L'astensionismo è il protagonista nelle elezioni regionali 2025. Crolla l’affluenza in Veneto, Puglia e Campania
- Postato il 24 novembre 2025
- Di Il Foglio
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L'astensionismo è il protagonista nelle elezioni regionali 2025. Crolla l’affluenza in Veneto, Puglia e Campania
La tornata elettorale che coinvolge Veneto, Campania e Puglia non si è ancora chiusa – si vota anche oggi dalle 7 alle 15 – ma c'è già un dato dominante: l’astensionismo. La prima giornata di voto registra infatti un calo generalizzato dell’affluenza rispetto alle regionali del 2020, confermando una tendenza ormai strutturale che attraversa l’intero paese. Il voto di oggi potrà attenuare il divario ma difficilmente invertirà una dinamica che appare radicata.
In Veneto, la partecipazione alle 23 di domenica si ferma al 33,88 per cento, ben 12 punti in meno rispetto al 46,13 per cento registrato cinque anni fa. È il dato più significativo tra le tre regioni, soprattutto perché il Veneto era tradizionalmente considerato una terra ad alta mobilitazione politica. In Puglia, la flessione è altrettanto evidente: 29,45 per cento contro il quasi 40 per cento del 2020. In Campania, invece, il calo è più contenuto ma comunque rilevante: 32,09 per cento rispetto al 38,91 per cento della precedente tornata. Numeri che, complessivamente, segnalano una difficoltà crescente nel portare gli elettori alle urne (il voto coinvolgeva circa 11,5 milioni di cittadini), nonostante la posta in gioco e le tensioni interne ai diversi schieramenti.
Il dato sull’affluenza arriva al termine di un lungo ciclo di votazioni regionali — Marche, Valle d’Aosta, Calabria e Toscana hanno già votato tra settembre e ottobre — e contribuisce a delineare un quadro politico segnato da una crescente disaffezione. Le sfide territoriali restano accese: in Veneto, la competizione tra Lega e Fratelli d’Italia per il primato nel centrodestra; in Campania, la contesa tra Roberto Fico e Edmondo Cirielli, con polemiche accese nonostante il silenzio elettorale; in Puglia, la corsa di Antonio Decaro per succedere a Michele Emiliano e confermarsi riferimento nazionale del fronte riformista del Pd.
Ma accanto alle dinamiche di partito, a emergere è soprattutto la distanza crescente tra cittadini e istituzioni. Le assenze dalle urne rischiano infatti di ridimensionare il valore politico del risultato finale, rendendo più fragile la legittimazione degli eletti. Sia il centrodestra sia il centrosinistra temono l’impatto dell’astensionismo, che potrebbe alterare i rapporti di forza interni alle coalizioni e persino pesare sulle strategie future in vista delle politiche del 2027.
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