania. I settori più inclini all’adozione di soluzioni sovrane sono quelli sottoposti a stringenti requisiti regolatori e caratterizzati dalla gestione di dati sensibili: il bancario, la pubblica amministrazione e l’energia.

Nei prossimi due anni, la tendenza è destinata a crescere ulteriormente: il 60% delle organizzazioni europee prevede di aumentare gli investimenti in tecnologie di IA sovrana. L’Italia si colloca ai primi posti, con il 71% delle aziende intenzionate a potenziare gli investimenti in questo ambito, subito dopo la Germania e davanti a Svizzera e Spagna.

Il paradosso europeo e la ricerca di un equilibrio tra sovranità e innovazione

“L’Europa si trova davanti ad un paradosso”, ha dichiarato Mauro Macchi, ceo Accenture Emea. “Da una parte i suoi leader comprendono la necessità di accelerare l’adozione dell’intelligenza artificiale per stimolare innovazione e crescita, ma dall’altra, poiché la maggior parte delle tecnologie proviene da fuori regione, ritengono che ciò rappresenti un rischio. Un approccio sovrano all’IA può risolvere questo dilemma, permettendo alle organizzazioni europee di proteggere le proprie attività critiche senza rallentare la competitività. Solo con un’economia innovativa e dinamica potremo investire nel rafforzamento dell’ecosistema tecnologico europeo e consentire ai nostri campioni locali di competere su scala globale”.

Secondo lo studio, solo un terzo dei progetti di IA e dei relativi dati – il 36% – necessita di un approccio sovrano, per motivi regolatori o di sensibilità delle informazioni trattate. Le misure interessano soprattutto i mercati finanziari e i servizi pubblici. Le organizzazioni cercano un equilibrio tra controllo dei dati e accesso all’innovazione globale: il 65% riconosce di non poter restare competitivo senza la collaborazione di fornitori tecnologici non europei, mentre il 57% valuta l’utilizzo di soluzioni sovrane offerte sia da provider europei sia extraeuropei.

Accenture accelera sull’IA sovrana, ma le aziende la vedono ancora come un tema di compliance

Accenture è già attiva nel supportare questo percorso, attraverso progetti come quello avviato in Svezia con Telia Cygate, che aiuta le organizzazioni locali ad adottare soluzioni di IA scalabili e sicure. In Europa, l’azienda collabora con partner infrastrutturali come Nebius, piattaforma cloud di IA basata ad Amsterdam, per creare le fondamenta delle fabbriche di IA sovrana dei clienti e garantire la conformità ai requisiti di residenza dei dati.

“Un approccio di IA sovrana non significa centralizzare tutto”, ha detto Mauro Capo, digital sovereignty lead Accenture Emea. “L’obiettivo è scegliere il giusto livello di controllo su dati, infrastruttura e modelli, mantenendo al contempo i vantaggi di scala e la velocità d’innovazione offerti da alcuni provider globali. In alcuni casi basta garantire la residenza locale dei dati, in altri – come, ad esempio, nel settore della difesa – serve una piena sovranità su tutti i componenti dell’intelligenza artificiale”.

Nonostante il quadro evolutivo, solo il 19% delle organizzazioni considera oggi l’IA sovrana un autentico vantaggio competitivo, mentre quasi la metà ne fa ricorso principalmente per motivi di conformità normativa. Soltanto il 16% delle imprese europee ha portato il tema all’attenzione del ceo o del consiglio di amministrazione.

Verso un ecosistema ibrido: la roadmap per una sovranità digitale competitiva

Cresce però la consapevolezza della sua rilevanza strategica: il 73% delle organizzazioni ritiene che governi e istituzioni – come l’Unione Europea – debbano assumere un ruolo attivo nel rafforzare la sovranità digitale, attraverso regolamentazione, incentivi e investimenti pubblici. Secondo il 70% delle imprese, è essenziale favorire l’accesso delle PMI alle soluzioni sovrane.

Lo studio presenta infine una roadmap che punta a massimizzare il valore dell’IA sovrana. La priorità è rendere la sovranità dell’IA una leva strategica per i vertici aziendali, allineando innovazione, rischio e crescita. Occorre poi superare la visione di sola conformità, per promuovere un approccio orientato al vantaggio competitivo e alla creazione di valore. Sarà fondamentale espandere l’ecosistema costruendo architetture ibride che coniughino fiducia locale e innovazione globale, e integrare la sovranità in ogni livello tecnologico – dati, infrastrutture, modelli e applicazioni – così da garantirne resilienza e adattabilità.

Il quadro che emerge è quello di un’Europa impegnata a bilanciare controllo e apertura, con l’obiettivo di preservare le proprie attività critiche senza rinunciare ai benefici dell’innovazione globale. Un equilibrio complesso ma centrale nella competitività futura del continente.

L’articolo L’Europa accelera sulla sovranità dell’IA: perché puntare su tecnologie locali è una priorità per imprese e istituzioni è tratto da Forbes Italia.

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